Capitolo 12

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Quella sera era prevista una cena per conoscere le altre aziende invitate all'evento. Aprii la mia valigia sul letto e cominciai a tirare fuori tutto il contenuto, mentre i miei capelli ancora gocciolavano sul pavimento. In fondo al mucchio di vestiti tirai fuori un abito nero e subito mi risuonò in testa una frase.:" Fammi un favore, lascia a casa quel vestito, non vorrei venire fino a Parigi perché qualche coglione non tiene le mani a posto". Non ricordavo nemmeno di averlo portato. Lo gettai istintivamente sul letto come se volessi scartarlo a priori. Mentre cercavo qualcosa di adatto alla sera mi fermai un attimo, mi guardai allo specchio. Perchè non avrei dovuto indossare quell'abito? Nessuno poteva dirmi cosa fare o peggio ancora, cosa NON fare. E poi di certo lui non sarebbe venuto fino qui solo per un vestito.

Dopo aver indossato l'abito, truccata in modo leggero ed asciugato e raccolto i capelli in una coda alta, scesi giù nella hall dell'hotel.

-Uao, Veronica! Sei bellissima. - mi prese alla sprovvista Giulio.

-Grazie -risposi imbarazzata.

-Dai ragazzi altrimenti, facciamo tardi. Uao Ver! Stai una favola. - mi prese sottobraccio Laura accompagnandoci verso il ristorante.

-Anche tu stai benissimo Laura! Non è vero Giulio? - chiesi dando una piccola gomitata a Laura che mi sorrise di soppiatto.

Entrammo in una grande sala illuminata da enormi lampadari di cristallo. Vi erano una trentina di tavoli rotondi che riempivano tutto lo spazio a disposizione e su un lato troneggiava un palchetto con un maxi schermo da sfondo. Ci avvicinammo al nostro tavolo e mentre Giulio era distratto a presentarsi ad alcune persone, spostai il suo cartellino con il nome vicino a quello di Laura. Mi sentii un po' Cupido del nuovo millennio.

-E lei è Veronica la nostra web designer.. - mi presentarono un ragazzone alto biondo, occhi penetranti.

-Ciao Veronica, piacere io sono Andrea – allungo una mano ed io la strinsi puntando i miei occhi nei suoi. -Piacere, Veronica. - sorrisi civettuola.

- Andrea è della società Intraweb di Milano. - specificò il mio capo. - Potremmo avviare una collaborazione in futuro, mi raccomando fate amicizia. - aggiunse scherzando.

Ci sedemmo tutti ai nostri posti. Ed un signore distinto, brizzolato salì sul palco.

-Bienvenue mes amis. C'est un plaisir de vous avoir ici en tant qu'invités... - cominciò a presentarci il loro evento ed il programma dei prossimi giorni. Poi finalmente fecero il loro ingresso i camerieri. Morivo di fame.

Il capo si era inaspettatamente rilassato non appena l'aereo toccò il suolo parigino. Ora non faceva altro che riempire di chiacchiere il suo vicino. Laura e Giulio parlavano del più e del meno ridendo tra loro. Io mi ero concentrata sui piatti che andavano e venivano sotto il mio naso. Ogni tanto istintivamente mi giravo come in cercare di qualcuno negli altri tavoli, e puntualmente mi ritrovavo a puntare gli occhi su quel bel ragazzo dai capelli miele. Aveva qualcosa di familiare.

La serata passò in modo piacevole. Scherzammo tanto tra di noi ed ero felice di vedere come tra Laura e Giulio stesse crescendo un'intesa. Decisi di alzarmi un attimo per sgranchirmi le gambe e mi diressi fuori alla balconata della sala.

L'aria frizzantina di quella sera mi solleticò la pelle.

-Tieni, qui fuori fa alquanto freschino.. - udii mentre mi veniva appoggiato qualcosa sulle spalle. Mi voltai e trovai Andrea.

- Oh, ciao. Grazie, non ce n'era bisogno. - risposi in imabrazzo.

- Noi di Milano, siamo galantuomini – scherzò.

- Come procede la serata? - chiesi per cambiare discorso.

- Devo dire che pur avendo partecipato ai preparativi, nell'intento di non annoiare in alcun modo gli invitati, quello che ho trovato qui fuori è di gran lungo più interessante.- strizzò un'occhio.

Ahi, non aveva colto l'antifona. Non ero in cerca di avventure, non volevo ricevere apprezzamenti o avance. Ero qui per lavorare.

-Ti ringrazio per il complimento, ma credo che la serata stia riuscendo benissimo. - risposi educatamente.

Fece un passo in avanti ed io istintivamente ne feci uno indietro, urtando la balaustra del balcone. Perchè la gente prende sempre queste iniziative senza permesso?

-Perdonami, ma sei davvero bella Veronica. L'ho notato non appena ti ho vista. - confessò mettendomi una mano sui fianchi.

- Andrea scusami, ma non è il caso. - cercai di divincolami dalla sua presa.

- Chissà quando ci rivedremo Veronica. Una notte insieme farà bene ad entrambi – mi sorrise malizioso avvicinandosi al mio viso e facendo scendere la mano lungo il mio fondoschiena.

- Ti ho detto di no! - urlai dandogli uno schiaffo in pieno viso.

Riuscii a liberarmi dalla sua presa, e rientrai nella sala con l'intento di tornarmene in camera.

-Ver, tutto bene, hai uno sguardo sconvolto! - mi fermò Laura prendendomi per un braccio. La schivai con uno strattone. - Niente Laura sono solo stanca, torno in camera. -le risposi senza nemmeno guardarla in faccia. Sentivo le lacrime che salivano agli occhi e volevo evitare di farmi vedere in quelle condizioni.

Puntai la hall intenta a buttarmi nell'ascensore. - Veronica aspetta!- Sentii la voce di andrea che mi chiamava. Ero spaventata, ero arrabbiata, ero delusa, ero schifata. Volevo solo allontanarmi da quell'essere.

Spinsi il pulsante dell'ascensore ed attesi lì fissando lo schermo con il countdown dei piani che mi dividevano dalla mia camera.

- Veronica, aspetta ti prego..- mi prese un polso.

- Andrea lasciami ti prego! - avevo paura, ero impotente.

- Non urlare, ti ho proposto una serata alternativa da passare insieme, non prenderla così male. - si avvicinò a me.

- Ehi Veronica! Tutto bene? - una voce che conoscevo bene arrivò dalle nostre spalle. Mi voltai e pensai di sognare.

- Luca..- rimasi senza fiato - cosa ci fai qui?- chiesi cercando un modo di liberarmi del parassita milanese che teneva ancora la mano sul mio fianco.

- Tutto bene? - mi chiese guardando accigliato il viscido.

- E questo chi sarebbe? - chiese schifato Andrea.

- Quello che ti fa il culo se non togli quella cazzo di mano dalla mia ragazza! - abbaiò.

- Non mi avevi detto di avere un ragazzo Veronica - si griò ridendo.

- Non doveva darti nessuna spiegazione, ed ora togliti dalle palle – lo spintonò allontanandolo da me – torna alla tua stupida festa, coglione! -

Andrea non oppose resistenza, probabilmente capì che contro quella rabbia si sarebbe solo fatto male.

-Stai bene? - mi chiese Luca guardandomi negli occhi.

Non riuscii più a trattenermi, scoppiai il lacrime e mi buttai fra le sue braccia in cerca di conforto. Non ero mai stata così. Ero sempre stata una dura, erano gli altri che si appoggiavano a me. Ma con Luca era diverso, sentivo il bisogno di sentirmi protetta da lui.

-Grazie, ho provato ad allontanarlo, non so fino a che punto sarebbe arrivato, gli ho dato uno schiaffo, ma questo non lo ha fermato. - confessai con le lacrime che mi rigavano il viso.

-Tranquilla. Ora capisco perché aveva una guancia rossa e gonfia. Non lo avrai fermato ma almeno lo hai rallentato un po'. Sei una guerriera eh! - mi sorrise asciugandomi una lacrima.

E se prendessimo un caffè?Where stories live. Discover now