CAPITOLO 13

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Quella notte fu la notte più lunga della mia vita.

Per 12 ore abbiamo parlato poco e niente, nessuno ha chiuso occhio.

"Ho paura, spero solo non le sia successo niente" dice Tya ad un certo punto, tenendole la mano.

"Anche io" dico guardandola.

Tya mi sorride, quasi con compassione.

"Siete molto legati tu e lei, vero?" mi chiede dopo un po'.

"Si, penso di si, ci tengo molto ad Az" le rispondo di getto guardando in basso.

"Andrà tutto bene" ribatte lei dopo un minuto di silenzio, appoggiandomi delicatamente una mano sulla spalla.

Sento gli occhi di suo fratello su di me, mentre ha la schiena appoggiata sullo spioncino dell'uscita della capanna.

I due più piccoli erano a letto, esausti, ma ci hanno messo un po' prima di addormentarsi.

Anche loro erano molto preoccupati per la situazione della sorella.
________

La mattina dopo arrivò finalmente Norm, pronto ad esaminare per bene Az.

Io rimango là, vigile, anche se mio padre mi aveva gentilmente chiesto se potevo andare a riposare almeno un po', ovviamente con scarsi risultati.

"Non ci sono state troppe complicanze, ha avuto solo una crisi epilettica, ma il corpo non ne ha risentito, per fortuna" spiega Norm consultando bene le varie analisi fatte.

Tiro giù un respiro di sollievo, sapere che non le fosse successo niente era già molto.

Eravamo tutti più tranquilli , ora doveva solo risvegliarsi.

Norm prova a farla risvegliare, con un po' di tecniche che falliscono però miseramente.

Escono così dalla capanna per una pausa.

Decido che forse avremmo potuto provare con la Tsa'hìk del villaggio, ovvero Ronal.

Così avviso velocemente Tsireya di chiamare sua madre.

In pochi minuti Ronal era arrivata, e anche se con un po' di esitazione vedendo tutti i marchingegni di Norm, decide di curarla.

Esegue una specie di rituale, le ascolta il battito cardiaco, controlla gli arti quasi pungendola con dei bastoncini di legno.

Nella capanna c'eravamo solo io, Ronal, Nayu e Tya.

Tutti gli altri erano fuori la capanna, aspettando la fine dei controlli di Ronal.

Dopo un po' che finisce di controllare e di curarla, esordisce con un "Deve riposare, datele tempo, avrà avuto sicuramente un brutto spavento", accarezzandole delicatamente la guancia.

Poi esce, dopo che averla ringraziata.

Entrano poi successivamente un po' tutti nella capanna.

"Mia madre le ha controllato velocemente un po' tutto, e poi ha eseguito il rituale delle Tsa'hìk per far risvegliare qualcuno; Tra poco si risveglierà" ci spiega Tsireya, mettendosi accanto a Tya.

Eravamo tutti accanto ad Atsena, nella speranza che di lì a poco avrebbe aperto gli occhi.

Penso fossimo tutti stanchi e abbastanza preoccupati, così che  alcuni iniziarono ad uscire dalla capanna per andare a riposare.

Si sentiva una specie di vuoto senza Atsena, non so come spiegarlo, ma in generale sembrava si fosse fermato il tempo.

Come se tutti stessero penzolando sopra ad un filo, soprattutto io.

"Noi andiamo a controllare Twai e Zukye, tu rimani qui?" mi chiede Tya ad un certo punto alzandosi di scatto.

"Si, rimango qui" dico deciso.

I due uscirono dalla capanna.

Rimanemmo solo io e Atsena in quel momento.

Mi sentii il cuore esplodere.

Vederla lì, mi faceva male, sapere che non potevo e non sapevo come aiutarla.

"Ti prego Az ritorna da me" le dico appoggiando la mia fronte sulla sua mentre la guardo. 

Poi chiudo gli occhi.

Mi mancavano i suoi occhi.

Mi mancava la sua voce.

Mi mancava lei.

Era strano, lo sapevo fin dal principio, che tutto questo fosse strano.

La connessione che provavo con lei, quel legame troppo forte.

No, non potevo essermene innamorato, non potevo vederla.

Ero ancora troppo giovane per capirlo, era ancora troppo presto.

Ma allora cosa siamo io e lei?

La parola amici era fin troppo sforzata, non riusciva ad entrarmi in testa quando pensavo ad Atsena.

Era un affetto oltre all'amore per un'amica, oltre l'amore platonico.

Andava oltre a tutto.

Ma non capivo dannatamente che cosa fosse.

𝐈'𝐋𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐂𝐓 𝐘𝐎𝐔 // Neteyam SullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora