𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 𝖈𝖎𝖓𝖖𝖚𝖆𝖓𝖙𝖆𝖓𝖔𝖛𝖊

3.1K 128 91
                                    

PUBBLICATO IL 13-01-23

Ormai sono passate quattro settimane da quel giorno.

Non mi sono mossa da camera mia per nessuna ragione al mondo.

Non sto più mangiando se non sotto costrizione degli altri e non mi muovo dal letto se non per lavarmi aiutata da Megan, in quanto non mi reggo in piedi.

Sono quasi svenuta diverse volte e ho vomitato altrettante volte.

Sono uno schifo e dormo sempre.
Neanche me ne accorgo quando mi addormento se non quando mi sveglio con le palpitazioni per gli incubi.

A volte piango e neanche me ne accorgo, solo quando inizio ad avvertire bruciore dovuto all'irritazione.

Sinceramente della maggior parte delle cose che faccio non me ne rendo conto.

Mi si sono formate delle crosticine sotto gli occhi a causa delle troppo lacrime e ogni tanto si aprono facendo fuoriuscire sangue.

Ho i pugni perennemente chiusi con forza tanto che ho le lunette a forma di unghia conficcate nei palmi.

Bussano alla porta ma io non rispondo continuando a fissare fuori la finestra come faccio sempre rannicchiata sul letto avvolta dal piumone.

《Posso entrare?》riconosco l'accento russo di Dimitri.

Non rispondo e sento i suoi passi muoversi per la stanza fino a quando non me lo ritrovo davanti.

Si inginocchia davanti la mia faccia e mi scansa i capelli dal viso.

《Immagino tu non le abbia curate》esordisce indicando sotto gli occhi.

Non rispondo e continuo a guardare dietro di lui fuori la finestra.

Oggi c'è il Sole e le nuvole sono bianche e assomigliano a zucchero filato.

Dimitri sospira e si alza scomparendo dalla mia vista.

Un uccellino compare dalla finestra e lo vedo volare via.

Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato volare.

Sembra così bello!

Il vento che soffia nelle orecchie, l'aria fredda sul volto, il poter andare via ovunque tu voglia...

Dimitri torna e si inginocchia di nuovo davanti a me aprendo l'acqua ossigenata che ha preso e versandone un po su un dischetto di cotone.

Lo porta sul mio viso e lo tampona leggermente sotto l'occhio destro facendomelo strizzare per il fastidio.

《Ho quasi fatto》mi rassicura tamponando piano.

Passa all'altro occhio e richiude l'acqua ossigenata.

《Io sto andando a vedere Theo. Vieni con me?》Chiede poggiandolo sul comodino.

Non rispondo e lui sospira.

《Ok allora vieni ho deciso io》si mette in piedi e mi toglie la coperta nella quale mi ero avvolta.

《Porca puttana Blair》esclama spaventato.

《Che cosa hai fatto?》Chiede prendendomi la mano.

Fisso la mano ricoperta di sangue con uno squarcio sul palmo senza dire nulla.

《Blair che cosa hai fatto?》urla ancora scuotendomi la mano ferita davanti la faccia.

Io però non rispondo ancora troppo impegnata a fissare una goccia di sangue che cola lungo il braccio fino al gomito.

blood queenWhere stories live. Discover now