Capitolo 4

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Qualche ora dopo..

Nel pomeriggio decisi di fare una passeggiata per il quartiere per vedere un po' cosa mi riservava il mio vicinato.

Decisi di indossare una gonna di pelle nera, una maglioncino a collo alto marrone ed un cardigan beige che arrivava fino le ginocchia. Optai per delle scarpe comode con un tacco basso perché mi aspettava una bella camminata.

Scesa in strada decisi di chiamare mia mamma, le cui chiamate avevo evitato per tutta la mattina perché troppo impegnata a sbrigare le faccende di casa.

-Tesoro mio! Ma come stai? Ma non ti fai sentire? Così non va bene.. - gridò dall'altra parte del telefono mia madre. Avevo già previsto una reazione simile, dopotutto me l'ero cercata.

-Si mamma, scusa, ieri tra una cosa e l'altra non ho più richiamato, sono andata a letto presto e questa mattina ho sbrigato un po' di faccende – risposi calma.

- Va bene, però non sparire così, mandami anche solo un messaggio quando rientri a casa, quando esci.. rendimi partecipe della tua vita.- ribatté con fare melodrammatico.

- Va bene, mamma, ora sto andando a fare una passeggiata per vedere cosa c'è nei dintorni, ci sentiamo dopo ok? - chiusi in fretta la telefonata, altrimenti avrei dovuto passare l'intero pomeriggio ad ascoltare le sue lamentele su quanto io non comunichi con la mia famiglia.

Nel tragitto pomeridiano notai che il mio quartiere pullulava di locali commerciali. Avevo già incrociato 3 parrucchieri, 2 estetiste, 4 bar ed una farmacia, ed ero solo a metà del mio obiettivo.

Vidi dei nuvoloni preoccupanti che si facevano strada in cielo quindi decidi si fare dietro front e di tornare verso casa prima che un acquazzone mi travolgesse completamente, anche perché oramai era quasi ora di cena.

Sulla strada del ritorno passai di nuovo al pub in cui mi rifugiai la prima sera, e curiosa di vedere quali fossero gli ospiti della serata, decisi di entrare e di ordinare quel panino che mi era piaciuto tanto.

A differenza della sera prima c'era molta più gente, ma riuscii comunque a conquistare un posto su uno sgabello al bancone del bar. Una ragazza che portava i capelli legati prese la mia ordinazione e sparì in mezzo alla folla. Io decisi di gustarmi lo spettacolo. Questa sera il palco era occupato solo da una persona, un cabarettista, bell'aspetto e devo dire anche molto simpatico. Risi di gusto a parecchie sue battute così come la maggior parte delle persone presenti in sala. Ad un certo punto una voce alle mie spalle mi fece saltare dallo spavento.

-Veronica! - gridò.

- Luca! Ciao, anche tu qui? - mi girai d'improvviso.

- Ciao, scusa se ti ho spaventato tesoro non volevo.- un brivido mi percorse la schiena, era più bello di questa mattina. Occhi profondi, sguardo intenso, capelli scompigliati, ed una mise niente male. Giacca di cammello, maglioncino bianco a collo alto, jeans che fasciavano delle gambe muscolose.

- Si, lavoro qui, o meglio il locale è il mio..-

- Oh..- risposi senza fiato.

- Delusa? - mi chiese con fare provocatorio.

- Oh no no, scusa, non me lo aspettavo. Bel posto complimenti. -

- Grazie, Beh ti lascio al tuo drink allora, goditi la serata- si congedò facendo un occhiolino.

Cavolo se era bello, l'agente immobiliare non scherzava mica.

Quando la serata finì, e quasi tutti i clienti avevano ormai abbandonato il locale, decisi di tornare a casa anche io. Mi diressi all'uscita dove trovai un gruppo di persone tutte intente a fissare nello stesso punto. Seguii il loro sguardo ed i miei occhi puntarono verso una ragazza che aveva una camicia in mano.

- Luca! Luca Monti! Esci! - qui la gente ha il vizio di strillare probabilmente.

Alle mie spalle si spalancò la porta, e ne uscì con estrema calma il ragazzo della porta accanto. O meglio, del palazzo accanto.

- Luca, dove diavolo sei finito stamattina? - urlò stridula la ragazza non curante della gente che si era fermata per assistere alla scena.

- Tesoro, non fare scenate. - tesoro. Allora era un vizio.

- Sei scappato, abbiamo passato una notte di fuoco e sei sparito così? -

- Ascolta Sar..Ila..- balbettò

- Emily - rispose sbuffando.

- Ecco capisci il perché sono andato via..- sorrise beffardo.

- Sei uno stronzo!- urlò.

- Mai detto il contrario..- rispose divertito lo stronzo.

La ragazza a quel punto gli lanciò la camicia che aveva in mano e girò i tacchi allontanandosi tra gli sguardi curiosi dei passanti.

- Non credi di essere stato un po' duro con lei?- gli chiesi non appena mi passò vicino per rientrare nel locale.
- Oh sei ancora qui... duro? Bhe effettivamente un po' duro lo sono stato ma non credo che intendiamo la stessa cosa.- mi rispose con tono malizioso sorridendo.
Rimasi di ghiaccio, non me lo aspettavo. Cioè era veramente uno stronzo.
- Buonanotte!- mi sbrigai a rispondere prima che si accorgesse del mio imbarazzo.
- Buonanotte Tesoro!- lo sentii ridacchiare.

Mi diressi dritta verso casa con passo svelto come volessi scappare da quel locale, da quel ragazzo, da quello sguardo.

Mi chiusi la porta dietro le spalle e mi ritrovai in mezzo al salone a riflettere sulle sue parole.
Effettivamente un po' duro lo sono stato. 
Il mio cervello automaticamente figurò lui, i suo occhi, le sue gambe muscolose, ed il suo..
-Cazzo! - sgranai gli occhi.

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