Capitolo 10

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Dalla sera in cui Luca mi fece quella assurda confessione non ebbi più né il coraggio né tanto meno il tempo di uscire da casa. Erano passate già due settimane da quella strana serata. Oggi sarebbe stato il mio ultimo giorno prima della partenza. Guardavo le valigie già pronte che avevo sistemato nel corridoio. Avrei visto Sara la sera per salutarla.

Ci incontrammo ad un pub a qualche isolato da casa mia. Quella sera non volevo proprio rovinarla incontrando quello stronzo del mio vicino così decidemmo di cambiare locale.

-Vevi! - gridò una voce amica.

- Ciao Sax! Dai entriamo che fa freddino! - le ordinai.

-Allora? Sei pronta? Domani si parte!! - chiese molto più eccitata di me all'idea di passare una mattina a combattere con tutti i controlli dell'aeroporto.

L'appuntamento era fissato per le 7.30 all'aeroporto per essere pronti all'imbarco delle 9.00.

- Si si, è tutto pronto, dovrei aver preso tutto! Sax vedrò Parigi finalmente! - risposi davvero entusiasta della meta del mio viaggio.

Dopo aver ordinato due birre Sara mi sorprese con una domanda inaspettata.

- Ascolta, non ti ho più chiesto nulla perché ti vedevo realmente sconvolta quella sera. Ma cosa vi siete detti con il Sexy vicino in discoteca? Ho visto che eravate abbastanza "movimentati".-

- Niente Sax..- ero indecisa se confessare o no. Ma la sua faccia da cagnolino bastonato mi diede un motivo in più per farlo.

- Mi ha detto, e cito: Se continui a strusciarti su un cazzo che non è il mio, ti strappo questo vestito e ti scopo qui, davanti a tutti.- confessai con le guance in fiamme fissando un punto nascosto sotto il tavolino che ci divideva.

- Cosa?!- urlò Sara. - Porca puttana Vev, questo tizio ci sa proprio fare! Gli dici per favore se gli va di uscire con me? - mi rispose provocandomi.

- Uscire con te? Perchè? - domandai con gli occhi sbarrati.

- Ahi Vev.. non avevi detto che era uno stronzo? Perchè questa reazione da gelosa?-

- Gelosa? Io? Ma no, solo che mi preoccupo per te. E' uno stronzo non lo meriti.- mentii a me stessa. Forse un pizzico di gelosia lo provavo. D'altronde la chimica e la tensione sessuale che c'era tra noi era innegabile. Io volevo lui. Lui a quanto pare voleva me. Ma non meritavo nemmeno io una persona così. Che ti usa, ti scopa e passa alla prossima vittima. Un classico predatore. Non lo meritavo.

- Sax, è indubbiamente un gran figo, ma non merito una persona così, che ti usa e basta.- ammisi.

- Hai ragione. Adesso brindiamo alla tua partenza! - quel brindisi fu solo uno dei tanti che quella sera pronunciammo.

Qualche ora dopo eravamo a piedi per le strade del mio quartiere che ci sorreggevamo l'un l'altra.

-Sax stanotte resti da me, stai troppo fuori per guidare. - le ordinai ridendo.

- Senti Ver, ho capito cosa puoi fare con lo stronzo. Ripagalo con la stessa moneta! Vai lì scopatelo e domani parti! Sai che risate? - rise a crepapelle.

Riuscimmo ad arrivare barcollanti al mio appartamento e non appena entrate buttai Sara sul divano e la coprii con un plaid. Andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua per riprendermi un po'. Non avevo bevuto tanto quanto Sara ma devo dire che ero molto al di sopra del mio limite.

Pensavo e ripensavo alle parole di Sara. Effettivamente potevo farlo. Potevo ripagarlo con la stessa stronzaggine che usava lui. E poi cosa mi frenava dal togliermi questo sassolino dalla scarpa? Dopotutto scopava bene.

Presi una decisione. Posai il bicchiere, lanciai uno sguardo alla mia amica ormai crollata in un sonno profondo e mi chiusi la porta alle spalle. Attraversai il cortile e trovai il portone del suo palazzo aperto. Salii fino al suo appartamento e cominciai a bussare alla sua porta.

- Luca apri, devo parlarti!- dissi con un filo di voce per paura di svegliare i vicini.

Bussai ancora. Nessuna risposta.

Riprovai.

- Hai finito tesoro?- una voce alle mie spalle mi sorprese. Mi voltai e trovai il diretto interessato appoggiato al muro a fissarmi. Era ancora più figo di come me lo ricordassi. Sentii delle contrazioni nel punto più intimo tra le mie gambe. Cazzo che effetto che mi faceva.

- Voglio scopare. - così. Diretto. Le parole uscirono da sole. Sarà stato l'effetto dell'alcool ma non ero mai stata così diretta e concisa in vita mia.

- Sei sicura? - mi chiese avvicinandosi lentamente.

- Sono sicura signor "strusciatisulmiocazzo".- risposi diretta.

Lui sogghignò e mi sorpassò per aprire la porta di casa. Mi fece entrare in casa sua mentre si dirigeva in cucina.

- Vuoi qualcosa da bere? Magari una Coca Cola? Credo che per stasera tu abbia bevuto abbastanza. - sentenziò.

- La smetti di trattarmi da ragazzina? Ho 25 anni, ne farò 26 tra qualche giorno. - sbuffai.

- Siediti sul divano adesso arrivo.- ordinò

Io eseguii i suoi ordini come un cagnolino. Arrivai al divano barcollando un po' ma riuscii nel mio obiettivo e mi sdraiai. Decisi di prendere il toro per le corna e mi spogliai lasciandomi addosso solamente il mio intimo di pizzo nuovo di zecca. Fortunatamente avevo scelto la serata giusta per indossarlo.

Chiusi gli occhi un attimo mentre ascoltavo i passi di Luca che raggiungeva la sua camera da letto per poi tornare indietro.

Riaprii gli occhi. C'era una luce diversa. Più intesa. Presi il telefono.

Ore 6.45.

Cazzo! Mi ero addormentata!

Porca puttana l'aereo!

E se prendessimo un caffè?Where stories live. Discover now