Fin che morte non ci separi parte uno

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Date al dolore la
parola, il dolore
che non parla,
sussurra al
cuore oppresso
e gli dice di
spezzarsi.
William Shakespeare.

Pov's Damon

Sono stato troppo duro con lei, lo so.
Ma questo sono io, se mi distruggono io devo distruggere più forte.

Vedo avvicinarsi Chanel ma non la osservo, ciò mi farebbe comprendere quanto sono stato uno stronzo di prima categoria e questo lo so già.
Non ho bisogno di un promemoria.

<<Che cosa hai che non va? Lei ha passato l'intera giornata a chiedersi come stessi e tu ti comporti come uno stronzo?>> mi urla, seguita da Emily.
<<Dovresti vergognarti!>>
<<Sono il bastardo che sono e non ci posso fare niente su ciò.>> dico.
In questo momento avrei tanta voglia di fumarmi una sigaretta ma mi trattengo.

Supero le due ragazze per entrare in classe ma appena varco la soglia mi devo piegare per un dolore al petto.
<<Damon stai bene?>> mi chiede Chanel avvicinandosi.
<<Hope!>>
Le è accaduto qualcosa!

Dopo qualche secondo il dolore sparisce e mi precipito fuori dalla scuola, dove rimango spiazzato dallo scenario che vedo.
La mia principessa è sdraiata sulla strada ricoperta dal sangue.

Corro verso di lei, dove vi è Gabriel steso vicino a lei.
È tutta colpa mia.
È colpa mia.
<<Non è colpa tua, Damon.>> mi dice Gabriel avvicinandosi a me.
<<Non... n-non è...>> balbetto.
<<Respira, tranquillo. Ho provato a salvarla ma a quanto pare ciò non funziona, quindi ho chiamato i soccorsi.>>
<<C-chi è stato?>>
<<Non lo so, non l'ho visto in faccia ma guidava un camion.>>

Mi siedo vicino a lei.
Perdonami, ti prego.
Vivi.
Non morire, perchè io non riuscirei a vivere un'eternità senza di te.
Ti prego, non lasciarmi solo.
Non voglio vivere con i sensi di colpa, con la consapevolezza che se io non avessi detto quelle cattiverie vedrei ancora il tuo sorriso.
Avrei voluto gridare ma dalla bocca non usciva niente.
Sentivo dei mormorii.
Le persone che si avvicinavano per vedere cosa fosse accaduto.

<<Damon, andrà tutto bene. Non morirà.>> mi dice Gabriel ma io non rispondo.
L'unica cosa che riuscivo a fare era guardare il suo corpo inerte.
Inizio a sentire le sirene ma non riesco ad alzarmi, a muovermi o a dire qualsiasi cosa.

<<Damon, sono arrivati i soccorsi. Ho parlato anche con Rose, ci raggiungerà lì. Ora devi alzarti.>>
Come faceva a rimanere così calmo?
Io mi sentivo più vuoto del solito.
Era normale per un demone sentire come se stesse morendo?
Forse, sembrava più una pena.
Una pena che mi stava lacerando dentro, era come se tutti miei organi mi venissero strappati via.

Vedo quando mettono la mia principessa nella barella e cercano di darle il giusto ossigeno.
<<Dai, Damon. Alzati.>>
Gabriel mi aiuta ad alzarmi e mi sostiene quando le mie gambe non vogliono sapere di stare dritte.
<<Andremo con loro, va bene?>> mi chiede ma nuovamente dalla mia bocca non esce nessun suono.
Gabriel continua a tenermi stretto a lui e mi aiuta a salire sull'ambulanza e io gle lo permetto.
Solitamente non gle lo avrei permesso, l'avrei mandato a quel paese ma non questa volta.
Questa volta non ho controllo del mio corpo.
Non riesco a muovermi, a pensare lucido, a parlare, addirittura mi sembra che mi manchi il respiro.
Peccato che a noi immortali l'ossigeno non manchi mai.

***

Dopo poco arriviamo all'ospedale e neanche il tempo di entrare che la portano in sala operatoria.
Ancora non aveva ripreso i sensi, sembrava che non fosse neanche viva.
Perchè quella non era la mia Hope.
La mia Hope era sempre sorridente ma io riuscivo sempre a spezzarle il sorriso.
La mia Hope era allegra, vivace, spensierata ma io riuscivo sempre a privarla di tutto ciò.
Ero la sua rovina e lo sapevo.
Dovrei stare lontano da lei ma non so per quale motivo non ci riesco.
Lei era sempre attorno a me, io più la cacciavo più lei veniva da me.
Non so neanche io il perchè.

Angeli e DemoniWhere stories live. Discover now