Un anima da salvare

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Il più piccolo atto
di gentilezza vale
più della più grande
delle intenzioni.
Kahlil Gibran.

Pov Gabriel

<<Lascialo stare.>> dico a Hope.
A volte Damon era incomprensibile o semplicemente voleva stare da solo e allontanava chiunque.
<<E se dovesse combinare qualche guaio?>> mi chiede lei.
<<Se dovesse accadere ci penserò io, va bene?>> le dico, prendedole il viso per poterla guardare negli occhi.
Lei mi fa cenno di sì e mi sorride.

<<Ora dobbiamo andare in classe.>>
Lei mi fa cenno di sì e ci dirigiamo verso la classe.
Voglio solo sperare di non essere a fianco alla ragazza dark, non ho nulla contro di lei, ma era un tantino inquietante.
Appena arriviamo in classe, posso notare con mia somma felicità che la ragazza non c'è.

<<Ci siediamo insieme?>> mi chiede Hope.
<<Certo!>> le sorrido.
Così, per tutta l'ora di algebra siamo seduti insieme.
Vedo le sue espressioni confuse per tutto l'arco della lezione.
Sta cercando di comprenderla, ma non ci riesce, così morde la penna, fa disegnini.
<<Dopo te la spiego io.>> le sussurro.

Si gira per guardami e mi sorride.
Il suo sorriso?
Se dovessi paragonarlo a qualcosa lo paragonerei al paradiso terrestre, a qualsiasi cosa di bello ci sia, all'ottava bellezza terrestra, al canto degli angeli, all'alba.
<<Tutto bene?>> mi domanda lei.
<<Ehm...si!>> le dico.
Non mi ero imbambolato a guardarla come un ebete, vero?
Se ci fosse stato Damon, mi avrebbe preso in giro per il resto dei secoli.

Dopo un'ora, per me piacevole ma per Hope interminabile, la lezione finì.
<<Non ne potevo più di tutti quei numeri, per non parlare delle lettere. A un tratto vi erano solo quelle e i numeri boom, erano spariti. È normale?>> si stava lamentando da quando siamo usciti dall'aula.
Le sorrisi e mi porto un mano sui miei capelli, lo faccio sempre quando sono nervoso.
<<Direi di sì, visto che la matematica consiste in numeri.>>
<<Ok i numeri, ma perchè le lettere? A cosa servono nella matematica? Dobbiamo per caso scrivere un tema con esse?>>
Inizio a ridere, è più forte di me quando vedo la sua espressione confusa.

<<Certo, ridi pure! Tanto per te non è difficile. Quando l'hanno inventata eri lì!>> inizia a gesticolare con le braccia.
<<Anzi, se la matematica esiste è per colpa del tuo capo!>> mi dice e mette il broncio.
Non ce la faccio più, continuo a ridere con più forza.
Non mi sento più lo stomaco!
<<Ora mi spieghi che c'entra lui?>> le chiedo.
<<Me lo stai davvero chiedendo?>> le faccio cenno di sì.
<<Sarà stato sicuramente lui a far venire in mente a qualche umano di crearla, ne sono certa.>>
Le sorrisi, in realtà era così, ma non gli avrei dato conferma.

<<Di cosa state parlando?>> chiese Chanel avvicinandosi alla sua amica.
<<Di quanto la matematica sia inutile.>> risponde Hope.
<<La matematica non è inutile.>> le ricordo.
<<Quella con le lettere sì!>>
Anche la sua amica non potte fare a meno di ridere, per la sua espressione.
<<Si, ridete pure di me!>>

Chanel si asciuga le lacrime, dovute per la troppo risata, e si gira verso di me.
<<Dove è tuo fratello? Di solito voi tre siete inseparabili.>>
<<Non stava bene e se ne è andato prima.>> le dico, sperando che non capisca sia una bugia.
Non sono molto bravo a mentire.
<<Mi dispiace, spero si riprenda presto.>> dice lei.
Le faccio cenno di sì, prima di vedere una luce troppo accessa venire da fuori.
Lui è qui!

<<Scusate devo andare! Chanel stai tu con Hope?>> le chiedo.
<<Non è una bambina, può stare senza di voi.>> mi dice lei.
Vedo Hope fissarmi allarmata, ma non ho tempo per darle risposte, non davanti alla sua amica.
Così, mi precipito verso l'esterno della scuola.
<<Che strano.>> sento mormorare a Chanel, ma ora non mi interessa.

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