18- maybe it's not too late

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Quella sera Harry la passò in piedi, a riscrivere il quaderno, tutto da capo. Erano circa le sei di mattina del giorno dopo quando Louis bussò alla sua porta. "Sei ancora sveglio" constatò il liscio, entrando nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé, ed avvicinandosi al minore.

"Mi sono addormentato per circa cinque ore, non ho passato la nottata in bianco, stai tranquillo" rispose Harry, lo sguardo sul foglio.

Louis sospirò e si sedette accanto a lui "Stai ancora piangendo"

"Lo so!" Esclamò Harry, guardando verso l'alto "sto per avere un'altra crisi di nervi, solo vedere questo quaderno così mi fa male, e pensare che tutto il mio lavoro di un anno e mezzo è stato buttato nel cesso, io-" Si fermò, cercando di calmarsi "te perché sei sveglio?"

L'altro alzò le spalle "mi sono appena svegliato, in realtà. Il divano non è diventato improvvisamente comodo" sorrise "Vuoi una mano? Ti detto?"

Harry annuì e passò il quaderno bagnato al maggiore "sono arrivato qui" gli indicò una riga, Louis annuì, iniziando a dettare.

Per fortuna Harry era abbastanza veloce nello scrivere, quindi finirono quella pagina in solo una decina di minuti.

Ha sempre affascinato a Louis la scrittura del minore. Era molto ordinata, non troppo grande, ma allo stesso tempo non troppo piccola. Era molto comprensibile, e riusciva a scrivere in solo una pagina cose che normalmente impiegavano più pagine per scrivere, ma grazie alla sua scrittura compatta, riusciva a far entrare tutto in una sola pagina.

Riusciva a scrivere velocemente, ma essendo comunque molto ordinato e preciso, sapendo già dove dover scrivere e quando andare accapo.

Era come se nella sua mente, aveva già scritto tutto quanto, stava solo trascrivendo quello che vedeva.

Per quanto fosse veloce, però, sul vecchio quaderno aveva scritto molte cose, e ci avrebbe messo veramente tanto a finire di trascrivere il tutto.

Per questo, Louis sospirò e posò la mano su quella di Harry, obbligandolo a fermarsi "basta" gli disse, il tono calmo "Hai scritto abbastanza, continui dopo"

"No, continuiamo, posso farcela-"

"Harry, guarda le tue dita" le punta delle sue dita erano rosse, per colpa del tempo impiegato ad impugnare la penna, e deformate un poco dalla forma di essa. "Fai una pausa"

Harry sospirò e piegò la testa di lato, poggiandola sulla spalla del suo ex ragazzo. "Certe volte odio avere questo stupido OCD"

Louis rise un pochino ed annuì "si, lo so" rispose, portando lo sguardo in basso, sul viso del minore.

Il riccio, sentendosi osservato, alzò lo sguardo in alto, e sorrise quando vide Louis perso a guardarlo "Cosa?"

Louis scosse la testa, quasi impercettibilmente. I suoi occhi erano puntati su quelli verdi di Harry, perso nel riflesso che quelli producevano alla fioca luce mattutina.

Portò la sua mano sinistra in alto, sfiorando con le sue dita la guancia del minore, il quale si mosse verso la sua direzione, così da avvicinarsi di più alla sua mano.

Louis sorrise, il suo corpo si avvicinò lentamente ed istintivamente in avanti. Poi, fu un attimo, il suo corpo prese il controllo e le sue labbra incontrarono quelle del riccio.

Quest'ultimo rimase fermo per qualche secondo, confuso e scioccato dall'azione inaspettata, ma, passato quel momento confusionale, iniziò a muovere le labbra, in asincrono con quelle di Louis.

Chiuse gli occhi, facendo quello che bramava di fare da qualche giorno, anche se non lo aveva mai ammesso, a nessuno, nemmeno a sé stesso.

Le loro labbra iniziarono una danza dove entrambi sapevano i passi, le loro lingue si incontrarono, le loro mani si unirono, i loro nasi si toccavano.

Harry si fece da parte per cercare di riprendere un po' di fiato, entrambi stupiti da quello che era successo "Chase ed io ci siamo lasciati" sibilò Louis, anche lui in cerca di aria.

Il minore portò lo sguardo sul suo volto, "per colpa mia?"

"Per colpa sua" lo corresse velocemente l'altro "te non centri, non hai fatto niente di male, ha fatto tutto lui, è colpa sua"

Harry annuì, abbassando lo sguardo "mi- dispiace" sussurrò dopo qualche momento passato in silenzio, i loro respiri pesanti come unico rumore "per quello che ti ho fatto, per quello che ti ho detto, anni fa, quando ci siamo lasciati.

Lui sospirò scuotendo la testa "ti sei già scusato"

"Si, ma sono sincero, sono veramente dispiaciuto"

Louis prese un bel respiro, una mano alzata, portata tra i capelli ricci di Harry, accompagnando un riccio dietro l'orecchio "Si"

Harry lo guardò confuso "si cosa?"

"La domanda che mi ha fatto Chase in cucina l'altra notte" rispose Louis sorridendo "la risposta è si"

Harry allontanò lo sguardo, guardando il letto mentre ripensava a quello che i due si erano detti quella notte. Poi:

"Louis, te lo ami ancora?"

"Chase-"

"No, è una domanda semplice, alla quale rispondere o si, o no, te lo ami ancora?"

Guardò di nuovo Louis, lui stava sorridendo, fissando i suoi lisci e folti capelli "non credo di aver mai smesso, in realtà" continuò lui "ho solo finto, dovevo andare avanti prima o poi, e prendermi gioco di te era divertente" rise "quel giorno mi hai ferito, ma non posso non amarti, abbiamo troppi ricordi insieme per non amarti, tanto meno per odiarti. Sono stato incazzato con te per un po', ma ora non lo sono nemmeno più. La verità è che ti ho già perdonato da tanto tempo"

Harry rimase in silenzio per un po', non sapendo cosa dire. Ha sempre pensato in quegli anni che Louis lo odiasse. Aveva vissuto con la consapevolezza che lui e Louis avessero ormai preso strade diverse e che non si sarebbero mai più incontrati, perché Louis non voleva.

Ma, adesso, Louis gli aveva appena detto che lo amava, ma Harry si sentiva ancora incolpa. Anzi, questo, possibilmente, aumentò il suo senso di colpa ancora di più.

Dopo quello che era successo tra di loro, Louis continuava ad amarlo, e questo gli faceva solo credere maggiormente di non meritare una persona come Louis nella sua vita.

"Dirai qualcosa o resterai in silenzio per ancora un po'?" Scherzò Louis, ridendo, anche se era intuibile dal suo tono della voce la sua agitazione.

"Non so cosa dire, in realtà" sussurrò Harry, lo sguardo incatenato negli occhi celesti del maggiore "Pensavo mi odiassi"

"Ho provato ad odiarti, ma è semplicemente impossibile" sospirò e si alzò dalla sedia "forse è meglio se andiamo a dormire, è presto, e abbiamo dormito entrambi troppo poco"

Harry annuì, così Louis uscì dalla stanza, lasciando il minore nuovamente da solo, a pensare a quello che il liscio gli aveva appena confessato.

Era quasi surreale.

Aveva questa sensazione, la riusciva a sentire nascondersi nel centro del suo stomaco, era strana, era bella.

Era felice.

Louis lo amava. Una semplice frase, composta da tre parole alla quale pensava di non poterci mai più credere.

Un'insieme di lettere che insieme formavano quella che lui pensava fosse ormai una bugia.

Forse non era troppo tardi come credeva. Forse poteva sistemare tutto quanto.

Forse non gli serviva una macchina del tempo per poter tornare indietro e cambiare le cose.

Forse non era troppo tardi.

Forse, quella volta, potevano farcela veramente.

Questa volta, però, stava a Louis.

A Christmas With My Ex || LarryWhere stories live. Discover now