CAPITOLO 14

2.2K 38 1
                                    

*Il giorno dopo, il giorno del permesso*
Hai preparato la valigia e i tuoi genitori ti stanno aspettando a casa. Naditza, Kubra e Silvia ti hanno domandato se fosse tutto apposto, data l'ultima esperienza, e ti hanno anche ribadito che per te ci saranno sempre. Sei molto grata di avere loro al tuo fianco, che ti sostengono in tutto sia nei momenti più tristi sia in quelli più felici. Non le cambieresti per nient'altro al mondo, sono la cosa più importante per te, dopo la tua famiglia.
Mentre state per uscire dal cancello viene da voi Gennaro
"M'arraccumann, nun facit guaj"
"Nun t preoccupà Gennà" lo rassicura Ciro mentre ti guarda e tu ricambi sorridendo
Ti volti indietro per un attimo e vedi tutti salutarvi e gioire per voi, poi ti giri di nuovo verso di lui e andate via, insieme.
"C tien ciù ciù?" ti domanda vedendoti un po' preoccupata
"Ciro, non possiamo continuare a fare finta di essere liberi qua fuori"
"E perchè?"
"Perché fuori rimaniamo sempre una De Rosa e un Ricci"
Ti è dura da sopportare questa cosa ma non puoi e non vuoi fingere che non sia così.
"E allor nun c jamm addò e famigl nost"
"C vuò ricr?" continui tu sorpresa dalla sua risposta
"T port o mar, ciù ciù" ti sorride lui che, infondo, sa che hai ragione ma non vuole accettarlo perchè lui ti ama e non può permettere che queste differenze ostacolino i sentimenti tra voi.
Tu ricambi il suo sorriso pensando a quanto Ciro ci tenga davvero a te e a cosa farebbe pur di vederti felice, mentre lui ti avvicina a sè mettendoti il braccio attorno al collo e continuando a camminare insieme.
Arrivate al mare, vi togliete subito la scarpe e poi iniziate a correre sulla spiaggia a piedi nudi per arrivare all'acqua e farvi un bagno insieme. Non c'è nessuno e il mare è spettacolare: sembra un dipinto fatto di sfumature blu e azzurre con qualche punto luminoso dovuto al riflesso del sole cocente; la sabbia è bollente, l'aria è fresca ed è piena di gabbiani che continuano a volare nel cielo senza neanche una nuvola.
Siete in acqua e continuate a schizzarvi e a divertirvi.
Vi baciate e sentite le vostre labbra bagnate dall'acqua salata che si toccano, le vostre lingue che ballano insieme e i vostri occhi chiusi che rendono il momento ancora più magico. Il tutto si fa sempre più intenso e, mentre continuate a baciarvi, uscite dall'acqua e vi sdraiate sul telo, tu sotto e lui sopra
"Comm si bell ciù ciù" fa lui guardandoti negli occhi e divorandoli solo con lo sguardo.
Iniziate a slacciarvi i costumi a vicenda, aspettavate da troppo questo momento. Senti le sue labbra bagnate che si posano sul tuo collo per baciarlo mentre tu chiudi gli occhi e porti la testa indietro. I baci scendono sempre di più e diventano succhiotti, finchè iniziate a farlo.
Infine vi staccate e siete felici, davvero. Ma questo non per l'atto in sè, ma perché è una delle tante dimostrazioni che c'è amore tra voi e dunque l'ennesima conferma che vale la pena lottare per far sì che le differenze familiari non ci siano più tra di voi.
Passate tutto il vostro tempo insieme, vi fate una doccia, vi cambiate i vestiti con altri che avete nelle valigie e fate delle passeggiate sul lungo mare con ancora la pelle scottata dal sole e i tuoi capelli arricciati dall'acqua.
Siete abbracciati mentre camminate e in quel momento non pensate a nulla, tutti i vostri problemi sono come non fossero mai esistiti, ci siete solo voi due e il mare.
Sta per arrivare il pomeriggio e il cielo si sta tingendo di un colore rossiccio. Le vostre famiglie vi stanno ancora aspettando a casa, sono molto preoccupate perché non vi vedono tornare da ore ormai, ma non sospettano che siete insieme. Vi continuano a contattare e a chiamare sul cellulare ma voi questo non lo sapete dato che li avete spenti da quando siete usciti dal carcere.
"A c stai pnsann ciù ciù?" ti domanda mentre continuate a camminare e tu mantieni lo sguardo fisso sul mare
"A quanto ti amo, Cirù"
"E quindi, alla fine, t'agg convint" ride lui
"Eh ma nun t sbattr però" continui a scherzare tu girandoti a guardarlo negli occhi
*Il secondo giorno di permesso*
La scorsa notte avete dormito in un gonfiabile che avete trovato sulla spiaggia e avete mangiato con quello che vi era rimasto in valigia. Questo non perché non avevate soldi per andare da qualche parte a dormire o a mangiare ma perché volevate essere per un po' soli, ma davvero soli.
Hai trascorso la notte dormendo poggiata sul suo petto mentre lui ti faceva da cuscino senza chiudere occhio.
*Di sera*
"T vogl purtà a na part, t fid e me?"
"Se è bello come qua ci vengo"
"Bello quasi quanto te ciù ciù"
Tu sorridi, ha sempre la risposta perfetta ad ogni momento. Nel frattempo continuate a camminare e arrivate in un hotel.
Entrate e all'ingresso trovate un signore vestito in smoking che porge la mano a Ciro e lui gliela stringe.
"È un onore per me, o sapit" continua l'uomo parlando sia con te che con lui mentre tu continui a scrutarlo con gli occhi
"Mo facc trasì" risponde Ciro con tono e sguardo minacciosi
"Subito. Vi ho preservato quel tavolo, il migliore del ristorante e queste sono le chiavi dalla stanza, ovviamente sempre la migliore per voi. Qui vicino c'è anche una discoteca di nostra proprietà e a si c vulit ij v'agg astipat nu post appartat" continua mettendosi totalmente a vostra disposizione
"C'ò vrimm nuij, mo vatten"
"Assolutamente"
"Chi è chist?" domandi a Ciro una volta che il signore è andato via. Sei un po' arrabbiata perché non ti ha detto nulla di questa persona pur non sapendo se la volevi o no.
"È nu servitor e papà"
"E pcché nun m l'è itt ca c stev pur iss?" continui tu un po' innervosita
"Ciù ciù, nun è un important e po mo nun c'avimm pnsà a 'sti cos no?"
Ciro, con le sue parole ti convince di non averlo fatto in malafede anche se avresti preferito che te lo avesse detto. Ciononostante, ti dirigi al tavolo che l'uomo di prima vi ha indicato e Ciro ti segue.
Vi sedete e la serata passa tranquilla tra una portata e un'altra. Siete serviti come se foste delle celebrità e quando finite di mangiare, vi alzate e uscite dall'hotel. Ciro si accende una sigaretta
"Ciù ciù vuò ij a discotec?"
Hai troppi ricordi su quel posto e non sono belli. Ti vengono tutti in mente in quel momento e non riesci a rispondergli.
"Uè ciù ciù" butta la sigaretta a terra e prende le tue mani facendoti spostare lo sguardo nei suoi occhi
"Mo c stong ij, non sarà come quella sera, o primm ca t guard c penz ij"
Tu lo abbracci con lo sguardo un po' fragile e lui ricambia mettendoti una mano dietro la testa
"Grazie Cì" gli dici rimanendo nelle sue braccia e poi andate verso il locale.
Entrate e la musica è già a palla, prendete i drink e iniziate a ballare. Ti sciogli un po', ti senti al sicuro con Ciro al tuo fianco.
Dopo una mezzoretta vi sedete sui divanetti e lui va a prendere da bere. Ad un certo punto, però, la musica si blocca e il DJ inizia a parlare come per comunicarvi qualcosa.
"Buonasera a tutti, grazie per essere qua, spero vi state divertendo. Ho fermato la musica per metterne una che questa sera non era in playlist. La canzone è per una ragazza speciale, Viviana!" parte un applauso e degli urletti mentre Ciro torna da te sorridendoti
"Ti amo" ti alzi e lo vai a baciare ridendo mentre lui ti poggia le mani sui fianchi e tu sulla sua faccia per tirarlo a te
Tutti vi guardano perché hanno capito che tu sei la Viviana di cui parlava il DJ e lui è il ragazzo che ti ha dedicato la canzone.
Il brano è "Tu si a drog p me" di Lele Blade e tutti in pista vi scatenate.
Dopo qualche ora uscite fuori per tornare nella vostra camera d'hotel. Siete stanchi e vi mettete subito a letto.

Per rimanere vivi | Ciro RicciWhere stories live. Discover now