CAPITOLO 8

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*Il giorno dopo*
Il primo giorno di permesso è andato benissimo, sei stata al mare con i tuoi genitori, avete mangiato le pizze della vostra pizzeria preferita sulla riva del mare e vi siete divertiti come non facevate da tempo, sembrava che fosse tornato tutto come prima, prima di quella maledetta notte. Volevi che quel giorno non finisse mai, volevi che quell'odore di salsedine penetrasse per sempre nelle tue narici, volevi che il rumore delle onde rimanesse per sempre nelle tue orecchie, volevi che il sole cocente si poggiasse per sempre a baciare la tua pelle, volevi restare lì, con i tuoi genitori a ridere e scherzare come facevate quando eri piccola e ti venivano nascoste tutte quelle cose brutte. Ma non poteva rimanere per sempre.
Ciro era, invece, appena uscito.
È il tuo secondo giorno fuori e passa in fretta fin quando non arriva sera. Stai uscendo a cena fuori con i tuoi genitori e stai andando in un ristorante in cui non sei mai andata ma sembra davvero un bel locale.
Arrivate al ristorante e appena entrate vi sedete in un tavolo con vista sulla strada. Sembrava di lusso, era pieno di luci e di decorazioni in oro.
Notate subito che il proprietario vi fissa mentre parla al telefono, ma cercate di pensare all'opzione che meno riguarda il vostro mondo, volete solo passare del tempo insieme mettendo da parte i vostri problemi.
*Dai Ricci e i Valletta*
"Don Salvatore, sono arrivati"
"Perfetto, mo l'avit pedinà"
"Assolutamente, qualunque cosa riferisco a voi" dice il proprietario, scagnozzo dei Ricci, mentre Don Salvatore riattacca e parla con i suoi
"Statm a sntì. Ciro, Pietro e vuij" continua indicando parte dei Valletta e parte dei Ricci "rimanit ndi paragg chi motorin, si succer coccos chiamm a vuij"
"Perfetto Don Salvatò" "Apposto"
"Va buon. Uagliù ammuncenn" ordina Ciro mentre i ragazzi mettono in moto i motorini e li seguono
*Nel ristorante*
Mentre tu e i tuoi genitori state ordinando arriva un ragazzo vestito totalmente di nero con una giacca di pelle e un'espressione un po' arrogante che si siede al tavolo affianco al vostro.
"Io vado in bagno" dici ai tuoi genitori
"Don Salvatore tutto apposto, mo mò veg ij" il ragazzo vestito di nero si alza e ti segue
*Da Ciro, Pietro e gli altri Ricci e Valletta*
"Frmatv cà" fa Ciro
"Cirù secondo me dobbiamo andare più avanti" gli risponde un Valletta mentre Ciro si alza e va da lui
"E a me c m n fott e chell ca pienz tu?"
"Scusami Ciro-"
"O saij c signific a sta nda paranza mij? Ca s fa chell ca dic ij" gli dice con fare minaccioso mentre il ragazzo abbassa lo sguardo
*Al ristorante*
Squilla il telefono a tua mamma "Signò è succies nu burdell"
"Che è stat?" risponde tua madre un po' preoccupata
"Agg sntut che i Ricci e i Valletta vonn vendicà a mort e Antonio Valletta"
"Quando?"
"Sta sera" dice lui mentre tua mamma attacca "Chi era?" le chiede tuo padre
...
*Da te, in bagno*
Arrivi in bagno e appena arrivata nella cabina ti senti una corda al collo. Qualcuno ti sta tirando su e senti perfettamente che i tuoi piedi non toccano più a terra. Non riesci a respirare e neanche a parlare per chiamare aiuto. Non capisci più nulla ma vuoi rimanere sveglia e provi a mettere le mani tra il tuo collo e la corda per allentare la presa, ma non ci riesci. L'unica cosa che senti è qualcuno uscire dalla cabina affianco alla tua per poi lasciarti andare a peso morto priva di sensi.
*Da Ciro, Pietro, gli altri Ricci e i Valletta*
Sentono arrivare verso di loro numerosi motorini che vanno ad una velocità a cui probabilmente un motorino non potrebbe neanche andare, e vedono che tutti i ragazzi su quei mezzi sono armati di pistola
"Uagliù appicciat e motorin forza!" urla Pietro mentre cacciano anche loro le pistole
Inizia da lì un inseguimento e partono anche dei proiettili
"Chi so chist?" urla un Valletta
"So i De Rosa" risponde gridando per farsi sentire Pietro mentre tira un colpo di pistola
I De Rosa continuano a sparare spietati e riescono a colpire dei Valletta facendone scappare altri
"Uagliù nun v frmat!" continua ad urlare Pietro tra gli strilli di dolore dei feriti
L'inseguimento continua, i colpi di pistola diventano più frequenti e tra gente che scivola con i motorini in pozze d'acqua e morti sia da parte dei Ricci e dei Valletta sia da parte dei De Rosa, rimangono solo Pietro e Ciro che riescono a seminare i De Rosa rimasti.
"L'amm smnat Cirù" fa Pietro
"Frmamc cà" risponde il fratello mentre si ferma e spegne il suo motorino
Ad un certo punto squilla il telefono a Pietro, era il padre "Crè Pà?"
"Tutt appost, turnat cà. L'amm fatt for." gli dice Don Salvatore mentre riattacca
"C t'à itt papà?" domanda Ciro
"Ca s'è fatt chell ca sa era fà. L'hann accis"
"Hann accis a chi, Pietro?"
"A Viviana De Rosa"
"C cazz staij ricenn?" alza il tono di voce e preoccupato e arrabbiato nello stesso tempo accende il motorino e arriva al ristorante dove eri tu
"Ciro ma arò vaij oh!" urla anche lui ma non riceve risposta
*Al ristorante*
Ciro è appena arrivato e entra nel locale in modo brusco, voleva solo venire da te. Corre nel bagno
"Viviana" ti chiama più volte mentre apre tutte le cabine fin quando non ti trova. Eri appesa ancora lì con il trucco un po' colato e la faccia pallida.
Lui ti prende, ti toglie dal collo la corda, ti stende a terra e cerca di rianimarti mettendo entrambe le mani sul tuo petto e spingendo con colpi secchi per farti riprendere a respirare ma non succede nulla. Inizia dunque a farti la respirazione bocca a bocca fin quando non prendi un grande respiro, ti alzi di scatto a metà busto, inizi a tossire e ti poggi al suo petto mentre lui ti stringe forte a sé.
"Ciro...perché mi hai salvata?" gli domandi ancora con il respiro irregolare guardandolo negli occhi con le poche forze che hai
"Ciù ciù, noi dobbiamo fare ancora troppe cose, non puoi morire così".

Per rimanere vivi | Ciro RicciWhere stories live. Discover now