CAPITOLO 36

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Ci avvicinammo quindi, incuriositi, uscendo dalla vegetazione.

Un ammasso di gente, accentrava uno scenario abbastanza spregevole.

"Io non sono un tuo nemico" gridava mio padre, verso il padre di Atsena.

Lui sembrava volerlo colpire, era in posizione di attacco con un pugnale appuntito color sabbia.

Mio padre non era armato, e non poteva difendersi in alcun modo, se non alzando le mani in segno di difesa.

Atsena li guardava stupita, ma allo stesso tempo arrabbiata.

Afferrò silenziosamente ma velocemente il mio arco, prese una freccia, e si mise in posizione, quasi per incoccarla, prima di mettersi in mezzo tra mio padre e Tuwary.

Quest'ultimo diede una veloce occhiata alla figlia, notando che prima era in mia compagnia.

"Atsena, cosa ci fai con suo figlio?" le chiede minaccioso Tuwary.

"Non rigirare l'argomento ora" gli risponde in cagnesco lei, ancora tenendo in mano l'arco.

Padre e figlia in un'avvincente duello, che però mi preoccupava sempre di più.

Mio padre mi lanciò un'occhiata, facendomi cenno di prendere dalla nostra capanna le sue armi, e così feci.

——————
ATSENA'S POV

"Levati di mezzo" mi consigliò mia madre dietro a mio padre, ma io non eseguì.

I miei fratelli erano increduli, a vedermi lì in mezzo in una faccenda riguardante due uomini adulti, ma soprattutto, una faccenda di cui io non ero al corrente.

Non so perché andai contro ai miei genitori, le persone a cui tenevo di più al mondo, per difendere un uomo cui non aveva nessun tipo di ruolo nella mia vita, se no il padre del Na'Vi che amavo.

Ma io sapevo, che chi avevo di fronte, non erano i miei genitori, ma menti controllate, da non so chi.

Nei loro occhi percepivo una luce diversa, più buia, più oscura.

"Dovrai passare prima sul mio cadavere" risposi ancora in posizione di attacco.

"Ti stai davvero mettendo contro di noi? I tuoi genitori?" continuò a chiedermi mio padre, guardandomi con aria di sfida, come se stessi mandando a monte il suo piano.

"Voi non siete i miei genitori" pronunciai.

Un brivido mi percorse la schiena.

I miei genitori non mi avrebbero mai vietato di frequentare chi amavo.

I miei genitori non si sarebbero mai messi contro Turuk Makto.

I miei genitori non si sarebbero mai messo contro di me, la loro figlia, l'erede del popolo.

"E neanche i miei" mi appoggiò improvvisamente mio fratello, affiancandomi.

Aveva in mano anche lui il suo pugnale, e lo teneva ben saldo, quasi per colpire mio padre.

Mio fratello non mi aveva mai appoggiato sull'argomento di mettersi contro i nostri genitori, ma in quel momento, un fuoco unico ardì i nostri occhi.

"E neanche i miei" pronunciò allora mia sorella, affiancandomi dal lato sinistro.

"State dietro di me, okay?" fece cenno ai miei fratellini, che la seguirono stupiti.

I nostri genitori non si sarebbero mai messi contro di noi, i loro figli.

Ma quel giorno, sembrava proprio di sì.

Improvvisamente, le loro due figure caddero completamente a terra alla nostra vista.

𝐈'𝐋𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐂𝐓 𝐘𝐎𝐔 // Neteyam SullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora