𝒮𝐸𝐼

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ARTEM

𝐿𝒶 parte più fastidiosa delle feste, a mio avviso, era la musica. Era davvero odioso il volume a cui veniva messa, così come le persone che urlavano nelle orecchie passandomi accanto. Nemina stava vicino a me e scrutava attorno con aria sospettosa, avendo ricevuto il consiglio di Fadwa di non indossare vestitini a causa dei ragazzi.

In quel momento camminava tra sguardi affamati e tirava costantemente i lembi del vestito verso il basso. La trovai appiccicata a me, ma ero certo che fosse un gesto involontario, tuttavia non mi infastidiva. Quel suo atto inconsapevole significava che lei si fidava di me e nonostante non amassi il contatto fisico, in quel caso avrei accettato di tenerla vicina ancora di più se avesse contribuito a farla sentire al sicuro. Avendo una sorella, sapevo cosa significasse vivere con la paura e avrei protetto qualsiasi donna da quelle situazioni di merda. La festa era appena cominciata ed era già affollata di persone; l'odore di alcol catturò subito la mia attenzione e il mio sguardo si spostò verso il bancone degli alcolici. Pensai che forse era il posto giusto per trascorrere il resto della serata. Comunque, era esattamente come me la ricordavo, o meglio, come ricordavo quel poco che era successo. Ad ogni festa c'era un tema diverso e quella volta avevano optato per il "tema discoteca". Ogni persona nella sala era vestita in modo vistoso, con occhialini che si illuminavano al buio e abiti luccicanti.

Solitamente avrei trovato ridicolo il tutto, ma devo ammettere che quella festa mi fece cambiare totalmente idea e mi sentii subito a mio agio. Diverse ragazze mi mandarono occhiate seducenti e iniziarono a ridacchiare tra di loro. Le ignorai completamente. Quel tipo di ragazze non catturava il mio interesse, tantomeno i miei occhi addosso. In gruppo raggiungemmo il tavolo riservato da Laetitia, piuttosto appartato, e ci accomodammo. Rajin era vestito quasi interamente di rosa, con gli occhiali fosforescenti a completare il look. Lo trovai stranamente affascinante, ma allo stesso tempo divertente... inevitabile conciato in quel modo. Laramey indossava un vestito corto e verde con delle spalline sottili che a stento lo sorreggevano, anch'ella molto vistosa. Stesso modello, ma arancione, per Zaira, che nel frattempo si era già distaccata per parlare con un gruppo di ragazzi, mentre rideva in modo stridulo per attirare quanta più attenzione possibile. L'abito di Nemina, invece, era lungo fino alle ginocchia e di un bel colore blu scuro. Le stava benissimo, ma continuava a sentirsi a disagio poiché aderiva perfettamente alle forme, mettendole in risalto. Gli unici più sobri eravamo io e Fadwa: lei indossava un completo bianco pantalone e top, mentre io avevo un semplice jeans e una maglietta. Appena raggiunto il gruppo, Rajin mi guardò sconvolto quando si accorse che non avevo rispettato il tema, mentre notai Fadwa imbronciata, sicuramente perché anch'essa aveva subìto la stessa reazione prima di me.

L'unico assente era Kenneth, aveva annunciato che si sarebbe unito a noi più tardi. Essendo il fratello di Laetitia era suo compito accompagnarla e sapeva bene che la festa sarebbe stata piuttosto noiosa fino al suo arrivo. La sua presenza avrebbe automaticamente animato l'atmosfera e tutti la stavano aspettando. Anche io la attendevo con trepidazione. Avevo pianificato di parlarle e conoscerla, ma tremavo all'idea di avvicinarmi a lei, figuriamoci farlo davvero. Continuavo a non comprendere l'agitazione: per la prima volta, non riuscivo a trattenere le emozioni e mi sentivo quasi sopraffatto dall'ansia. Mi dicevo che era solo perché non avevo mai parlato con una persona così influente, ma poi mi ricordai di essere un caro amico di Émilien, che era la stessa cosa. Decisi di ignorare quella voce interiore che mi sussurrava che quella spiegazione non aveva senso e che stavo solo cercando di convincermi, sperando di non dover affrontare altre verità scomode.

Zaira tirò Nemina in pista, seguita da Rajin che si unì alla folla in un'esplosione di energia. Rimasi solo con Fadwa, la quale stava conversando con altre persone sedute al tavolo accanto al nostro, mentre fumavano sigarette. Guardandomi attorno mi sentii disorientato: ognuno sembrava a suo agio in compagnia, tranne me.
Zaira continuava a flirtare con alcuni ragazzi, che ridevano e le lanciavano sguardi famelici. Mi sedetti a un tavolo e accesi una sigaretta, senza togliere gli occhi da Zaira per precauzione. Pensavo che avrei dovuto procurarmi una canna al più presto; era il motivo principale per cui ero lì e non avevo intenzione di sprecare la serata da solo con un misero pacchetto di sigarette.

Baby, i'm yours Where stories live. Discover now