Capitolo 4

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"L'incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c'è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati."

Carl Gustav Jung

POV: RICCARDO

Entro nell'aula a passo svelto. Per fortuna esiste il quarto d'ora accademico! Stare con i miei amici mi ha fatto perdere la cognizione del tempo.

La professoressa non è ancora arrivata, mi guardo intorno e cerco il posto perfetto. Non voglio attirare l'attenzione del docente in prima fila, ma nemmeno sedermi in fondo all'aula come i fannulloni.

La linea centrale è l'opzione perfetta. Punto il mio posto e noto una figura seduta da sola, con dei lunghi capelli neri e setosi, che le scendono sulle spalle come una coperta.

Mi avvicino e mi accorgo che sta leggendo un libro. Non l'avevo mai vista prima in questa classe, decido di sedermi accanto a lei.

È così presa da quello che sta leggendo da non essersi minimamente accorta di me. Lo ammetto non mi capita spesso di non essere notato.

Mi siedo accanto a lei e la osservo in maniera troppo palese, i capelli le ricadono sul viso che non riesco a scorgere.

Sono lucidi e sembrano talmente morbidi che sono preso da una strana voglia di toccarli.

La ragazza si porta una ciocca dietro all'orecchio e finalmente posso guardarla in faccia.

Con lo sguardo rivolto verso il basso, le sue ciglia sono folte e scure. Decido di parlarle.

«Scusa», non ottengo nessuna reazione. Mi schiarisco la voce e riprovo. Niente, è immersa tra le pagine, deve essere davvero un bel libro.

Dovrei arrendermi, ignorarla e pensare ai fatti miei, ma non lo faccio. Le tocco una spalla per attirare la sua attenzione.

La ragazza solleva la testa e spalanca gli occhi, come se si fosse appena svegliata. Ha un'espressione spaesata, i suoi occhi passano a rassegna la classe per capire chi ha disturbato la sua lettura. Io.

Il suo sguardo si posa su di me e per un istante mi si ferma il battito. È davvero una bella ragazza, con la pelle olivastra, i capelli scuri e quegli occhi profondi che sembrano volerti trascinare nell'oscurità.

Devo averla fissata troppo allungo o con troppa intensità, perché a sua volta mi sta fissando con un'aria perplessa e allo stesso tempo infastidita.

« Si? Volevi qualcosa?»

Mi gratto la testa e mi stampo un sorriso per nascondere questa sensazione imbarazzante.

«Scusami, non volevo disturbarti. Deve essere davvero un bel libro»

« Si lo è» mi liquida e si accinge di nuovo a leggere.

Sono un po' sorpreso della sua reazione seccata, di solito il mio sorriso piace alle ragazze, ma con lei non sembra sortire alcun effetto.

« Non ti avevo mai vista prima qui. Qual è il tuo nome?».

Lei alza gli occhi al cielo e chiude di scatto il libro «Sono Rebecca. E tu?».

«Riccardo». Sfoggio il mio sorriso migliore e la guardo negli occhi.

La cosa però mi si ritorce contro, sono profondi e intensi. Non posso fare a meno di rimanerne affascinato. Noto che ha delle lentiggini sul naso, le danno un'aria tenera.

Prendo una penna dallo zaino, « Che libro è?» continuo.

« Ti ha mai detto nessuno che sei troppo insistente?»

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