𝒬𝒰𝒜𝒯𝒯𝑅𝒪

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ARTEM

"Dice di fare il figo
ma non so ancora come
vento tra i capelli,
mano dietro alla nuca"
-Lana Del Rey

𝒩𝑒𝓂𝒾𝓃𝒶 mi trascinò via dal Boundaries e il resto del gruppo ci seguì. La sua mano era sotto al mio braccio e lo stringeva delicatamente; benché avrei preferito evitare il contatto fisico, non volli contrariarla per non metterla in imbarazzo né apparire strambo agli occhi dei miei nuovi amici.

Il termine "nuovi amici" suonava strano e quanto più lo ripetevo, tanto più sembrava surreale. Guardandoli, sembrava quasi una bugia. Avere qualcuno estraneo che si preoccupava sinceramente per me era un'esperienza insolita, ma ero sicuro che con il tempo mi ci sarei abituato. Quel giorno avevo conosciuto anche gli altri tre membri della comitiva. Nic Torrence, diciassettenne dai capelli lunghi e ricci color nocciola, occhi dello stesso colore contornati da una leggera matita nera e uno stile particolare, simile a quello di Émilien ma forse migliore. Era socievole e amava il sarcasmo, infilando una battuta in ogni frase come se fosse essenziale. Tuttavia, la sua personalità non era apprezzata da tutti proprio per questo suo modo di fare. Skylar Field, la fidanzata, era la sua controparte femminile, identica a lui caratterialmente e nello stile. Alta per la sua età, dalle curve al punto giusto, con i capelli ricci abbastanza corti, la pelle chiara e gli occhi verdi. Mi osservò in silenzio con un sorriso timido quando mi avvicinai, sussurrando il suo nome così debolmente che faticai a comprenderlo.

Infine, mi presentarono l'ultimo membro e sospirai di sollievo, la parte più imbarazzante era passata. Fadwa Petit, una ragazza bassina e timida, con grandi occhi castani dietro gli occhiali dai motivi bizzarri. Il modo in cui mi guardava mi fece quasi ridere, sembrava non aver mai visto un ragazzo alto. Mi limitai a pronunciare il mio nome e a distogliere lo sguardo.
-Che bello, siamo tutti qui stasera-, osservò Kenneth e Nemina sospirò. -Non proprio...- aggiunse. Lei non c'era ancora una volta, cosa che mi dava sui nervi. Questi erano i suoi veri amici, eppure Nemina diceva che non si univa mai a loro, probabilmente troppo impegnata a gestire la fama. Tornammo al parco dei bambini, mentre gli altri correvano a giocare. Io e Nic rimanemmo a guardarli, ridendo della loro spensieratezza. -Sono dei bambini, ma sono divertenti- confessò Nic e concordai con un lieve sorriso.

-Mi fa piacere che ti trovi bene con noi. È strano che qualcuno abbia chiesto di unirsi spontaneamente al nostro gruppo. Prima eravamo tutti emarginati- quasi sussultai a quelle parole. Gli emarginati erano quelli senza un gruppo di appartenenza, derisi e chiamati così perché, secondo la mente malata della città, se non avevi amici eri automaticamente strano e dovevi essere allontanato. Non esprimevo mai il mio dissenso, poiché non essendo cittadino a tutti gli effetti non avevo diritto di parola. Se avessi contestato quella regola, sarei stato considerato strano anche io e sarei diventato un emarginato.
E non mi andava siccome quell'azione e reputazione avrebbe rovinato anche mia sorella.
-Laetitia ci ha salvati tutti. Ha creato questo gruppo e radunato tutti gli emarginati che conosceva. Grazie a lei, le persone hanno smesso di prenderci in giro. Le sarò sempre grato per questo- disse con occhi lucidi, rivolgendosi poi alla fidanzata che si dondolava felicemente sull'altalena.

-Soprattutto per averla salvata. Sky era costantemente vittima di bullismo per questo motivo e quando Laetitia le ha aperto le porte nel suo gruppo di amici, i compagni di classe hanno smesso di tormentarla con nomi offensivi come...- si bloccò per un momento e prese una boccata d'aria. -Depressa, emo, strana, malata mentale, emarginata, e così via... senza contare gli insulti riguardanti la sua sessualità, che erano ancora più pesanti e preferirei non...-
-Tranquillo, ho capito- lo interruppi nel bel mezzo del discorso e invece di essere irritato, sembrò sollevato e mi sorrise. -Ero nauseato da quelle parole e affranto dal fatto che nel 2022 ci fossero ancora persone pronte ad insultare qualcuno per la sua sessualità o stile. La società sembra volere tutti uguali, non tollera la singolarità dell'individuo ed io ormai me ne sono fatto una ragione.-

Zaira mi abbracciò da dietro e Nemina la affiancò, il mio corpo si irrigidì al contatto così inaspettato e lei mi diede una pacca sulla spalla. -Dai, rilassati!- Esclamò e rise di gusto davanti alla mia espressione, parte scioccata e parte sorpresa. Fadwa puntò lo schermo del suo telefono verso Nemina, che strizzò gli occhi nel tentativo di leggere. -Non capisco- ammise e Fadwa pizzicò pollice e indice sullo schermo per ingrandire l'immagine. -La storia Instagram postata da Dorian. Hanno intenzione di organizzare una festa tra due sabati. Laetitia mi ha scritto per chiedere se qualcuno volesse partecipare-rispose la ragazza, sistemandosi gli occhiali sul naso.

-Ecco perché non è qui stasera- osservò Nic e Rajin annuì. -È occupata con l'organizzazione, ma ha promesso che sabato prossimo sarà con noi per un po'- rispose il ragazzo mentre digitava qualcosa sul cellulare. Fadwa sospirò e la vidi messaggiare con qualcuno per qualche secondo, per poi alzare lo sguardo e fissarci uno ad uno con espressione interrogativa. -Quindi, chi andrà?- Si scambiarono uno sguardo tra di loro e alcuni fecero qualche passo indietro.
-Io no, preferisco passare la serata qui anziché andare a una delle loro feste- confessò Sky sotto lo sguardo amorevole del fidanzato. -Allora anch'io, se Sky non va io non parteciperò e starò con lei- concluse Nic e gli altri annuirono. -Forza ragazzi, Laetitia ha bisogno di un numero altrimenti non riuscirà a mettere da parte i biglietti- incitò Fadwa gli altri e Nemina e Rajin accettarono, così come Kenneth, Zaira e Laramey.

-Bene, io parteciperò insieme a voi, manca... Artem. Tu cosa farai? Te la senti di unirti a noi?- Partecipai solo una volta ad una festa di Dorian e non sapevo che dietro all'organizzazione ci fosse anche Laetitia. Che fossero una bomba era risaputo, ma l'ultima volta che avevo acconsentito ad accompagnare Roman, mi ero ritrovato misteriosamente a fumare canne e bere una quantità enorme di alcol, ricordavo poco e niente di quella serata. Quindi l'idea di andarci non mi suonava male ma il pensiero di stare con lei nello stesso luogo invece... era un po' più complicato da accettare. Non averla nei paraggi risultava facile, non ero attratto dal magnetismo che sprigionava, non sentivo i suoi occhi profondi bruciarmi sulla pelle, non udivo la voce sottile che usciva delicatamente da quelle labbra piene e rosse. Come si dice, "fuori dagli occhi, fuori dalla mente" ma in quel caso l'avrei avuta davanti per tutta la serata, quindi "fuori dalla mente" un paio di palle.
-Si- risposi senza pensare e quando mi resi conto di aver parlato fu troppo tardi perché Fadwa aveva già scritto e mandato il mio nome. Cazzo, pensai ma ormai non potevo tirarmi indietro.

Sarei stato per tutta la serata nello stesso posto dove c'era lei e cercavo di non immaginare cose brutte o di farmi prendere dall'ansia. Pensai che forse potevo approfittare dell'occasione per conoscere meglio il capo della comitiva a cui appartenevo, senza considerare quel piccolo problema che rendeva irrealizzabile quel mio desiderio: il suo essere sfuggente come l'aria tra le dita.

Baby, i'm yours Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin