2 - Morning Coffee

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"Anna"

Dio, no.

"Anna.."

Vai via.

"Anna!"

"Cosa?" Riuscii a borbottare, girandomi e sbattendo le palpebre stancamente, avevo il viso della mia coinquilina a pochi centimetri dal mio. Rimase lì, con i suoi occhi disegnati con una linea di eye-liner, le sue labbra unte con il solito lucidalabbra color pesca e una tazza di caffè caldo stretta tra le sue dita ben curate. Diedi un'occhiata alle sue spalle e strizzai gli occhi per vedere meglio l'orologio appoggiato sul mio comodino. "Che diavolo, Paige? Sono le sette e mezza.» Mi voltai, tirandomi la coperta sopra la testa.

"Lo so, ma-"

"Niente," sbottai da sotto la coperta. "Ma niente, è sabato. Lasciami dormire in pace, per favore."

Paige sospirò e la sentii sorseggiare dalla sua tazza.
"Qualcuno è passato a trovarti."

Mi fermai un attimo, poi la guardai da sotto la coperta. " ...Eh?"

"Sì," annuì, bevendo un altro sorso delicatamente.

"Un ragazzo, è qui per vederti."

"Cosa stai dicendo?" gemetti piano. "Sono le fottute sette e mezza."

"Ha il tuo portafoglio" fece spallucce.
Un lento sorriso le sfiorò le labbra, "E lui è veramente figo."

"Il mio portafoglio?" ripetei, togliendomi la coperta dalla testa. "Hai detto il mio portafoglio?"

"Mhmh" annuì lei, girandosi per dirigersi verso la porta. "Ed è seduto di là nell'altra stanza, vuole parlarti."

"Aspetta." Gettai via la coperta, facendo scivolare rapidamente le gambe oltre il bordo del letto. "Aspetta un secondo.."

Mi lanciò un'occhiata, i suoi capelli biondi scintillavano grazie alla luce fioca che filtrava attraverso le persiane della mia finestra. Lei sbuffò e fece una smorfia, sorseggiando lentamente dalla sua tazza. "Dovresti pettinarti i capelli" suggerì. "Come ho detto, il ragazzo è spettacolare."

"Non mi interessa," sbottai, alzandomi e stiracchiandomi. Non avevo problemi nel mostrarmi con il mio solito abbigliamento da notte - una vecchia maglietta del liceo con delle scritte sbiadite e un paio di pantaloncini larghi.

"Dovresti.." mi avvertì, ed aprì la porta con un leggero cigolio. "Comunque, vado a farci conversazione ancora un po'. Cerca di renderti presentabile, va bene?"

Roteai gli occhi mentre la porta si chiuse dolcemente dietro di lei. Paige era così diversa da me; L'avevo incontrata a un corso di scrittura creativa durante il mio primo semestre di college, era la tipica ragazza "perfetta" - indossava sempre i vestiti più belli che mettevano in risalto il suo corpo snello e abbronzato e aveva sempre il trucco che definiva i suoi bei lineamenti. Era orgogliosa del suo aspetto. Anch'io, ogni tanto.

Mi guardai allo specchio e quasi mi spaventai. I miei occhi erano leggermente rossi per il sangue: avevo dimenticato di togliere le lenti a contatto e si stavano seccando e per di più il trucco della sera prima che mi ero dimenticata di togliere era sbavato sotto le mie palpebre. I miei capelli erano in un disordine aggrovigliato e crespo, e allungai la mano per passare una mano tra le ciocche, sussultai quando le mie dita si impigliarono nei nodi. Sospirando, lasciai cadere la mano. Come non detto.

Quando uscii in soggiorno, sentii la risata di Paige risuonare nell'aria. Oh, sì, doveva essere proprio attraente per lei perché potevo sentirla esercitare il suo fascino su questo ragazzo. A dire il vero, non mi importava che aspetto avesse, perché tutto quello che mi preoccupava era che il mio portafoglio sarebbe tornato in mio possesso finalmente, sano e salvo. Erano passati solo tre giorni e avevo bloccato la mia carta di credito, il portafoglio mi era stato regalato dai miei genitori quando erano andati in viaggio in l'Italia. L'avevano preso in un negozio vintage, ed era una cosa estremamente adorabile con un fascino innegabile. Paige l'aveva definito brutto quando glielo mostrai, e suppongo che fosse un po' brutto in confronto alla sua pochette da cento dollari.

25 Days With Mr. Arrogant - Tom Kaulitz (ITA) by RiverWildWhere stories live. Discover now