Sorridere

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Voce narrante.
Dopo quella giornata, Mary aveva deciso di congedarsi per quel giorno.
Si convinse che era meglio fare una giornata di pausa.

Il titolare Jacob le aveva dato solo un giorno di riposo, dicendo che se l'evento di Halloween non avesse portato frutti, sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe organizzato una festa a tema.

Mary, con una stretta al cuore, acconsentì.
Ritornò nel camerino prendendo la sua borsa e cominciò a salutare gli altri.
Appena arrivò dinanzi a Gary Oldman, si irrigidì.
D'altro canto, l'uomo, le sorrise.

Ella forzatamente lo ricambiò "grazie, per tutto" disse la giovane.
Egli alzò le spalle "non ho fatto niente".

Invece per lei aveva fatto molto, anche se non si conoscevano, ella aveva la sensazione che Gary l'avesse capita più di chiunque altro in quella sala.

Con solo la sua presenza lei si sentì più leggera.
Gary, invece, si sentì rincuorato ad averla convinta a staccare un po'.
Sapeva che ne aveva bisogno.

"Allora, sarà meglio che vada.
È stato bello poterti incontrare, anche se per poco" disse arrossendo sulle gote bianche, e gli porse la mano.

Gary guardò per un istante l'arto e poi le rivolse uno sguardo scettico.
Ella spostò lo sguardo, attendendo che egli stringesse la sua mano.

L'attore non si fece attendere, e la strinse in una stretta salda.
Ma egli, però, senza nemmeno pensare la tirò a sé abbracciandola.

Mary sgranò gli occhi ma non si ritrasse, anzi ricambiò il gesto stringendolo molto forte.

"Lo è stato anche per me. Ma vedrai che ci rivedremo molto presto" sussurrò Gary al suo orecchio in tono dolce.

La giovane sussultò e si staccò leggermente, quel poco che bastava per poterlo osservare in viso.
Gary le riservò un occhiolino complice da sotto gli occhiali, e la lasciò andare.

La ragazza gli riservò un' ultima occhiata, prima di dirigersi verso la sua migliore amica per salutarla.

Kiara vedendo che le si avvicinava le andò incontro e portò le mani sulle sue spalle.
"Ci voleva Gary per convincerti che stavi facendo una cazzata vero? Ad ogni modo, ora torna a casa, rilassati non pensare a niente e nessuno.
E manda un messaggio appena arrivi, ok?" Le disse con fare materno la ragazza dai capelli scuri.

Ella ridacchiò "d'accordo, ti avviserò, ci vediamo dopodomani allora" e detto questo si abbracciarono.

Gary's pov.
Vedo Mary abbracciare la sua migliore amica, mentre ridacchia su qualcosa che le ha detto quest' ultima.

Mentre io sorrido lieve nel vederle.
Sono contento che sono riuscita a farla ragionare.

Anche se comunque da quello che ho potuto notare, oltre ad essere presa da questo evento e la sua situazione familiare, ci si mette anche il suo datore di lavoro a metterle pressa.

Sta vivendo tutto un cumulo di stress e ansia, anche se cerca di non darlo a vedere, anzi cerca sempre di sorridere.

Ma posso capire quanto in realtà lei sia esausta, mi è bastato poco per dedurre che lei non sopporta di essere vista debole dagli altri, vuole cavarsela da sola.

Ma non può gestire tutto questo in solitaria.
Non glielo lascerò fare.

Ella saluta tutti un' ultima volta in modo generico e si avvia verso l'uscita, ma prima di varcarla ella si gira a guardarmi un'ultima volta.
Poi con sguardo basso si avvia fuori.

Non so perché ma ho avuto la sensazione che mi volesse dire qualcosa.

"Allora? Che mi dici?" Hugh mi si affianca e mi guarda con un sorriso furbo.
Io sospiro.
"Non so che pensare, è molto testarda lo ammetto, e credo che, inconsciamente, voleva che noi le dicessimo di fermarsi. Ma è molto orgogliosa per questo non lo ha ammesso.

Ma dopo quello che ho saputo sul suo conto, quello che ha dovuto passare.
Non le do torto se sfoga tutto sul lavoro" dico chinando lo sguardo verso il pavimento.

Sento Hugh schiarirsi la voce " beh non hai torto, però non vogliamo mica che si lasci andare giusto?"

"Assolutamente no" rispondo secco.

"Bene, allora devi riuscire a farla parlare" mi dice Hugh ed io lo guardo in modo confuso.
In che senso farla parlare?

"Non ti capisco".

Egli si mette le mani sui fianchi e chiude per un istante gli occhi, non guardandomi nemmeno.

"Non so se con Kiara parli, ma io ogni volta che le chiedo di parlarmi di come sta, lei devia il discorso oppure cambia argomento, ed anche se cerco di riportarla sul punto lei o rimane muta oppure scappa.
O peggio, dice che va tutto bene, inutile dirti che non le crederebbe nemmeno il più stupido essere vivente, tu sei l'unico che può farla stare bene.
Appena ti ha visto si è illuminata, come una stella, l'ho vista così solo quando si esibisce, quando fa qualcosa che veramente le piace.
Con le persone un po' meno".

Insomma si chiude in sé stessa, anzi oserei dire da come mi pare di capire, che lei si trasforma in un' altra persona quando si esibisce, ma appena finisce ritorna alla cruda realtà che la circonda.
Un po' come quando finisce un film.
"Capisco, e tu pensi che io potrei distruggere il muro che si è creata?" Domando scioccandogli un'occhiata, egli sospira pesantemente, mettendosi le mani in tasca.
"Beh...infondo sei il padre...se non ci riesci tu..." alza le spalle "nessun'altro può".

Ma io sorrido leggermente, se sono l'unico non posso fallire.
E non voglio.
Farò in modo che quella ragazza risplenda anche se mi dovesse respingere con le cannonate.
No, se deve scappare da qui.
Se vuole evadere, preferirei che venisse via con me.

Mi giro e guardo il mio collega, mi aggiusto gli occhiali e ribatto deciso "farò in modo che ella possa tornare a sorridere, è una promessa".

Non so se glielo sto dicendo a lui, o a me stesso questa promessa ma in entrambi i casi intendo mantenerla.

Voce narrante.
Gary era più che motivato di approcciare con la ragazza.
Si sentì colmare da un senso di protezione al suo pensiero.

E un'energia strana prese possesso di lui, tanto e che ebbe la tentazione di seguire la ragazza fuori, così, ignorando Hugh lo fece e a passo svelto si recò all'uscio del locale ma non varcò la porta rimase a fissare fuori dal vetro.
Mary era lì, sulla sua moto, intenta ad allacciarsi il casco, lo zaino attaccato al lato destro della sua Harley.

La vide mettere in funzione il mezzo, il rumore del motore echeggiò per tutta la strada, ma prima che ella potesse abbassarsi la visiera del casco; ella si girò nella direzione della porta del locale.

Appena vide Gary osservarla, sorrise, e lo salutò con un cenno della mano.
Egli ricambiò il sorriso e la salutò a sua volta.

Mary, si abbassò la visiera, tolse il cavalletto e sfrecciò via, sotto un cielo grigio che annunciava pioggia.

Gary la guardò allontanarsi e appena fu sparita dalla sua visuale egli respirò profondamente e uscì dal locale e guardò la strada in modo pensieroso.

Non si accorse che Hugh era alle sue spalle e lo osservava.
Sapeva che era provato ed era conscio che egli avesse mille dubbi e incertezze.

"Ora che vuoi fare?" Chiese schietto.

Gary non lo guardò, ma rispose "mi consulterò con Gisele prima, e domani si vedrà".

"Se vuoi domani ti porto da lei, così vediamo come sta, che ne pensi?"

Egli la guardò con le sopracciglia inarcate"tu...tu sai dove abita?"

Hugh rise "certo che si, e se per questo lei mi ha affidato una copia delle chiavi, in caso di emergenza ".

"Beh mi sembra sensato".

"Si, allora, vuoi andare domani?"

Gary non ci pensò nemmeno "si, assolutamente, è anche un buon modo per approcciare un po' con lei".

Hugh annuì "allora ti passo a prendere io sotto casa, mandami la posizione, domattina verso le dieci".

"Va benissimo".

Buana sera a tutti, eccomi presto sta volta spero che il capitolo vi piaccia lo so che è un po' meh però l'ho fatto in due ore, spero vi piaccia lo stesso.
Spero abbiate passato un buon fine settimana.
Io ora vi lascio, come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e se avete domande chiedete❤️

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⏰ Última actualización: Jun 06 ⏰

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