Bugie |13

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"È una lettera inerente ad un caso"
Ci mise un paio di secondi per rispondere, ero certa che stesse mentendo.

"Un nuovo caso?"
Chiesi.

"No, un vecchio caso"

"Ma io non l'avevo notata prima"

"Vuol dire che guardi ma non osservi"
Si creò un silenzio fastidioso nella stanza e io volevo soltanto dire qualcosa di sensato ma non dissi nulla.
Guardai un'ultima volta la lettera e la riposai al suo posto.

"Andiamo a mangiare?"
Chiese improvvisamente Sherlock, rompendo il silenzio.

Annuii. Lasciammo il 221B e ci dirigemmo al fish & chips.
Non parlammo per tutto il tragitto, come se si fosse creata una tensione dopo aver parlato di quella lettera.

"Sherlock"
Dissi improvvisamente.

"Ditemi"

"Ti prenderai cura di Enola?"

"Avevo già in mente di diventare tutore legale della piccola detective, fra poche ore incontrerò Mycroft e sicuramente gliene parlerò"

"E accetterà sicuramente la tua proposta"

"Esattamente"

"Chi è Irene Adler?"
Cambiai del tutto il discorso.

"Ti ho già detto che è un mio vecchio caso"

"Non intendo questo. Chi è la signora Adler, cosa fa nella vita?"

"È una criminale, è una donna pericolosa ma se sai giocare per bene le tue carte ti assicuro che è facile vincere contro di lei"

"E tu le hai giocate le tue carte?"

"Ovviamente"

"E hai vinto?"

"In realta non so se ho vinto e ma la partita è terminata. Lei vuole la rivincita"

"Allora dagli la rivincita"

"Non lo farò"

Decisi di non continuare a parlare dell'argomento. Parlammo di politica, tema detestato da entrambi che però faceva parte di ciò che accadeva attorno a noi.
Mangiammo velocemente e tornammo al 221B. Si sedette sulla sua poltrona ed io guidata dal suo sguardo mi sedetti sul bracciolo destro dell poltrona.

"Oggi sei più bella del solito"
Sentire quei complimenti da un uomo di ghiaccio come Sherlock mi lusingò.

Mentre i nostri sguardi erano intrecciati, mi prese delicatamente per i fianchi spostando il mio peso sulle sue gambe.

"E tu sei troppo romantico per i miei gusti, dovrei preoccuparmi?"
Chiesi sorridendogli.

"Ti ho comprato delle rose"

"Rosse?"

"Rosse."
Sapeva bene quanto io tenessi alle rose rosse. Ci tenevo perché me le regalava mio padre quando ero bambina.

"A cosa devo questo regalo?"

"Quindici anni fa ci baciammo per la prima volta"

"Non dimentichi proprio nulla"
Mi rivolse uno sguardo piuttosto soddisfatto e successivamente mi diede un delicato bacio sulle labbra.

Sciolsimo il bacio e ci guardammo negli occhi per secondi che sembrarono unici ed infiniti.

"Signor Holmes"
Sussurrai.

"Mi dica Principessa Tewkesbury"
Sussurrò lui.

"Mi suonerebbe una delle sue eccezionali melodie?"

A te che mi hai insegnato ad amare. |Sherlock HolmesOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz