Capitolo 6

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" Non piegarti mai, al massimo fai un gran pliè"

(anonimo, Pinterest) 

POV:REBECCA

 Dopo aver seguito le lezioni della mattina, ho tutto il pomeriggio libero. Quindi non riesco proprio a trovare un motivo per non mantenere la parola data ad Emma e non fare la prova con le cheerleader.

Al momento siamo ancora all'inizio del programma e anche gli argomenti da studiare sono limitati.

Senza contare che le prime due ore di glottologia le ho passate a pensare all'incontro in caffetteria con Riccardo e al suo sorriso seduttore del cavolo. Davvero quel ragazzo dovrebbe trovarsi un hobby che non sia chiedere di uscire a ragazze non interessate.

Anche se quando mi ha salutato ho visto qualcosa cambiare nel suo sguardo. Avrà preso male il mio rifiuto? Non sembra il tipo che viene rifiutato spesso, forse non ci è abituato.

Ovviamente non è abituato. Con quel sorriso arricchito dalle fossette, i capelli mossi e neri e i suoi occhi cristallini è impossibile che lo rifiutino. Non so nemmeno perché lo faccio io, cioè lo so , ma quando gli sono vicino è difficile rimanere convinta delle mie decisioni.

Adesso non posso pensare ad aprirmi con qualcuno che non sia il dottor X e non è facile nemmeno con lui in realtà. Non ho intenzione di far entrare qualcun altro nella mia testa e mostrargli il casino che la abita. Chiunque lo vedesse scapperebbe. Sono troppo complicata perché valga la pena perdere tempo con me.

Percepisco le mie ciglia umide, ma sono sorpresa di sentirmi rigare la guancia da una lacrima. So perfettamente cosa fa e cosa pensa la maggior parte delle persone alla mia età, la spensieratezza in cui vivono. La verità è che mi manca, mi manca essere la Rebecca di un tempo. Mi manca tutto.

Sento la nostalgia delle risate nella notte, del sudore in discoteca, del sale sulla spiaggia, delle lacrime per un messaggio che sembra la fine del mondo. Mi dispiace non riuscire più a sentire tutte le emozioni così intensamente. Ora percepisco solo il dolore e la tristezza, il resto è sempre in sottofondo.

Rido ma con meno gioia, mi sento subito in colpa o ritorno più triste di prima. Ormai è questa la mia emotività , devo solo imparare a conviverci.

Arrivo in palestra in perfetto orario e sono stupita di quelle che vedo. Avevo pensato che Emma avesse esagerato e che in realtà tantissime ragazze volessero entrare nelle cheerleader. Invece sugli spalti del campo ci sono solo altre due ragazze in abiti da ginnastica, sedute in attesa. Una sembra elettrizzata all'idea, l'altra sembra voler essere ovunque tranne che qui.

Mi avvicino a loro. « Ciao, siete qui per la prova anche voi?»

Annuiscono all'unisono, la ragazza più alta si sistema i codini biondo platino e si rivolge a me. «Dovrebbero arrivare tra poco, sono nervosissima».

« Se può tranquillizzarti, da quello che mi ha detto Emma sono abbastanza disperate» le sorrido per infonderle un po' di coraggio.

« Oh sono senz'altro disperate se mi hanno preso in considerazione» scherza lei.

« Io sono Anna, e questa ragazza a cui sembra essere morto il gatto è Ludovica». Mi presento e cominciamo a chiacchierare nell'attesa. Anna è una gigantessa dal cuore gentile, sta studiando per diventare maestra e diventare una cheerleader era il suo sogno da piccola. Ludovica, invece, sembra voler scomparire attraverso il pavimento, ma è stata costretta dall'amica a partecipare. Sento subito un po' di empatia nei suoi confronti. Ha l'aspetto di una pixie dei boschi, i capelli tagliati corti e tinti di blu.

Oltre le nuvoleWhere stories live. Discover now