4 - Breakfast And Bed Sheets

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Non avevo mai detestato il suono del mio cellulare tanto quanto in quel momento: la sua continua e forte suoneria vibrava insistentemente sul mio comodino e fece scorrere la rabbia nelle mie vene. Lo ignorai, rotolai il viso nel mio morbido e fresco cuscino, sospirando contenta quando la mia stanza buia fu nuovamente riempita da un silenzio confortevole.

Non durò a lungo.

Quella dannata suoneria risuonò di nuovo nell'aria, la vibrazione ronzava rumorosamente contro la solida superficie del comodino, gemetti strofinando malamente la faccia contro il cuscino.

"Per l'amor di Dio."

Rotolai su un fianco e raggiunsi alla cieca il telefono, le mie dita intorpidite lo afferrarono debolmente e lo portarono al mio orecchio.

"C...Ciao?"

"Ignori le mie chiamate?"

I miei occhi si spalancarono quando riconobbi la profonda voce maschile dall'altra parte.

Oh, cristo..

"Tom" sospirai, allungando la mano per massaggiarmi le tempie.

"Stavi facendo qualcosa?" Chiese irritato: "È per questo che ho dovuto chiamarti due volte per farmi rispondere?"

«No», mormorai. "Stavo solo... dormendo."

"Sai che ore sono?"

Lasciai cadere la testa di lato, il mio sguardo si fissò sui numeri della mia sveglia. Gemetti, le mie palpebre si chiusero di nuovo. "Sono le sette e mezza."

"Giusto," sbottò. "E io sono fottutamente affamato."

Inspirai lentamente, rimanendo immobile all'interno dei caldi confini delle mie coperte. "Allora mangia."

"Non fare la furba" ribollì. "Sto morendo di fame ed è il primo giorno del nostro contratto. Tira fuori il culo dal letto e portami la colazione."

"Scusa?" sibilai, sedendomi sul letto e ignorando l'improvviso capogiro che mi fece perdere la vista per un secondo a causa del movimento brusco ed improvviso. "Chi diavolo ti credi di..."

"Devi essere qui tra mezz'ora" si interruppe con calma. "Ti aspetto qui con qualcosa di commestibile in trenta minuti."

"Ma io-"

"Niente scuse," sbottò. "E non sono dell'umore giusto per i cereali o le uova."

Mi accigliai "Allora cosa vuoi?"

"Sorprendimi," strascicò.

"Beh, non mi lasci molte opzioni," sogghignai. "Te l'avevo detto che non so cucinare."

"Trenta minuti."

Click.

Posai il telefono con la mano tremante, lasciai ricadere il mio corpo tra le coperte. Girai la faccia sul cuscino, inspirai lentamente ed emisi un grido soffocato.

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Paige era in piedi, canticchiando in cucina mentre versava una pastella color oro in una piastra per waffle. Sorrise quando uscii dalla camera da letto, vestita con dei pantaloncini stropicciati e un'ampia felpa con cappuccio.

"Ti sei alzata presto," osservò, chiudendo la piastra per waffle. "Non ti alzi mai così presto la domenica."

"Ho delle commissioni da fare," sbadigliai, cercando il mio mazzo di chiavi nel soggiorno. Quando notai il sottile sospetto nel suo sguardo, mi schiarii la gola: "Per un, uh, per un progetto".

"Bene, c'è la colazione se vuoi." Indicò un piatto di waffle, leggermente fumanti e dall'odore assolutamente paradisiaco. Ero così grata di avere Paige come coinquilina: le sue abilità culinarie erano fantastiche. "Ci sono anche delle gocce di cioccolato dentro." Fece cenno al sacchetto di gocce di cioccolato accanto a lei, aggiungendo con un sorriso: "Le tue preferite".

25 Days With Mr. Arrogant - Tom Kaulitz (ITA) by RiverWildWhere stories live. Discover now