Futura regina?

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Pov's Hope

«Gabriel devo parlarti.» dico a quest'ultimo e nel frattempo sorrido a Damon, facendogli cenno di uscire dalla stanza.
Quando rimaniamo nuovamente soli, mi giro verso di lui.
«Cosa mi devi dire? Vi è qualcosa che non va?» mi chiede, mentre mi accarezza il palmo della mano.
«Ho scoperto tutto.»
Lui mi guarda con un cipiglio alzato, non capendo a cosa mi riferissi.

In verità, era stato tutto uno shock ma non quanto mi aspettassi. In fondo, dovrei dare di matto dopo aver scoperto di essere la figlia del diavolo e principessa dei due regni. Dovrei aver bisogno di tempo ma non so per quale motivo mi sembra tutto corretto, come se ora ogni cosa avesse senso e fosse finalmente al suo posto.
Ora so di avere un padre e che non è vero che lui non mi ha voluta. Ok, il padre potrebbe sembrare diverso dagli altri ma non mi importa. Voglio dargli comunque una possibilità.

«Damon mi ha detto tutto. Sono rimasta un po' scioccata ma non così tanto. Ora ogni cosa ha una spiegazione.» gli dico.
«Non avrebbe dovuto.»
«Non l'ha fatto di proposito. Piuttosto ti devo parlare di un'altra questione.»
Avrei dovuto smettere di fingere.
Fingere di provare qualcosa perchè ritenuto giusto da tutti.
Amare non significava che doveva essere giusto ma che ti doveva far stare bene e, anche se volevo del bene a Gabriel, non era lui quella persona.

«Dimmi pure.» mi dice, mentre continuava ad accarezzarmi la mano.
E quando sto per dirlo, sento un dolore assurdo alla testa come se me l'avessero colpita e inizio a vedere una luce bianca.
«Hope!» urla Gabriel, ma non riesco a sentirlo bene.
La mia mente è altrove.

Mi trovo in un giardino e vedo una bambina, potrà avere si e no cinque anni, e sta piangendo.
Mi avvicino a lei e cerco di toccarla ma non ci riesco.
«Stai bene?» le chiedo ma non risponde, non riesce a sentirmi.
È seduta sui gradini di casa sua, quando all'interno si sentono delle urla e poi un uomo uscire di corsa dalla porta.
Non fa caso alla bambina, che però quando lo vede gli corre dietro.

«Papà, ti prego non andare via!» urla, la bambina aggrappandosì alla sua gamba.
«Non chiamarmi più papà, per te non lo sono più.» le dice e cerca di darle un calcio per farla distaccare dalla sua gamba. Dopo poco ci riesce e la bambina cade sul terreno. Le sue lacrime iniziano ad aumentare e inizia a gridare verso di lui, che però non si girà. Qualche attimo più tardi, esce una donna che si avvicina a lei.
«Dai, tesoro torniamo dentro.» le dice dolcemente la donna. Anche lei ha pianto, lo si vede dagli occhi lucidi.
«Non vado da nessuna parte finché il mio papà non torna. Non può essersene andato per davvero.»
«Rose, lui non tornerà.»
Ha detto che si chiama Rose?
«Lui tornerà, lo so.»

La donna si alza, facendomi vedere bene il suo volto. Rimango scioccata nel notare che quello è il volto di mia nonna da giovane...
Lei non mi vede ed entra in casa, senza la bambina.
Mi giro verso di lei.
Quella bambina in preda dalle lacrime è mia madre ma non capisco...
Lei ha un padre.
Lui non se ne è andato.

Successivamente rivedo di nuovo quella luce bianca e quando apro gli occhi rivedo nuovamente la stanza di ospedale dove mi trovavo qualche attimo prima.
Adesso però sono circondata da mia madre, da Damon, da Gabriel e da due uomini che non ho mai visto.

«Cosa le sta accadendo?» grida mia madre, che viene ignorata.
Un uomo che sembra poter avere sulla sessantina e dalla barba bianca, si avvicina a me.
«Hope cosa hai visto?»
«Io non lo so. Non sto capendo cosa mi sta accadendo.»
Lui si siede vicino a me e mi sorride dolcemente.
«L'incidente era colui che doveva scaturire i tuoi poteri. Dovevi morire per qualche secondo ma ora vedo che essi si sono attivati. Cosa hai visto?»
«Poteri? Quali poteri?»
Di che cosa stava parlando? Morire? Ero morta?

«La stai facendo confondere.» disse Damon, che fu ignorato dall'uomo.
«I poteri per poter diventare regina dei due mondi.»
«Regina?»
Lui mi fece cenno di si e mi sorrise.
«Quindi cosa hai visto?» mi chiede, ancora. Come se ciò che mi abbia detto prima fosse una cosa normale.
Mi giro verso mia madre ma non dico nulla. Ciò che ho visto non può essere detto così.

Angeli e DemoniWhere stories live. Discover now