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Si potrebbe pensare che uno dei momenti più belli di un viaggio di lavoro sia il ritorno. Ritrovare le proprie abitudini, respirare aria di casa, tornare nella propria zona di comfort. Eppure quel viaggio di lavoro si era inaspettatamente trasformato in qualcosa di più, tanto da rendere il rientro quasi doloroso per Lauro e Ofelia. Dopo aver lasciato Londra erano rientrati in Italia, ma non erano tornati subito a Roma, si erano recati invece a Courmayeur - una località alpina ai piedi del Monte Bianco - dove avevano trascorso un'intera settimana all'insegna di quella bolla d'intimità di cui avevano goduto negli ultimi giorni di sosta nella capitale britannica. Per questo non era stato troppo traumatico, come invece lo era stato tornare a casa loro.

Per Ofelia non era stato tanto difficile convincere il suo fidanzato - ormai ufficiale - ad accompagnarla a casa dei suoi genitori. Era stata lontana da casa per ben due settimane, passando così anche il suo compleanno ed il Natale senza di loro e, nonostante li avesse sentiti telefonicamente, Anna e Sergio avevano espressamente reclamato la presenza della figlia almeno alla cena dell'ultimo dell'anno. Soprattutto papà Sergio che era a conoscenza della rottura tra sua figlia e Luigi, Ofelia credeva fortemente che suo padre meritasse di sapere cosa fosse successo dopo la loro telefonata. Per gli altri sarebbe stata una sorpresa, nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere e lei era convinta che suo fratello ne sarebbe stato contento, come anche sua cognata Sveva, ma non la mamma. Anzi, temeva che quest'ultima potesse dispiacersi fino al punto di ripudiare la sua scelta nel voler sposare Lauro. Per questo aveva bisogno di tutto il supporto possibile per dare quella notizia e inoltre doveva essere estremamente cauta, onde evitare di ferire i sentimenti dei suoi familiari.

«Mamma, papà? Sono tornata!»

Anche se Ofelia viveva da svariati anni in un appartamento tutto suo, aveva sempre avuto libero accesso alla casa dei genitori, che erano sempre pronti ad accogliere con gioia sia lei che il fratello maggiore, Falco, anche lui sposato e con un'abitazione sua. Erano da sempre stati una famiglia molto unita in cui non era mai mancato un profondo sentimento di affetto, un po' come la famiglia della Mulino Bianco. Ofelia e Falco avevano avuto la fortuna di crescere in un ambiente stracolmo di amore, i loro genitori non gli avevano fatto mancare nulla. Un destino che Ofelia aveva sempre sognato per sé e che ora sperava di costruire assieme a Lauro.

«DISGRAZIATA CHE NON SEI ALTRO! Sei tornata, eh? Ma si può sapere dove diavolo eri finita? Sei stata così vaga al telefono in questi giorni, ma ti sembra modo di comportarsi? Io non ti ho educata così, Ofelia Fieramonti. Sei davvero un'ingrat-»

Signore e signori, vi presento mamma Anna, la fotocopia spiaccicata - dentro e fuori - di Ofelia. Maniaca del controllo e perfezionista fino al midollo. Si era sempre presentata in quel modo agli occhi della gente, pochi avevano avuto il "privilegio" di vederla così, in un momento di totale follia, ma per Lauro - che era sempre stato come uno di famiglia - non era di certo la prima volta. La figlia le era sfuggita per pochi giorni e lei aveva completamente perso il controllo, motivo per cui aveva iniziato a sbraitare come una matta non appena riconosciuta la voce della sua secondogenita all'ingresso, ma si era bloccata immediatamente alla vista di Lauro.

«Lauro, caro! Ci sei anche tu, ma che piacere vederti, gioia mia. Come stai? Vieni, vieni, accomodati. Questa ingrata di mia figlia non mi ha detto che ci saresti stato anche tu, ma non c'è alcun problema, aggiungo subito un posto a tavola.»

Approfittando di quel momento di distrazione, Ofelia provò a svignarsela. L'inizio non era di certo stato uno dei migliori, avrebbe dovuto dire a sua madre qualcosina in più in merito ai suoi spostamenti degli ultimi giorni per non avere una reazione così turbolenta, ma dubitava che non sarebbe andata su tutte le furie comunque.

«Non ci provare, Ofelia! Io e te dobbiamo parlare, mi devi delle spiegazioni. Anzi, le devi a tutte noi.» le intimò la madre, puntandole un dito contro, mentre continuava a cambiare espressione da dura ad affabile a seconda che si rivolgesse a lei o a Lauro.

Natale sotto il cielo di LondraWhere stories live. Discover now