10 - Restroom Revelation

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Fuggire dai confini del mio appartamento la sera successiva fu estremamente difficile con gli sguardi sospettosi di Paige e le pesanti domande. Non capiva perché indossassi un paio di jeans scuri invece dei miei soliti pantaloni della tuta, o perché i miei capelli fossero effettivamente pettinati e privi del tipico elastico che li raccoglieva in uno chignon disordinato. Ero stata una bugiarda meravigliosa, usai la scusa che stavo uscendo con Victor così che fosse più credibile.
Fu una scusa ottima anche per quando mi chiese di unirsi a me; tra Paige e Victor non scorreva buon sangue a causa di un insulto da ubriaca che lei gli aveva detto mesi prima.

"Non ci posso credere che è ancora così arrabbiato per quello" schernì lei dalla sua posizione sul divano. Interruppi i miei movimenti frenetici per la stanza nel tentativo di trovare le chiavi per guardarla, sospirai pesantemente e alzai un sopracciglio incredula.

"L'hai chiamato frocio."

"Oh, dai" ribatté lei con un roteare gli occhi.
"Non si può più scherzare."

I miei occhi si illuminarono appena riconobbi il cordino verde che era attaccato alle mie chiavi e lo feci rapidamente scivolare tra le mie dita. Le infilai in tasca, chiusi la cerniera della giacca e mi infilai un paio di guanti.

"Io vado" annunciai, evitando il suo sguardo.
Ci fu un silenzio imbarazzante e mi schiarii la gola nell'aria tranquilla, leccandomi leggermente le labbra. "Io, uh, non so a che ora sarò a casa..." un altro rumore imbarazzante mi sfuggì dalla gola, "Quindi non aspettarmi sveglia."

"Giusto" sospirò, con irritazione intrisa nella sua voce. Increspò le labbra e fece un cenno al contenitore blu situato sul tavolo adiacente. "Sarò sola qui con il mio grande amico, il signor gelato." Gemette e lasciò rotolare la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. "Dio, sono un maiale che cosa patetica."

Toccava a me alzare gli occhi al cielo. "Se tu sei un maiale, io sono una fottuta balena." Sorrisi leggermente, voltandomi per andarmene. "Divertiti, va bene?"

Agitò in aria la sua manina delicata, chiedendomi di andarmene.

Bill mi aveva presa in una copia quasi identica all'auto di Tom, ma questa macchina era priva del microscopico "graffio" che avevo così brutalmente inciso sul lato della sua portiera. Si fermò sul retro, cosa che trovai un po' strana e quando scivolai nell'interno di pelle fresca, sorrise dolcemente da dietro un enorme paio di occhiali da sole.

Aggrottai leggermente la fronte, guardando il sedile posteriore vuoto. "Dov 'è -"

"È un coglione" mormorò, sospirando pesantemente e imboccando la strada principale. "Arriverà lì."

"Ha bisogno di più tempo in bagno?" lo stuzzicai leggermente, sorridendo tra me e me mentre mi veniva in mente l'immagine di Tom che si agghindava. Lo potevo vedere - Tom in piedi vicino a uno specchio, che trovava il pelo nell'uovo su ogni sua piccola imperfezione sulla pelle liscia del viso.

Quasi vomitai.

"Saresti sorpresa" la voce di Bill interruppe il filo dei miei pensieri e quando gli lanciai un'occhiata, un sottile sorriso gli tirò l'angolo delle labbra. Dopo un attimo si allargò e lui mi lanciò uno sguardo di sbieco.
"Non dirgli che te l'ho detto, ma usa un siero sulle sue treccine ogni volta che usciamo."

"Lui cosa?"

"Sì" ridacchiò in risposta. "È una merda da settanta dollari che insiste a usare perché rende lucide le trecce." Si fermò a guardarmi, sorrise leggermente. "Voglio dire, io non potrei proprio parlare, ma almeno da me ce lo si può aspettare."

Mi sedetti , la mia bocca si aprì in orrore, umorismo e turbamento. Strinsi forte le labbra, sforzandomi di non ridere.

"Va tutto bene" disse la voce gentile di Bill. "Puoi ridere."

25 Days With Mr. Arrogant - Tom Kaulitz (ITA) by RiverWildHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin