VIII

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Era solo un uomo.

Si stringeva le gambe, rannicchiato in un angolo della gabbia. Il corpo era scoperto in ogni punto, eccetto le intimità, celate da stracci rappezzati. La pelle scintillava di un celeste tendente al bianco. I capelli neri bagnati. Il volto nascosto tra le ginocchia.

Provai a stringere gli occhi per metterlo a fuoco, ma nulla. Per un solo secondo, provai pietà per lui. Aveva il respiro affannato, le spalle che si alzavano e abbassavano freneticamente. Mi accinsi in avanti, come a volerlo raggiungere e aiutare, ma un istante dopo, lui si accorse che il telo era stato tolto e alzò il capo. Nei suoi occhi, grandi il doppio dei miei e iniettati di oscurità, vidi il mostro, la bestia... il Macchiato.

Era un ragazzo, il sangue rappreso e il sudore nascondevano un volto giovane e all'apparenza innocente. Si gettò sulle sbarre, stringendole con forza e provando ad allargarle. Digrignò i denti e grugnì frasi incomprensibili.

«Lui è Criel» spiegò il Signore del Mattino, l'espressione incrinata in un'impercettibile tristezza. «So cosa state provando: pietà per un giovane ragazzo tenuto in gabbia. Poi spavento, certo, ma prima pietà per lui.» Ed era vero, lo sguardo dei presenti aveva subìto i miei stessi cambiamenti in quel frangente di tempo. «Vi rende umani, miei cari fratelli, perché vedete in lui qualcosa di simile a noi, e non capita con i Macchiati, di solito.» Fece un cenno con il mento verso il mostro peloso e ululante alla sua destra. «È questa la minaccia. I Macchiati si sono evoluti e alcuni di loro, i più efferati, hanno assunto forma umanoide. Ci sono Macchiati più simili a una sola Regione, i più pericolosi poiché riescono a confondersi tra gli abitanti, e ci sono coloro che si sono macchiati da più Stagioni e che quindi sono facilmente riconoscibili.»

La folla iniziò a mormorare, scioccata da quella notizia. Io non riuscivo a togliere la mano dalla bocca schiusa, il cuore salito fino in gola. Mi odiai per aver provato pietà verso quel ragazzo e non sapevo se essere più sconcertata nel vedere un Macchiato simile a me, o per l'informazione di Aviel sulla possibile guerra. Una cosa era certa: entrambe erano notizie devastanti e sconvolgenti.

Ci acquetammo all'istante quando Criel iniziò a emettere suoni gracchianti, simili a una risata di scherno. «Siete degli stupidi» disse.

Rabbrividii. Parlava la lingua Meteri.

Phabiel roteò gli occhi come se fosse già stufo di quella messinscena, e colpì il Macchiato umanoide con lo scettro argentato, provocandogli continue scariche di energia. Criel si ripiegò sul pavimento, stringendosi su sé stesso e cercando di soffocare i lamenti di dolore, lasciando invece che dalla sua bocca uscissero versi ferini.

«Criel era un abitante d'Estate, ed è rimasto simile agli Acquatici» spiegò il Signore del Mattino, lasciandosi alle spalle Phabiel che torturava il demone. Perché era quella la definizione giusta per un mostro come Criel. Guerrafondaio, instabile, demone. «Ha la pelle ciano, le branchie e le dita palmate come gli Acquatici. Iridi, pupille e sclera neri. Nulla di diverso.» Cercai di vederlo meglio, dato che non ci era mai stato permesso di conoscere un Acquatico dal vivo, ma Phabiel continuò ad atterrarlo con le scosse elettriche. «Ha attaccato una truppa di Guardie dell'Alba nella Foresta Proibita, uccidendo due dei miei figli.» Inspirai a fatica. «Si pensava fosse un semplice Acquatico che aveva preso la pessima decisione di varcare i confini, ma riusciva a respirare fuori dall'acqua senza alghe ed è così che abbiamo capito fosse un Macchiato.»

«Questa è la cosa più affascinante che abbia mai visto in vita mia» commentò Julien, sottovoce. Mi prese una mano e la strinse con foga. Non riusciva a contenere l'entusiasmo, quando io ero terrorizzata dalla somiglianza di Criel a un Acquatico e il suo essere un Macchiato allo stesso tempo.

Il segreto delle StagioniWhere stories live. Discover now