Capitolo 6

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-Non te lo ha mai detto nessuno che sei fottutamente sexy? -

In un secondo era sulle mie labbra mente le sue mani si chiudevano sui miei seni. Fece scivolare le sue dita su tutto il mio corpo finché non arrivò al mio punto più caldo. Gemetti mentre la sua lingua seguiva il percorso disegnato dalle sue dita. Si inginocchiò davanti a me, mi abbassò le calze, le mutandine. Ero così bagnata. La sua lingua incontrò il mio clitoride e..

-Oh cazzo! - urlai quando il suono della mia sveglia mi riportò bruscamente alla realtà.

- Oh cazzo- ripetei quasi come un sussurro. Ero fradicia. Quello stronzo era entrato nella mia testa dopo che aveva fatto quel commento inappropriato sul mio vestito.

Veronica ma che cazzo ti prende, non puoi fare sogni erotici sul tuo vicino di casa. Fidanzato. Maleducato. Dannatamente Sexy.

Guardai l'ora e corsi a prepararmi per affrontare un'altra giornata di lavoro.

Arrivai in ufficio in perfetto orario e trovai il capo seduto alla mia scrivania che mi stava aspettando.

-Buongiorno capo! Come va stamattina? - lo salutai cercando di nascondere la mia faccia stravolta.

- Buongiorno Sig.ra Ortis! Ha un aspetto di merda. Ha fatto baldoria ieri sera?- disse senza mezzi termini.

- Ehm si, veramente si, sono uscita con un'amica.- risposi imbarazzata.

- Bene bene. Comunque la stavo aspettando per darle una notizia che sono sicuro le piacerà! -Rimasi in attesa senza dire una parola.
- La nostra azienda è stata invitata al prossimo evento sulla Web communication!- disse dopo un lunghissimo minuto di pausa.

Alle mie spalle iniziarono applausi e fischi da parte di tutti i miei colleghi felici di partecipare ad un evento outdoor.

- Dove si terrà l'evento e quando?- risposi io pragmatica.
- Reggetevi forte. A Parigi il prossimo mese!- enunciò entusiasta.
L'ufficio intero balzò dalle sedie tra fischi ed urla eccitate.
Devo dire che anche io ero felice di apprendere questa notizia. Non capita spesso di presenziare ad un evento così importante e poi avrò finalmente la possibilità di visitare Parigi.
Dopo la notizia bomba che il capo ci lanciò quella mattina, fui riempita di lavoro da sbrigare prima della partenza programmato per i primi giorni del mese successivo. Inoltre avremmo dovuto lavorare ad un progetto da presentare la sera dell'evento per spiegare il nostro punto di vista sulla web communication. La cosa mi eccitava molto, ma avremmo avuto davvero poco tempo a disposizione.

Felice di condividere questa novità con qualcuno, pensai a Sara.
- Stasera ci vediamo, ho una novità fighissima da dirti.- le mandai un messaggio vocale.
Ci vedemmo dopo cena, e decidemmo di passare una serata tranquilla al pub appena dietro l'angolo di casa mia. Naturalmente sapevo che il locale apparteneva a Luca ma in fondo speravo di non trovarlo lì. O forse si?

-Un tavolo per due per favore. - dissi alla ragazza che ci accolse all'entrata.
Ci fece accomodare ad un tavolino appena sotto il palco, che sfortunatamente questa sera sembrava non accogliere nessun tipo di artista. L'aspetto positivo è che avremmo avuto la tranquillità per parlare un po'.

-Allora? Questa novità? - mi chiese impaziente.
- Vado a Parigi, il prossimo mese – dissi con un sorriso che mi squarciava la faccia.
- Avete deciso cosa ordinare?!- ci interruppe un ragazzo che sembrava avere poco più di 18 anni.
- Mmm, si due birre chiare per favore. Grazie- risposi in fretta consegnandogli i menù.
Il ragazzo scrisse la nostra ordinazione sul taccuino e si congedò.
- Vai a parigi? Come, quando, dove, perché? Ma soprattutto senza di me?- schiamazzò la mia amica.
- La mia azienda partecipa ad un evento importante sulla comunicazione e siamo stati invitati ad esporre il nostro punto di vista al riguardo. Dovrei partire i primi giorni del prossimo mese.- risposi fiera
- Brutta stronzetta! E quindi te ne vai a Parigi senza di me eh..brava ragazza, divertiti mi raccomando!- mi disse terminando la frase con un occhiolino equivoco.
-Ti dirò.. effettivamente non vedo l'ora, finalmente potrò visitare Paris e poi magari incontro un bel parigino- risi ammiccante.
In modo involontario mi ritrovai a guardarmi in torno cercando quei due occhi che mi mandavano fuori di testa ogni volta che fissavano i miei, ma sembrava che quella sera il proprietario del locale avesse deciso di non presentarsi.
-Chi cerchi? Sono già tre volte che allunghi il collo oltre la mia spalla..- mi chiese guardando nella mia stessa direzione.
-Shh, stai zitta! Volevo solo vedere se si ripresentava quel maleducato del mio vicino. È il proprietario del locale, ma FORTUNATAMENTE, questa sera ha deciso di bigiare- le risposi abbassando sempre più la voce.
- Si. Ascolta vuoi fare finta che io non sappia che ti piace? Perché se vuoi questo io continuo a fingere di non sapere eh.- mi disse con fare provocatorio.
-Piacere? Guarda lui è proprio l'ultima persona con cui andrei a letto. Certo bello è bello, quella è una cosa oggettiva. Ma da qui a piacermi ne deve passare di acqua sotto i ponti.- sembrava quasi di voler convincere me stessa.
Verso le undici decidemmo di chiedere il conto e di alzare i tacchi.
-Io ho la macchina da questa parte, sotto casa tua non c'era una briciola di posto. Ti dispiace se ci salutiamo qui?- mi chiese con occhi dolci.
-Ma tranquilla, vai e fammi sapere quando arrivi a casa!- le risposi schioccandole un bacio sulla guancia.

Mentre mi dirigevo verso casa pensai a tutti i musei e monumenti che avrei potuto visitare in 3 giorni a Parigi. Sognavo di essere già sugli Champs Elysée, di fare colazione con pain au chocolate.

Mentre cercavo le chiavi nella borsa una voce ormai conosciuta mi riportò alla realtà.

-Lo fai per divertimento o per scappare da me?- mi si avvicinò lentamente.
-Scusami?- risposi girandomi per incrociare il suo sguardo.
-Vai a Parigi per scappare da me, piccola?- disse.
Cosa? E lui come diavolo fa a saperlo.
-E tu cosa ne sai?-
-Ho i miei informatori- mi fece l'occhiolino ed io dovetti resistere ad emettere un gemito. Accorció le distanze che ci separavano e si fermó ad un centimetro dalle mie labbra.
-Fammi un favore, lascia a casa quel vestito, non vorrei venire fino a Parigi perché qualche coglione non tiene le mani a posto- disse in un sospiro. Sentii il suo fiato caldo sulle mie labbra ed io non resistetti alla tentazione di mordicchiarmi un labbro.
Si allontanò da me con sorriso malizioso. -Buonanotte piccola- mi disse dandomi le spalle mentre rientrava nel palazzo, lasciandomi lì senza parole.
Mio Dio questo ragazzo diventerà il mio peggior incubo.

E se prendessimo un caffè?Where stories live. Discover now