Capitolo 1

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Aurora, come d'altronde ogni mattina, si sta preparando per andare a scuola, per l'ennesima volta in ritardo. Lei ci va solo per passare del tempo con la sua ormai divenuta migliore amica, Ana, con cui non smette mai di spettagolare invece di seguire le lezioni, nonostante i continui richiami dei docenti. La conosce da pochi mesi è vero, dagli inizi di settembre precisamente, dato che ha dovuto cambiare scuola trasferendosi in una privata per obbligo dei genitori, ma è bastato veramente poco alle due per legare: semplicemente un gesto di accoglienza da parte della biondina più simpatica della classe alla nuova arrivata.
La ragazza afferra in fretta e furia un cornetto al pistacchio appena sfornato da sua madre Oriana, poi, con lo zaino saldo in spalla, esce dall'abitazione salutando i parenti con la bocca piena, i quali ricambiano ridacchiando e augurandole buone lezioni.
Il clacson del pullman color girasole stordisce la povera Aurora, la quale crede di star ancora dormendo beatamente nel suo comodo letto, ma la voce della sua migliore amica che le urla di muoversi è la certezza che non sta sognando.
Quasi con il fiatone, la fanciulla saluta di sfuggita l'autista del pullman, Clara, una donna paffutella di quaranta cinque anni dai riccioli d'oro, ormai abituata ai suoi continui ritardi.
"Possibile che non riesci ad impostare la sveglia cinque minuti prima?" Le chiede quasi infuriata Ana, mentre la osserva sedersi al suo fianco nel seggiolino trasandato del veicolo.
"Cinque minuti prima? Ma sei matta? A me servirebbe impostarla tre ore prima, altroché"
Afferma quasi stupita dall'affermazione della bionda, la quale alza gli occhi al cielo mentre il bus parte in direzione di quella che Aurora considera come una vera e propria prigione.
Una volta giunte a destinazione le due amiche, correndo, cercano di farsi spazio tra la folla di studenti accalcati di fronte all'entrata del grande edificio grigiastro, riuscendo poi a raggiungere l'aula numero centoventicinque, nonché la loro classe, composta da appena venti alunni.
"Fortuna che il professore non è ancora arrivato, altrimenti sai che cazziatone ci avrebbe fatto?" Dice Ana sedendosi al proprio posto dopo aver tirato un sospiro di sollievo per averla scampata anche questa volta.
"Non oso immaginare" Risponde Aurora con ancora il respiro pesante.
Le due ragazze tirano fuori dallo zaino il materiale scolastico che gli servirà per questa prima ora scolastica di chimica, poi iniziano a parlare del più e del meno in attesa dell'arrivo dello scorbutico professor Gonzalo.
"Adesso che ti osservo meglio.. tu sai con chi staresti davvero bene?" Le chiede Ana squadrandole il viso ovale caratterizzato dalle guanciotte rosse, poi comincia a smanettare il suo telefonino.
"No...?" Le risponde confusa ed in tutta risposta l'amica gira il telefono mostrandole una foto che mai si sarebbe aspettata di vedere.
"Con lui" Ana abbozza un sorriso mentre guarda il viso roseo della sua compagna mutare in quello di una persona appena deceduta.
"Con... lui?!" Chiede Aurora con occhi sgranati e voce tremante, perché le pare una bizzarra coincidenza che la biondina le stesse mostrando la foto proprio di colui che è riuscito a farla ipnotizzare con un semplice sorriso, ma in realtà è tutto vero.
"Sii! Dai, sareste perfetti insieme, non trovi? Il ragazzo stronzo desiderato da tutte e la ragazzina timida e bassetta ma divinamente stupenda insieme, sarebbe così.. così... romantico!" Ana comincia a fantasticare mentre Aurora ancora crede che tutto questo sia surreale.
"Domani sera mio fratello organizzerà una rimpatriata a casa nostra con dei suoi compagni di squadra, e sicuramente la nostra preda è presente quindi dobbiamo trovare un modo per intrufolarci senza destare troppi sospetti a Ferran" La ragazza parla da sola guardando altrove, incurante dell'opinione dell'amica.
"Rimpatriata? Ferran? Nostra preda?! Ma di cosa stai parlando?" Le chiede sconvolta.
"Ti avevo detto di avere un fratello" Risponde ovvia.
"Ma non mi avevi detto che giocasse assieme a Pablo Gavi!"
"Pablo Gavi? E tu come fai a sapere come si chiama?" Le chiede curiosa, ma sospettosa.
"Beh, ecco... io.. dai è un nome conosciuto nel Barça, come potrei non riconoscerlo?"
"Ma se a momenti non sai neanche quale sia il colore di un campo da calcio"
"Beh.. questo è vero, ma cosa c'entra adesso?"
"Mh... sento che c'è qualcosa sotto, mi puzza questa cosa..." Afferma guardando dubbiosa la ragazza davanti a sé, non completamente sicura della sua giustificazione.
"Fammi indovinare... ti piace!"
"Cosa?!" Alza la voce Aurora per difendersi. "No... certo che no..." China il capo cercando di convincere più se stessa che la sua amica.
La biondina non fece in tempo a ribattere che il professore fece irruzione nella stanza esigendo che tutti facessero silenzio e si alzassero per accoglierlo.
"Dopo ne riparliamo" Dice abbassa voce Ana.
Di cosa ne riparliamo? Di come un banale sorriso sia riuscito a far incantare la timida fanciulla?

 Più Di Un Sorriso|| Pablo GaviWhere stories live. Discover now