𝒟𝐼𝒞𝐼𝒜𝒮𝒮𝐸𝒯𝒯𝐸

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ARTEM

"Il nostro è un amore
che ho stretto forte"
-Lana Del Rey

-𝐻𝑒𝓎 fratello, ti aspettavamo.-
Disse Roman facendo scontrare il pugno col mio in un saluto amichevole. -Sarò qui solo per un breve periodo, mio padre ha bisogno di un aiuto con il lavoro e devo alzarmi presto domattina.- Il ragazzo annuì, mentre io mi preparai a salutare gli altri membri del gruppo.

La maggior parte faceva parte della cerchia di amicizie di Émilien; li conoscevo e alcuni erano a conoscenza della mia esistenza, ma non abbastanza da poterli definire amici, ovviamente, né tanto meno da intrattenere una conversazione oltre il saluto. Émilien mi salutò con un ghigno al quale risposi con un leggero cenno del capo, così come fecero Lukas ed Isaac, seduti al suo fianco. Mi venne in mente che forse avrebbero dovuto iniziare a richiedere una compensazione monetaria, considerando che fungevano da guardie del corpo senza alcun compenso... se fossi stato al loro posto certamente lo avrei fatto. Ci trovavamo nella Villa e per essere sinceri, non avevo alcun desiderio di essere lì. Tuttavia, preferivo quella situazione all'atmosfera tesa in casa, soprattutto a causa della disputa continua tra mia madre e mio padre. Quindi, nonostante il mio scarso entusiasmo, mi ero sforzato di fare un salto insieme a Max per visitare mio cugino. Mi sistemai sulla panchina e accesi una sigaretta godendomi la brezza fresca della sera. Era fine luglio e, nonostante il caldo, fortunatamente in quella città si stava sempre freschi d'estate. Quindi la sera era un piacere prendere aria, specialmente senza il rischio di sciogliersi.

-Oh, cazzo ragazzi- esclamò uno dei membri del gruppo del chitarrista, alzandosi visibilmente emozionato, ma in quel momento non gli prestai attenzione. Parlottavano tra loro mentre ero completamente assorto nei miei pensieri, rivivendo mentalmente la sera precedente e il mio incontro insolito con la ragazza dai capelli rossi. Iniziai a pensare di essere impazzito, doveva essere così. Perché mi sembrava di percepire uno sguardo diverso, uno sguardo che non mi aveva mai rivolto prima. Non che mi guardasse spesso, sia chiaro, ma ero convinto che ci fosse qualcosa di insolito, qualcosa che non riuscivo a spiegare a parole.

L'avevo colta ad osservarmi e in quel momento mille domande affollarono la mia mente. Avrei voluto sapere cosa l'aveva attratta di me, cosa precisamente stava guardando e quali fossero le sue impressioni su di me. Era così straordinariamente bella che mi sentivo smarrito, specialmente nel momento in cui, incredula, mi aveva chiesto come facesse a ricordarmi del suo amore per la Luna.
"Ricordo sempre le cose che mi interessano", avrei voluto risponderle ma le parole sembravano scollegate dal mio cervello, e probabilmente mi considerava un coglione.
Che figura di merda, Artem, sei veramente uno stupido.
Mi sorprendeva il fatto che fosse così sconcertata; nessun ragazzo l'aveva mai trattata così? Eppure, lo consideravo un gesto così semplice. Una banalità quando si è interessati a qualcuno, eppure...

-Dorian ha annunciato una nuova festa- riferì qualcuno.
-Davvero? E quando sarà?- Chiese Émilien.
-Il 28 luglio in onore del compleanno di Laetitia- rispose un altro.
Sollevai improvvisamente lo sguardo nella direzione del ragazzo che, nel frattempo, stava mostrando la storia Instagram pubblicata da Dorian. Avevo quasi dimenticato che da inizio mese un angolo della città fosse decorato in suo onore. Mancavano pochi giorni al suo diciottesimo compleanno e Dorian non perdeva occasione per festeggiare. L'odio che nutrivo nei suoi confronti era incommensurabile e molto probabilmente, se all'epoca avessi avuto l'opportunità di picchiarlo, non ci avrei pensato su più di due volte.
-Ma hanno cambiato location, non sarà organizzato all'Apocalypse- continuò il ragazzo.
-Strano e dove si terrà?- domandai.
-In un posto insolito, Decadence, mai sentito nominare.-

Baby, i'm yours Where stories live. Discover now