⟡Capitolo 12 ⎯ Le veci dell'Onore⟡

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Lo scorpione lisciava le idee alla lotta con l'avversario. Akhil gli aveva spiegato le regole del combattimento in quel regno, dissimili dalla terra natia. Avrebbe affrontato Kanak a mani nude, per poi duellare nel secondo turno con un'arma a scelta. Al clamore dei pensieri, il ragazzo udì un cigolio dalla soglia della stanza ovale, Akhil entrò insieme alla cugina, sedendosi su una poltroncina. Si voltò, osservandoli e sistemandosi la qamis ocra scuro.

⎯ Non per essere volgare, non è mia abitudine, nobile Fathi, ⎯ disse Akhil agguantando da un tavolino, vicino alla poltroncina, delle boccette di profumo, ⎯ ma non sopporto più Naisha quando insiste sul volervi vedere.

Fathi ridacchiò, guardando Naisha che si avvicinava a lui, afferrandogli le mani fasciate di stoffa.

⎯ Ti prego, Akhil, non è il momento, ⎯ borbottò Naisha contro il cugino, ⎯ Fathi ha bisogno di concentrarsi. Pensa, pensa se venisse ferito.

Akhil alzò le braccia, chiudendo gli occhi: ⎯ Prega gli dèi che vinca, allora. Oh, dovrei dire, nobile Fathi, invoca Yazata Atar, non è così?

Gli occhi marroni dell'esploratore si posarono sul ragazzo, sguardo che venne ricambiato dallo scorpione.

⎯ Allora... l'avete notato? ⎯ elargì Fathi verso Akhil.

⎯ Non sono sciocco da non osservare la consacrazione di una divinità. Spesso se i suoi valori naturali o ideologici vengono calpestati da coloro che hanno oscurità nell'animo, ⎯ disse Akhil.

Naisha si mordicchiò le labbra rosse, guardando prima l'amato e poi il cugino.

⎯ Mio padre l'ha constatato una settimana fa, durante la discussione del consiglio di ambasciatori. Noi... non siamo esseri dotati di magia, ma mio padre, mi ha raccontato che il mio bisnonno aveva ricevuto una consacrazione da Yazata Atar contro i nemici.

Naisha fissò Fathi stupita: ⎯ Cosa? Vuol dire che...

Fathi le sorrise, sfiorandole le ciocche che fuoriuscivano dal velo: ⎯ Mia adorata, il tuo Yazata ti ha offerto questi capelli, io ho ricevuto una breve "benedizione" da Yazata Atar. Alla divinità non piace la menzogna contro i suoi protetti e fedeli.

I filamenti della conoscenza stritolavano l'animo della giovane, non negava a se stessa che gli dèi, seppur benevoli, potevano irradiarsi tra gli umani, tra i devoti meritevoli senza essere portatrici di magia. Sorrise come una bambina, conservando la stretta sul petto del ragazzo. Non cercava di approfittarsi dell'occasione, ma era gioiosa che l'eco disperato dell'amato fosse giunto alla divinità.

Fathi gettando delle occhiate a Akhil, si spostò insieme a lei, avvicinandosi all'unica finestra che dava alle montagne.

⎯ Ho notato che il Piran di corte ti sta aiutando a superare i maltrattamenti, pensavo che una volta sposati, potremmo convocarne uno a palazzo. Non sarà molto, ma non intendo lasciar correre questa situazione, mia madre... ha subito le stesse cose da giovane, è loro sono gli unici a rattoppare la mente.

⎯ Se... se... è possibile, sì, Fathi. Potremmo... chiedergli di venire nella dimora di tuo padre, per continuare le sedute, ⎯ mormorò Naisha.

Fathi le accarezzò la guancia con il pollice, gli occhi neri, socchiusi e rilassati scrutarono la forza che pacatamente alleggiava su Naisha, le cure mentali e fisiche stavano dando un concreto aiuto contro gli attacchi d'ansia e gli sfinimenti.

⎯ Certo, non vedo quale sia il problema. Dovremmo discutere con tuo padre, ma credo che sia possibile.

Naisha afferrò la mano che accarezzava la guancia e si accostò di fronte a lui, tanto da infondere il suo profumo, sussurrò: ⎯ Fathi... lo so che sembrerà assurdo, ma sento... sento che quello che ho provato al fiume, la proposta... vorrei che la prendessi come premio. Se riuscirai a sconfiggere Kanak, vorrei...

Il Fervore MelatoWhere stories live. Discover now