"E a te Harry non piace Giselle? Ha un sorriso carino, no?"
18 novembre 2003, Ministero della Magia Inglese
LA PAUSA PRANZO ERA IL MOMENTO DELLA GIORNATA CHE GISELLE PIÙ PREFERIVA. Il motivo? Semplice: poteva finalmente allontanarsi dai suoi compagni di corso e passare un'ora in completa solitudine. Gli altri non dicevano mai niente quando la vedevano andarsene per mangiare e alla rossa andava benissimo così. Tanto lo sapeva che ai suoi compagni non avrebbe fatto piacere mangiare con lei e la stessa cosa valeva per Giselle.
Giselle era una persona che dava sempre molta importanza e priorità alla sua solitudine. Le era sempre piaciuto rimanere da sola con i suoi pensieri e passare il tempo a riflettere su tutto quello che aveva fatto durante la giornata o su quello che doveva ancora fare. Soprattutto però, la donna amava trascorrere almeno una piccola parte della sua giornata in silenzio, senza dover ascoltare nessuno o interagire con nessuno. Aveva bisogno di almeno un momento, in cui sentiva di non dover dimostrare nulla a nessuno.
Quindi, da quando aveva cominciato l'addestramento Auror, Giselle considerava le sue pause pranzo come un qualcosa di sacro e intoccabile. Ogni giorno, lasciava il Minstero, per poter mangiare in un parco non troppo lontano e godersi l'aria aperta e se invece pioveva, non esitava a tornarsene a casa materializzandosi.
Stranamente, nonostante fosse Novembre, oggi il sole aveva deciso di illuminare e scaldare Londra con alcuni timidi raggi e un cielo poco coperto. Faceva comunque abbastanza freddo, ma Giselle aveva deciso di raggiungere ugualmente il parco e avvolta in uno dei suoi cappotti preferiti (uno color cammello e decisamente di marca) aveva mangiato all'aria aperta.
Ora, purtroppo, la pausa era quasi finita e quindi la rossa era obbligata a tornare al Ministero. Dopo aver riposto tutto quanto nella borsa, Giselle rientrò velocemente al Ministero e una volta fuoriuscita da uno dei tanti camini, cominciò a percorrere l'enorme atrio, ovviamente sempre pieno di gente.
La prima cosa che fece, fu togliersi il cappotto, visto che i maghi inglesi avevano la fissa di scaldare decisamente troppo e diciamo che Giselle non era un'amante del caldo. Lo sopportava poco e in generale, sapeva invece gestire molto bene il freddo. Forse era il suo sangue russo a darle una mano? Può darsi, ma comunque Giselle non riusciva a sopportare il caldo afoso del Ministero.
Facendosi largo tra la folla, la donna cominciò già a pregustare quello che avrebbero fatto quel pomeriggio e in seguito, per il resto della settimana. Per la prima volta, avrebbero cominciato ad imparare ad utilizzare diverse armi babbane, come ad esempio le pistole. Vista la frequenza con cui la Corporazione Auror si ritrovava a collaborare con le forze dell'ordine babbane, era importante imparare questo tipo di cose, ma quando Thorn aveva annunciato la cosa, tutti i compagni di Giselle lo avevano guardato smarriti, perché ignari di che cosa fosse una pistola. Giselle invece, aveva avuto parecchio tempo per allenarsi con Conrad al poligono di tiro, mentre si preparavano insieme per l'addestramento Auror e anche se può sembrare brutto da dire, sparare era un'attività che la rilassava parecchio, forse perché si trattava di un oggetto su cui aveva il completo controllo: solo lei, poteva dare il potere al proiettile di centrare il bersaglio. Lei aveva il controllo sulla destinazione del colpo, lei e solo lei.
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ɢɪꜱᴇʟʟᴇ||ʜᴀʀʀʏ ᴘᴏᴛᴛᴇʀ||
Fanfiction"𝘚𝘢𝘪, 𝘎𝘪𝘴𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘢𝘮𝘢𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘶𝘤𝘤𝘪𝘥𝘦𝘷𝘢." Dove Harry Potter e Giselle Volkova si odiano così tanto, da non riusc...