17- notebooks and water

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Harry si svegliò verso le dieci. Non sapendo cosa fare, andò al piano di sotto, nel salone, un astuccio, un libro e un quaderno in mano.

Voleva iniziare a fare i compiti che gli avevano assegnato per le vacanze natalizie. Ne aveva tanti e non ne aveva iniziato ancora nemmeno uno.

Si sedette sulla sedia vicino alla tavola, il libro e il quaderno aperto. Prese un evidenziatore ed iniziò a segnare le cose più importanti sul libro, pensando di già a come scriverlo poi sul proprio quaderno.

I suoi quaderni erano perfetti: niente era fuori posto, tutto aveva un suo ordine. Ogni riga doveva essere completa, scriverebbe le cose più stupide pur di scrivere fino alla fine della riga.

Non gli importava molto del disordine nella sua stanza, ma i quaderni dovevano essere perfetti. Tutti i suoi amici e familiari sapevano che non dovevano toccare i suoi quaderni.

Nel secondo anno di liceo, fu costretto a scrivere il proprio quaderno di latino ben cinque volte. Ogni volta sbagliava qualcosa e il suo OCD lo imponeva di prendere un altro quaderno e ricominciare tutto da capo.

Era un enorme spreco di carta, ma soprattutto di tempo. Passava ore a riscrivere tutto il suo programma di latino, certe notti le passava in bianco solo per poterlo finire.

Dopo la quinta volta, decise semplicemente di smetterla, e che non avrebbe avuto un quaderno per quella materia.

Le persone lo guardavano stranite per il suo comportamento riguardo i quaderni, ed Harry lo odiava. Il suo OCD non era troppo pesante nelle altre cose, ma sui quaderni era praticamente un rompi palle.

Una volta stava per menare una sua compagna di classe, perché pensava sarebbe stato divertente disegnare una faccina al centro della sua pagina.

Beh, non era divertente.

Quel giorno Harry rimase sveglio tutta la notte, occupato a riscrivere ogni appunto.

È stato chiamato pazzo tante volte per questa sua 'ossessione'. Le persone dicevano 'è solo un quaderno' e questo Harry lo sapeva.

Sapeva che era solo un quaderno, e avrebbe voluto solamente avere un normale e imperfetto quaderno come quello delle altre persone, ma vedere qualcosa fuori posto in quelle pagine scritte, lo mandava fuori di testa.

Per questo, da quando ha scoperto dell'esistenza delle penne cancellabili, il suo astuccio era pieno solamente di quelle, così, ogni volta che faceva un errore, bastava cancellarlo e non buttare l'intero quaderno.

Costavano un occhio della testa, ma erano l'invenzione più bella che abbiano mai potuto creare.

Una volta finito l'evidenziare sul libro, passò al quaderno. La sua penna cancellabile nera in mano, quella cancellabile rossa, chiusa, sul tavolo.

Louis si era svegliato in quel momento, e si avvicinò al riccio, mezzo addormentato, la coperta attorno alle spalle "i tuoi quaderni non sono cambiati dall'ultima volta che li ho visti" sorrise, Harry concentrato a scrivere.

"Se me lo tocchi ti uccido" il liscio annuì e rise, appoggiando le braccia al tavolo, muovendolo, facendo sbagliare Harry "alzati" ordinò lui, il tono fermo.

"Scusami" rise un altra volta, alzando il busto e le mani. "Vuoi che ti detti? Fai più veloce"

Harry sospirò ed annuì "si per favore" ringraziò, passando il libro a Louis "devi dettarmi le cose evidenziate. Alla fine di qualche riga potrai trovare delle mie note, devi dettarmi pure quell-"

"Lo so, Haz, non è la prima volta che ti detto qualcosa"

"Giusto, me l'ero scordato"

Louis si sedette sulla sedia accanto a quella del riccio, ed iniziò a dettare parola per parola quello che leggeva.

A Christmas With My Ex || LarryWhere stories live. Discover now