La telefonata

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Voce narrante.
Parve un'eternità, per il signor Oldman, sentire gli squilli dal cellulare.

Un moto di ansia si fece spazio dentro di lui e guardava Gisele in cerca di un supporto, ma sembrava che anche lei fosse nervosa.

Gli squilli sembravano non finire mai, e nessuna risposta alcuna dall'altro capo.

Stava quasi per chiudere la chiamata all'ennesimo squillo al vuoto.
Si sentì esasperato, ma il motivo non seppe spiegarlo, chiuse per un secondo gli occhi e pensò che forse era davvero uno che voleva fare scherzi.

Così tolse il telefono dall'orecchio intenzionato a chiudere la chiamata, ma quando stava per premere il pulsante rosso, si rese conto che erano apparsi i secondi a segnalare che la chiamata era stata accettata.

Gary strabuzzò gli occhi e riportò il telefono all'orecchio, e sentì una voce profonda ma giovanile che continuava a dire "pronto?"

"C'è qualcuno?"

Non parve che egli la conoscesse ma decise comunque di rispondere " sono l'uomo a cui hai mandato una lettera".

Dall'altro capo si sentì il vuoto, anzi in realtà si sentì solo un respiro affannato che parve diventare sempre più forte.

"V-voi siete chi penso che sia?" Balbettò la voce dall'altro capo del telefono con una leggera eccitazione e preoccupazione nel suo tono.
"È...il signor Oldman?"

L'uomo, a quel punto, rispose "sì, sono io".

La voce ebbe un fremito e respirava a fatica e sussurrò sottovoce "Grazie...Dio grazie" Gary lo udì e chiese in tono secco "tu chi sei? Perché volevi che ti chiamassi?".

Ci fu un breve silenzio, ma la voce riprese ancora più ansiosa di prima"ha ragione, mi scusi, è che non pensavo che voi mi avreste chiamato".

L'uomo non rispose, poiché si rese conto che la persona che vi era dall'altra parte del cellulare era piuttosto nervosa e sollevata alla stesso tempo.

"Mi chiamo Gabriel" disse infine "so che il mio nome non vi dice niente, ma non è di me che voglio parlare".

"E allora di cosa?" Chiese secco Gary cercando di sembrare calmo, ma il tono di Gabriel gli faceva presagire che c'era qualcosa che turbava entrambi.

Solo che uno sapeva il movente, l'altro invece ne era all'oscuro più totale.

"Voglio parlare di una faccenda al quanto spinosa, ma prima vi pongo una domanda". Gary deglutì aspettando che egli parlasse "voi vi ricordate di una certa Nikki Brown?"

L'attore sbiancò di colpo divenendo dello stesso colore bianco del divano dove vi era seduto.
Guardò sua moglie Gisele, il quale ella non comprese il motivo della sua espressione.
Cercò di appizzare le orecchie per sentire cosa avesse da dire l'oratore, ma le fu un po' difficile, così attese che egli chiudesse la telefonata prima di poter spiaccicare parola.

Gary abbassò lo sguardo portandolo lontano dalla moglie puntandolo su un punto impreciso del salone.
Nel suo cervello fecero spazio dei ricordi che aveva rimosso, almeno fino a quel momento.
Vennero nella mente come scosse elettriche di una presa, come se qualcuno avesse inserito una spina all'interno di essa.

Fece un lungo respiro profondo, cercando, ancora una volta di sembrare tranquillo, e diede a Gabriel la risposta "sì, me la ricordo".

"Bene, vi ho chiamato perché ha diritto di sapere una cosa delicata e importante, ma non è una cosa che si può dire per telefono" disse Gabriel, ma prima che egli continuasse, Gary lo fermò e chiese "che legami hai con lei? Come la conosci? E soprattutto tu sai?"

Gabriel fece una lieve risata senza emozioni e disse "sono suo figlio, e so cosa è successo".

L'uomo perse un battito e si alzò dal divano con impeto e strinse il telefono.

Gisele si preoccupò e si alzò anche lei guardando il marito, cercando il suo sguardo.
Si sentiva impotente, tagliata fuori da quella conversazione che stava prendendo una piega contorta.

"Cosa vuoi da me?"

"Io non voglio niente, solo che sappia una situazione delicata, ma deve venire qui, per telefono io non parlerò.
Ovviamente la scelta è sua, io non la obbligo, ma se non parlerò io, voi lo saprete in altri modi prima o poi".

Gary ci riflettè per un secondo e guardò sua moglie e continuando a guardarla disse a Gabriel "vedrò cosa posso fare, se è così importante, vedrò di venire a Londra.
Spero per te che lo sia, o ti ritroverai nei guai, ragazzo".

Gabriel ridacchiò"non se ne pentirà, appena avrà preso posizione, mi richiami" e così dicendo il ragazzo chiuse la telefonata, rimanendo un Gary Oldman totalmente basito e scosso.
Ma soprattutto preoccupato, non conosceva il ragazzo, ma conosceva sua madre e dai suoi ricordi, ormai sbiaditi, vide una ragazza dolce con capelli biondi e occhi verdi.
Ma la domanda gli sorse spontanea.
Che cosa voleva suo figlio da lui?

Buongiorno o buonanotte come volte eccomi tornata con un'altro capitolo, un po' corto lo so ma fondamentalmente per questa storia, non credo di aver fatto molto ritardo, o meglio lo spero.

Scusate se fa un po' schifo, ma ricordatevi che io scrivo di notte, se ci sono errori ditemelo.

Spero che vi piaccia e che vi stia incuriosendo.
Vi ricordo che questa FF è la prima che scrivo fuori dal contesto di Harry Potter quindi non mi uccidete.
Se avete domande io vi risponderò fino ad allora vi saluto e come sempre fate i bravi malandrini.😘😘😘

The path of truthWhere stories live. Discover now