Thomas

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Da pochi minuti avevo caricato un nuovo video sul mio profilo Instagram e un utente aveva già lasciato un commento.

BluEyes87 non si smentiva mai. Era uno dei miei follower che interagiva di più.

Sì, okay. Era lo scotto da pagare per essere un influencer, ma la sua presenza cominciava a essere troppo invadente. Ai commenti si aggiungevano anche i messaggi in direct. Continuava a scrivere di quanto fossi bello e quanto fossi di ispirazione per lui. Non rispondevo mai a quelle smancerie che ricevevo da parte sua, né da parte di nessun altro. Era solo una perdita di tempo. A me interessava pubblicare foto, video e guadagnare follower. Tutto il resto? Erano cose superflue.

Il mio lavoro era questo.

Cosa mi importava se ero d'ispirazione per uno stupido ragazzo?

Una volta ero andato a spulciare il suo profilo. Per curiosità. Volevo dare un volto o almeno un nome a quel rompiscatole ma, tranne per alcune foto di paesaggi, libri e caffè di Starbucks, non sapevo altro di BluEyes87. E sinceramente... non mi importava. Era uno dei tanti. Uno di quelli che amava il mio stile di vita senza sapere cosa significasse essere un imprenditore digitale.

Ero un tipo solitario ma a cui piaceva divertirsi. Non ero stolto. Sapevo perché i tipi come BluEyes87 volevano entrare nelle mie simpatie. Secondo i miei follower e l'opinione comune, il sesso comprava la notorietà. Le cose, però, funzionavano diversamente. Il prestigio lo avevo guadagnato con le mie sole forze. Non mi ero svenduto al migliore offerente.

Proprio un attimo fa avevo curiosato ancora una volta il suo profilo. Lo avevo fatto dopo che avevo mostrato ai miei seguaci l'abito di Gucci che avrei indossato per il viaggio a New York. Trovai, però, le stesse foto prive di identità. Sapevo solo che era BluEyes87 era di sesso maschile.

La settimana della moda. Non vedevo l'ora.

Controllai ancora una volta le visualizzazioni dell'ultimo video, lessi un paio di commenti e subito deposi il dispositivo nella borsa, poi andai verso l'ingresso del mio appartamento. Un ultimo sguardo allo specchio e scesi nella hall. Salutai il concierge con un cenno del capo e mi accomodai su un morbido divano in pelle in attesa che arrivasse l'autista. Il viaggio sul volo in business class da San Francisco al JFK era offerto da Timberland. Mi era stato chiesto di indossare un paio di scarpe color verde smeraldo della nuova collezione, e sfoggiarle in un breve video da pubblicare un attimo prima di varcare la soglia dell'aeroporto. Uno scherzo da ragazzi. Una volta arrivato a destinazione, sarei stato ospite al Four Season per conto di Levi's. Una suite tutta per me e per un'intera settimana solo perché una volta in una foto avevo indossato una camicia vintage che avevo trovato in fondo all'armadio.

Mia madre lo diceva sempre che la fortuna aiutava gli audaci.

Già mi pregustavo i party, le sfilate e gli abiti che avrei indossato. Una settimana era troppo poco per godere a pieno di tutto quello che New York aveva da offrire, ma avevo comunque tutte le intenzioni di non rinunciare a nulla. Avevo aspettato questo momento fin da quando avevo postato, per pura vanità, la prima foto sul mio feed. Chi se lo sarebbe mai aspettato che nell'arco di tre anni avrei guadagnato centinaia di follower e che il mio sogno sarebbe potuto diventare realtà? Non ne avevo uno, se dovevo essere sincero. Prospettive? Non ne avevo mai avute. Volevo solo che la gente mi notasse. Non volevo essere solo uno stupido ragazzo da parete come ai tempi del liceo.

Dio, se solo guardavo alla vita che avevo prima, a quel fetido appartamento di Newark, ai lavori saltuari, al community college e ai pochi spiccioli di cui disponevo... be', non avrei mai immaginato di poter essere finalmente me stesso senza aver paura del giudizio degli altri. Trasferirmi a San Francisco e lavorare per un'agenzia di modelli era veramente un sogno a occhi aperti per il ragazzo occhialuto che da giovane sognava una vita migliore.

L'influencer che mi amavaWhere stories live. Discover now