Capitolo 17

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All'unione di due anime costanti io mai

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All'unione di due anime costanti io mai

porrò impedimenti.

Amore non è amore se muta quando

scopre

un mutamento o tende a svanire quando

l'altro si allontana.

Oh no! Amore è un faro, sempre fisso che

sovrasta

la tempesta e non vacilla mai.

Amore non muta in poche ore o

settimane,

ma, impavido, resiste al giorno estremo

del giudizio;

se questo è errore e mi sarà provato,

io non avrò mai scritto e nessuno ha mai

amato.

[versi tratti dal sonetto n° 116]

William Shakespeare

~☔️~

«Hestia?» qualcuno pronuncia il mio nome ma lo sento come un brusio lontano. Apro a fatica gli occhi per capire dove sono e cos'è successo.

Mi ritrovo nella mia camera, sono sdraiata sul materasso e attorno al letto sono presenti varie figure, pian piano riesco a distinguere i volti di tutti.

Theseus, alla mia sinistra, seguito dalle tre gemelle, il maggiordomo e infine... Mia madre.
Batto un paio di volte gli occhi, giusto per assicurarmi che non sia un miraggio, poi guardo Theseus.

«Sto bene» sussurro, lui annuisce e fa uscire tutti. Tutti tranne la donna alla mia destra.
Devo chiamarla madre? Delti? Domestica?

«Ho molto da raccontare» incalza lei, sedendosi ai piedi del letto. La guardo con un sopracciglio alzato, «sì, dovresti.»

Non capisco quali siano, al momento, le mie emozioni. Non capisco se sono arrabbiata con lei per avermi abbandonata ancora in fasce, o sono delusa perché non mi ha mai cercata, o felice perché siamo qui, insieme, dopo diciotto anni.

Hestia CravenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora