Capitolo 10

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"Fire on fire would normally kill us" (Sam Smith)

POV: RICCARDO

Finalmente è giovedì. Forse sono troppo entusiasta che Rebecca abbia accettato di essere la mia compagna di progetto, ma in questo modo passerò del tempo da solo con lei.  Lo so , ovviamente dovremmo studiare, però mi sembra l'occasione perfetta per conoscerla meglio e usare tutto il mio charm.

L'altro giorno a lezione è stato un piacere straziante, non riuscivo a smettere di sfiorarla accidentalmente. Come se il mio cervello non riuscisse a controllare il mio corpo e lui volesse soltanto toccarla.  Non era affatto necessario farlo così tanto.

Quando ci siamo salutati mi è sembrata distante, così quando le ho preso il cellulare le ho memorizzato il mio numero in rubrica salvandomi come " Il più bello del campus". Perché l'ho fatto? Non saprei. Spero solo che leggendolo abbia sorriso. È così avara di sorrisi, soprattutto con me.

Il bacio nella guancia? Non lo avevo previsto, ma era così tenera. Non ho saputo controllarmi.

Ho pensato di aver mandato a puttane tutto quando non mi ha scritto per giorni.

Non si è fatta sentire fino a ieri sera, quando mi ha mandato un messaggio solo per accordarci per il progetto. Dovrò sudare parecchio.

Per cosa poi? Non so. Divertimento reciproco e magari una fantastica tromba- amicizia. Mmh, non penso che sarò così fortunato.

Mi sto dirigendo verso la biblioteca, dove abbiamo appuntamento. Non capisco come mai Rebecca abbia scelto proprio la biblioteca, non mi sembra il posto adatto. Non riusciremmo a parlare e per ideare il progetto dovremmo per forza discuterne.

Arrivo solo con i miei dubbi e  trovo Rebecca davanti all'ingresso.  É girata di spalle, i lunghi capelli neri che le arrivano fino alla curva del fondoschiena. Un caffè da portar via in mano, mentre gesticola con l'altra.

Le temperature si sono abbassate, il cielo è ricoperto di nuvole, eppure lei sembra luminosa in qualche modo.  La osservo parlare con un'altra ragazza, che  riconosco subito dalle trecce castane e dal sorriso contagioso.

Mi avvicino e rivelo la mia presenza «Ciao ragazze, come va?»

Gli occhi di Rebecca si spostano subito su di me. Due pozzi profondi dentro cui mi sento cadere ogni volta. Ha un vantaggio troppo grande su di me.

« Ciao » mi saluta, senza distogliere lo sguardo, come se i nostri occhi si fossero incatenati e non volessero saperne di allontanarsi. Si scosta una ciocca di capelli dal viso, mettendola dietro l'orecchio. Non so se siano passati istanti o ore, ma mi sento completamento perso.

« Ehm... Riccardo ! Allora sei tu il più... eh il compagno di Becca. Non mi stupisce affatto, ha detto che era un pallone gonfiato» Mi ero completamente dimenticato della presenza di Emma. Cosa mi sta succedendo?

Rebecca è solo una ragazza. Bellissima, ma non mi sono mai rincoglionito per una bella ragazza.

La capo cheerleader si sporge verso di me, baciandomi le guance. « É da tantissimo tempo che non ci vediamo. Come te la passi?».

Non faccio nemmeno in tempo a rispondere che Rebecca chiede imbarazzata

« Vi conoscete ?». Forse perché la sua amica ha rivelato che mi ha dato del pallone gonfiato, ma almeno le ha parlato di me.

Il mio ego ne esce comunque rinvigorito dal fatto che non le sono indifferente.

Non posso fare a meno di sorridere «Eravamo nella stessa classe alle medie».

Oltre le nuvoleWhere stories live. Discover now