𝒞𝐼𝒩𝒬𝒰𝐸

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LAETITIA

"A volte è il silenzio
a guidare la mente
a trasferirsi in un posto
così lontano"
-The Neighborhood

𝐸ro entusiasta di mostrargli l'abito che avevo scelto appositamente per lui, desiderando ottenere il massimo delle sue attenzioni. Anche se già fidanzati i suoi complimenti mi provocavano sempre un certo effetto, quindi mi sforzavo di riceverne altri.
-È arrivato- Nemina mi diede un colpo di gomito nelle costole per farmi notare la sua presenza e gemetti per il fastidio.

-Ahia, Nemina- mi sfregai la parte dolorante mentre osservavo il ragazzo aprirsi un varco tra gli altri e salutare gli amici. Fu subito circondato dalla maggior parte dei presenti e abbassai lo sguardo vedendo alcune ragazze seminude lanciarsi a salutarlo.
-Vai in bagno, ci penso io.-
Seguendo l'indicazione della mia migliore amica, mi muovevo senza essere notata poiché l'attenzione di tutti era concentrata su di lui. Nemina si sarebbe fatta strada tra la folla per informarlo di incontrarmi privatamente e io tremavo d'impazienza. Indossavo un elegante abito marrone che si adattava perfettamente alle mie forme, con lievi strappi sotto il seno e sulle costole. Quella sera avevo ricevuto numerosi complimenti, apparendo raffinata e per niente volgare. La porta si aprì dietro di me e mi voltai rapidamente, incontrando quegli occhi scuri di cui ero perdutamente innamorata. -Ehi...- riuscii appena a pronunciare e lui mi sorrise. Si avvicinò e mi prese per i fianchi, stampandomi un bacio. -Mi sei mancato.-
-Anche tu, piccola.- Appoggiò la fronte sulla mia e un vortice di emozioni mi investì, tanto forte da far vacillare le mie gambe.
-Ho comprato questo vestito pensando a te, soprattutto a quando potrai togliermelo. Ti piace?- Lo scrutai con attenzione, -Molto, sei bellissima- rispose sorridendo.
Ma improvvisamente il suo sorriso si spense quando gli occhi si posarono sul mio petto e io lo guardai preoccupata.
-Aspetta un momento. C'è un dettaglio che ho trascurato.-

-Cosa?- chiesi avvertendo il battito in gola -Ma sei seria?- Il mio cuore balzò e si strinse causandomi ansia. Un ghigno poco divertito si dipinse sul suo volto. -Mi sa che dovrò optare per un pantalone grigio. Credi che le ragazze lo approveranno?-
Ci volle un momento per capire a cosa si riferisse, al leggero spacco sotto al seno che svelava la fine del reggiseno e il sangue prese a ribollirmi nelle vene. -Non rompermi il cazzo- replicai con irritazione. -Ah, quindi rompo il cazzo? Perfetto, vestiti come vuoi allora.-

"Non te ne andare", urlò disperata la mia voce interiore.

-Certo che mi vesto come voglio.
Che affermazione è questa?-Protestai. -Ti sembra normale uscire con le tette in mostra mentre sei fidanzata? A me sembra piuttosto irrispettoso- spiegò con un ghigno stampato in volto.
Rimasi destabilizzata, con le lacrime agli occhi. -Ma fa come vuoi- concluse facendomi sentire in colpa.
-Non è irrispettoso, non ho le tette in mostra. Non comprendo il motivo della tua rabbia.-

"Non te ne andare".

Rise sarcasticamente di fronte al mio tono basso e incerto. -Mi infastidisce e lo sai, piccola... ma a quanto pare a te non fotte un cazzo.-

"Non te ne andare, per favore".

-Non rinuncerò a un vestito per i tuoi capricci infantili- gridai improvvisamente puntandogli contro l'indice con fare accusatorio. -Non sei tu a decidere cosa posso o non posso indossare. E poi sei l'ultima persona che può parlare di rispetto, quindi ti consiglio di stare zitto.-

Baby, i'm yours Where stories live. Discover now