Past - II

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A differenza di Ofelia che crollò in un sonno profondo, Lauro rimase sveglio tutta la notte, incapace di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo. Anche se fisicamente sfinito, il suo cervello era ancora nel pieno della lavorazione. Aveva appena privato Ofelia della sua innocenza. E lei gli aveva esplicitamente chiesto di restarle accanto per sempre. Come avrebbe potuto dormire con questi costanti pensieri nella testa?

Si girò verso di lei per osservarla dormire: i suoi lineamenti erano dolci e rilassati, per non parlare poi dei lunghi capelli castani che erano perfettamente adagiati sul cuscino; una folta chioma ondulata che lui aveva accarezzato così tante volte e che quella sera invece l'aveva stretta tra le sue mani nel pieno di una passione sfrenata. Dormiva in un sonno così profondo che lui non avrebbe mai voluto disturbarla.
Lauro e Ofelia erano sempre stati uniti da un profondo legame affettivo e, in secondo piano, lavorativo. Non riusciva a capacitarsi di come aveva potuto anche solo pensare che una cosa del genere non avrebbe mandato tutto a puttane.
Questo, ed altri pensieri simili, gli affollavano la mente, tormentandolo al punto tale che la testa iniziò a fargli male.

Così si girò sul fianco destro, non che questo potesse risolvere qualcosa, ma almeno non si trovava il viso di Ofelia davanti che, per quanto bella potesse essere, non lo aiutava a rilassarsi. Anche quel costante profumo di cannella lo confondeva a tal punto da perdere totalmente la testa.
Ma Lauro temeva. Temeva di perderla sotto tanti punti di vista: avrebbe perso un'amica, una sorella, una confidente, una collega - e che gran collega, in effetti, la stimava molto anche come lavoratrice. C'era sempre stata per lui, lo seguiva ovunque, non gli aveva mai voltato le spalle, lo aveva sempre difeso ed appoggiato nonostante tutto. E poi, ultimo ma non per importanza, lo aveva sempre tirato fuori dai guai.

E se ora l'avesse persa?
A quale costo?
Prendersi la sua verginità?
Perché?
Era un uomo diverso ora?
Beh, no di certo.
Sarebbe stato un uomo diverso senza di lei?
Sì, perché non sarebbe stato più un uomo.

Aveva la gola secca. Deglutiva in continuazione, illudendosi che mandare giù la saliva lo aiutasse ad ingoiare e digerire anche tutti quei pensieri che stavano impedendo il suo sonno. Nel girarsi e rigirarsi, e nel controllare che Ofelia continuasse a dormire, ecco che un piccolo fascio di luce pervase delicatamente la stanza, dando finalmente a Lauro un valido motivo per alzarsi e distrarsi con qualcosa di veramente produttivo. Ma in realtà voleva solo andarsene. Quindi si alzò, prestando massima attenzione a non svegliarla, raccolse i suoi vestiti da terra e raggiunse il bagno a passo leggero e pesato.

Lasciò che l'acqua bollente della doccia si gettasse violenta sul suo corpo ancora provato dal fuoco della notte precedente, nella speranza che le goccioline potessero, una dopo l'altra, fargli scivolare di dosso il senso di colpa che per tutta la notte non gli aveva permesso di dormire. Tutto ciò, inevitabilmente, fece sì che la doccia durasse più del dovuto. Si asciugò e si vestì in maniera meccanica, senza neanche pensare a quello che stava facendo. Uscì dal bagno e controllò ulteriormente che Ofelia stesse dormendo. Dormiva ancora beatamente, come l'aveva lasciata. Pensò che dovesse essere molto stanca dopo quella notte turbolenta. Poi si svegliò da quello stato di trance e diede uno sguardo veloce alla camera per accertarsi di non aver dimenticato nulla. Senza neanche avere il coraggio di guardarla un'ultima volta prima di andarsene, uscì dalla stanza, socchiudendo la porta al fine di evitare di fare troppo rumore. Attraversò il corridoio a passo veloce con l'intento di andar via il prima possibile, ma appena realizzò di avere ancora la gola secca, decise di provare a bere un bicchiere d'acqua.

Non era solito fare colazione la mattina, ma comunque si sentiva ancora pesante dopo tutto l'alcol bevuto la sera precedente. Aveva bisogno di qualcosa di leggero e niente sarebbe stato meglio di un po' d'acqua fresca. E proprio mentre mandava giù un bel bicchiere in un solo sorso, il suo sguardo cadde sul tavolino del salotto dove c'erano ancora le bottiglie di champagne rovesciate e il cartone di pizza mezzo aperto. Lentamente spostò lo sguardo sul divano e poi sul pavimento. Posò il bicchiere vuoto sull'isola della cucina e sorrise nel ricordare i loro festeggiamenti della sera prima. Era stato così bene, non si era mai sentito così con nessun'altra e se da un lato era contento che questi momenti fossero stati con Ofelia, dall'altro, appunto, temeva di perderla definitivamente.

Natale sotto il cielo di LondraWhere stories live. Discover now