CAPITOLO 32

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Rientrammo nella capanna, e mio padre ci fece sedere.

Eravamo tutti ancora esausti dall'attacco, e necessitavamo sia di riposo, che si risposte concrete.

Come ad esempio com'era possibile che i miei genitori fossero vivi, dopo averli visto all'albero delle anime da me medesima.

"Essenzialmente, Quaritch ci ha ucciso" inizia a spiegare in modo secco e sincero, senza troppi giri di parole.

Mio padre è sempre stato così, e non c'è da stupirsi se anche noi figli siamo molto diretti.

"Non sappiamo bene il perché, ma poi ha deciso di trasferire le nostre menti su degli Avatar, ovvero chi siamo noi ora" continua, poco curante della presenza dei più piccoli che infatti non hanno capito molto della situazione.

"E i vostri veri corpi?" chiedo io ad un certo punto del discorso.

"Saranno affondati insieme alla nave" mi risponde poi mio padre.

Rimaniamo tutti in un silenzio tombale.

"Papà, io non ho capito-" esordisce Twai d'un tratto.

"Non vi preoccupate, capirete meglio col tempo-" confida loro sorridente.

"No padre, meritano di sapere" gli dice Tya, alzandosi in piedi.

"Tya-" la interrompe mia madre.

"No, nostra figlia ha ragione" dice poi mio padre bloccando mia madre.

"Avanti, spiega tu loro cosa è successo" le ordina a quel punto, e Tya non se lo fa ripetere due volte.

Si avvicina ai nostri due fratellini e lancia loro un sorriso di conforto, per poi accarezzargli il capo.

"Sapete, Mamma e Papà adesso sono gli stessi di una volta, si sono solo trasferiti in altri corpi tali e quali a quelli di prima, ma sono sempre loro" spiega mia sorella, nel modo più semplice possibile.

Ripetendo più e più volte che sono loro.

Sono rimasti loro.

"Come Turuk Makto?" chiede ingenuamente Zukye.

"A proposito di Turuk Makto" mio padre non lascia nemmeno il tempo di rispondere a mia sorella, che inizia a darci un nuovo ordine.

Ordine che ha catturato maggiormente la mia attenzione.

"Stimo molto Jake Sully, penso sia un affabile guerriero e patriarca-" inizia a spiegare, prima che io possa interromperlo.

"Arriva al punto" dico guardandolo serio.

"Atsena, non usare questo linguaggio-" mi fa mia madre infastidita dal mio comportamento.

"No, va bene" dice poi mio padre, fermandola nuovamente una seconda volta.

"Non voglio che abbiate più nessun tipo di rapporto con i suoi figli" dice serio.

Mi sento rabbrividire, e mi sento bloccata da qualcosa.

Volevo urlare, disperarmi, ma in quel momento non feci nulla se non rimanere seduta a terra a guardare in modo piatto il basso.

Ma perché?

Avevo finalmente capito i miei sentimenti per Neteyam, sapevo di amarlo.

Sapevo che per lui avrei fatto qualsiasi cosa, gli avevo appena salvato la vita.

Mi chiedevo in continuazione tra me e me cosa ci fosse di male, se io, come i miei fratelli frequentassimo i Sully.

"Perché?" si alza mio fratello di scatto iniziando a guardare storto mio padre.

"Non hanno mai fatto nulla di male-" continua urlando.

"Smettila adesso, siediti" ribatte poi mio padre con aria infuriata.

Mio fratello so risiede, arrabbiato il doppio.

"Stimo molto Jake Sully, e Atsena, sono molto fiero che tu abbia salvato suo figlio. Ma Turuk Makto, è la causa del perché ci siamo allontanati dalla nostra terra, è un portatore di guerra" spiega le motivazioni, ma noi, o più che altro mio fratello, è completamente accecato dalla rabbia.

"Ma padre, abbiamo instaurato tutti un bel rapporto con quei ragazzi" inizia a spiegare lui Tya.

"Non voglio sentire obiezioni, lo faccio anche e solo per il vostro bene. Tra non molto ritorneremo a Guryaka, quindi iniziate a tagliare ogni tipo di rapporto con loro, prima di soffrirci sopra" conclude.

Nayu uscì in fretta e ancora infuriato dalla capanna, senza guardare in faccia nessuno.

Aveva legato molto con Kiri, e quell'ordine gli avrà sicuramente fatto male.

Come me, che però, a differenza sua, rimasi immobile a terra guardando il vuoto.

Neanche il tempo di realizzare, che il mio cuore si era completamente frantumato.

E non so se quelle fratture si potevano ricomporre.

"Nayu-" lo richiama mia madre invano.

"Lascia stare, col tempo capiranno le mie intenzioni" le rispose mio padre, prima di uscire insieme a lei dalla capanna.

Volevo stare da sola, avevo bisogno di sfogarmi.

Anche di urlare, o di piangere.

Ma non avevo le forze.

"Mi dispiace così tanto" mi si avvicinò Tya, abbracciandomi dalle spalle.

I miei fratellini sembravano dispiaciuti quasi quanto me, avendo loro legato con Tuk.

Non avevo le forze neanche di abbracciare mia sorella.

"Ho bisogno di stare da sola ora" accenno, lasciandoli soli per poi uscire dalla capanna.

Mi dirisi verso il mio Ikran, era da un po' che non lo vedevo.

Lo richiamai con quel poco di voce e forze che avevo, e ci salii in sella.

"Portami dove vuoi, solo, lontano da qui" gli sussurrai, mentre iniziò a spiccare il volo dopo aver connesso le nostre code.

Facemmo un enorme giro su tutta la costa, non ricordo bene dove andammo.

I pensieri mi offuscarono la mente, ricordandomi tutto il periodo buio vissuto prima dell'attacco.

Nemmeno una lacrima sembrò scendere dai miei occhi, nemmeno un cenno di tristezza sembrò travolgermi il viso.

Ma le mie pupille, diventarono vuote, prive di qualsiasi tipo di emozione, ma potevo sentirle pesanti, come se stessero per scoppiare.

𝐈'𝐋𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐂𝐓 𝐘𝐎𝐔 // Neteyam SullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora