Capitolo 13

18 2 1
                                    

-Quindi era solo una serata di lavoro eh?-  chiese Luca divertito mentre passeggiavamo lungo la Senna.
-Smettila di prendermi in giro..non è stato piacevole sentirsi le mani addosso senza il mio consenso..- ringhiai.
-Dai Rocky, scherzavo,  cercavo di sdrammatizzare un pò- rispose abbassando lo sguardo.
Quella sera c'era una aria frizzantina ma non eccessivamente fredda. Il vento fresco mi solleticava la pelle e mi fece correre un brivido lungo la schiena.
-Hai freddo..- non era una domanda, e mentre scuotevo la testa per tranquillizzarlo lui si sfilò la giacca e me la appoggió sulle spalle.
-Grazie Luca ma non ce n'era bisogno.- dissi imbarazzata.
-Allora, quel tizio..lo conoscevi?- chiese serrando le mandibole.
-Lo avevo appena conosciuto. Il mio capo me lo aveva presentato poco prima dicendo che saremmo dovuti andare d'accordo. A quanto pare ci rincontreremo presto.- dissi con tono nervoso.
-Presto? Che significa? Non devi rivederlo Veronica, parlane al tuo capo e raccontagli che razza di bastardo è il tizio con cui vuole mettersi in affari.- si arrestò mentre quasi mi urlava queste parole.
-Luca tranquillizzati, sei particolarmente nervoso stasera, perchè?- chiesi curiosa della risposta. Speravo mi dicesse che era geloso, speravo mi dicesse che vedere qualcuno toccarmi lo aveva fatto andare in tilt, speravo mi dicesse...
-Nulla, ho dormito poco- non era quello che speravo.
Continuammo a camminare restando in silenzio, facendo qualche commento sugli uccelli che volavano a pochi metri da noi sfiorando l'acqua del fiume.
-Bene credo sia proprio ora di rientrare..- mi disse ad un certo punto guardando l'orologio che aveva al polso.
Erano quasi le 2 di notte ed effettivamente la stanchezza cominciava a farsi sentire.
Arrivammo all'hotel in meno di 20 minuti.
Prendemmo l'ascensore che ci fermò al piano in pochi secondi.
-Non devi per forza accompagnarmi fin davanti la porta, non mi succederà niente sai?- gli dissi prendendolo in giro.
-Buonanotte Ver, sogni d'oro.- si avvicinò e mi lasciò un leggero bacio sulla guancia. Il suo profumo mi travolse, era così vicino che ogni mio tentativo di autocontrollo stava per andare a farsi fottere.
Si allontanò da me e mi fissò per un attimo, finchè non girò i tacchi e si avviò verso la sua camera.
Io rientrai di corsa nella mia per poter finalmente riprendere aria. I suoi occhi così penetranti facevano sempre un certo effetto su di me.
Aprii la porta finestra ed uscii sul balcone per prendere un pò di ossigeno.
D'un tratto sentii bussare alla porta.
La fissai per un attimo cercando di analizzare la situazione. Erano le 2 di notte, l'unica persona che conoscevo ancora sveglia non poteva che essere lui. Sperai che fosse venuto per farmi passare una notte indimenticabile, era quello che volevo anche io. Eccitata ed anche un pò nervosa aprii la porta.
Tutta la mia felicità svaní all'istante, non appena i miei occhi incrociarono uno sguardo che avrei voluto evitare per molto tempo. Andrea.
-Cosa ci fai qui?- chiesi aggrottando la fronte.
- Sono venuto per finire il discorso che avevamo iniziato questa sera..- mi disse malizioso facendo alcuni passi in avanti.
-Andrea vattene per favore, ti ho già detto che non sono interessata..- tentai di respingerlo chiudendogli la porta in faccia, ma era prevedibilmente più forte di me tanto da spalancarla con una mano sola.
-No piccola, non mi è piaciuto come mi hai tratta, e non mi è piaciuto nemmeno come mi ha trattato il tuo amico, non siete stati cortesi..-avanzò verso di me.
-Andrea per favore, lasciami in pace- lo supplicai con voce tremante.
Mi diede una leggera spinta e mi fece cadere sul letto dietro di me ed in un attimo era sopra di me.
-Andrea lasciami stare!- urlai
-Sta zitta, vedrai come ti piacerà. E poi tesoro, se non volevi essere toccata non dovevi metterti questo vestito..- cominciò a baciarmi il collo non curante delle mie proteste.
Ero stanca, impotente, senza forze. Ero tentata di smettere di dimenarmi pensando che se lo avessi lasciato fare magari quell'incubo sarebbe finito presto.
Sentii improvvisamente che il peso sopra di me veniva strappato con forza.
-Allora forse non sono stato chiaro prima..- Luca si avventò sul viscido verme dandogli un pugno sul naso che lo fece scivolare a terra.
-Ti avevo avvisato che dovevi starle lontano, forse il tuo cervello non ha recepito il messaggio..- pugno.
-..non è questo il modo di trattare le donne..-pugno
-..soprattutto quando la donna in questione mi è MOLTO cara!- doppio pugno.
-Luca..- dissi con un filo di voce tra le lacrime. Volevo che quello stronzo la pagasse per quello che mi stava costringendo a fare, ma non volevo che Luca ne rimanesse coinvolto.
-Ora le cose sono due, o ti levi dal cazzo e non ti fai più vedere in giro, soprattutto intorno a Veronica, oppure ti giuro che non riuscirai a camminare per un pò di tempo con le tua gambe..- lo teneva stretto per il colletto della camicia e lo fissava con le fiamme negli occhi.
-..la prima..- sussurò Andrea con il naso che colava sangue.
- Bene, vedo che ci siamo capiti, ed ora sparisci, verme.- lo lasciò andare e lo fissò, finchè non si alzò e sparì fuori dalla stanza. Luca si avvicinò alla porta e furioso la chiuse sbattendola.
Io in tutto questo ero rimasta sul letto, tra le lacrime, a fissare la scena come uno spettatore al cinema.
-Ver, stai bene?- mi chiese Luca sedendosi accanto a me.
Non riuscii a formulare una frase sensata quindi lo guardai solamente negli occhi ed accennai un timido sorriso. Il sorriso non rimase in piedi per molto tempo perchè fu subito affogato da un fiume di lacrime incontrollate.
-Oh, vieni qui..sei al sicuro ora- mi cinse le spalle con un braccio per farmi appoggiare la testa sulla sua spalla, mentre con l'altra mano mi sciugava le lacrime che mi rigavano il viso.
-Grazie..- mi uscii dalla bocca in un sussurro.
-Non devi ringraziarmi..non farlo..MAI!- era serio, era arrabbiato.
-Scusami Luca, non ti ho dato ascolto, mi avevi avvertita, ed avevi ragione..- le parole era uscite senza poterle controllare.
-Di cosa stai parlando Veronica?- mi tirò su il viso per incrociare il mio sguardo.
-Del vestito. A Roma mi avevi avvertita che non avrei dovuto metterlo altrimenti qualcuno mi avrebbe messo le mani addosso..- singhiozzai
-Veronica, non dire cazzate, tu sei e devi essere libera di indossare quello che vuoi, non dare retta alle mie stupidaggini, l'ho detto perchè sei molto bella ed è impossibile per gli uomini evitare di guardarti. Ma io mi riferisco agli uomini, non ai vermi che si permettono di mettere le mani addosso ad una donna senza il suo permesso. E ti giuro che se lo rivedo..- era davvero furioso.
-Sono stanca, Luca, ti dispiace se mi sdraio un pò?- domandai realmente dispiaciuta.
-Ma certo che no, riposati, buonanotte Veronica, domani mattina tornerò per vedere come ti senti- si avvicinò per stamparmi un bacio sulla fronte. Lo afferrai per un braccio, non volevo che andasse via, mi sentivo al sicuro con lui.
-Ti prego, rimani.- chiesi guardandolo negli occhi.
Fece un cenno con la testa e facendo il giro del letto si sdraiò accanto a me, tenendomi la mano finchè non mi addormentai, stremata da quella lunghissima giornata.

E se prendessimo un caffè?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora