capitolo 11

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Arrivati al ristorante, Charles consegna le chiavi della sua Ferrari ad un valletto che la parcheggia nel parcheggio lì vicino. Il ristorante è illuminato da alcuni faretti, l'edificio è diviso su più piani la parte del ristorante è al piano terra.

Appena entrati veniamo accolti dal maître, un uomo di mezz'età che tiene i capelli castani tirati indietro con del gel.

"Buona sera signor Charles" dice mentre un altro signore ci prende i cappotti

"Il suo tavolo è pronto, seguitemi" ci invita a seguirlo

Percorriamo l'intera sala stando sempre alle spalle del maître, il quale si ferma davanti a quella che sembra una tenda che poi sposta rivelando dietro di essa una stanza privata.

In centro alla stanza c'è un tavolo illuminato da un paio di candele, che rende il tutto più romantico e intimo.

All'inizio impiego un po' a realizzare il motivo per cui Charles abbia richiesto questa sala privata, ma poi la risposta mi è chiara nella mente. Vuole passare una serata tranquillo senza paparazzi in torno, probabilmente è rimasto un po' traumatizzato da come la sua ultima relazione sia stata su ogni giornale esistente.

"Signori, il vostro tavolo" dice per poi andare verso una sedia per spostarla, ma Charles interviene.

"Non si preoccupi, me ne occupo io"

"Come vuole signor Leclerc, vi auguro una buona cena" conclude il maître prima di uscire dalla tenda da cui siamo entrati.

"Spero non ti dispiaccia di essere in un posto un po' isolato" rompe il silenzio Charles

"No, assolutamente, è giusto avere un po' di privacy e poter passare una serata tranquilla"

"Bene, avevo paura che ti sentissi a disagio" risponde il monaghesco

"Comunque è una saletta davvero elegante, poi la vista è stupenda" dico guardando la finestra di fianco a noi.

Il ristorante si affaccia su tutta Monaco, le luci dei palazzi e dei casinò insieme al mare, regalano uno spettacolo mozza fiato.

"Ho scelto apposta questo ristorante, è uno dei miei posti preferiti qui a Monaco. Soprattutto perché passavo tutte le domeniche qui insieme alla mia famiglia prima che mio padre morisse" dice abbassando lo sguardo.

Una cosa che abbiamo in comune io e Charles è la perdita di uno dei genitori. Suo padre è morto un paio di anni fa, poco prima di mia madre. Quando ci siamo conosciuti abbiamo passato la serata a parlare di come ci si senta ad aver passato un dolore così grande, insieme siamo riusciti a esternare alcune emozioni che solo in pochi posso capire.

Allungo una mano verso la sua afferrandogliela per dargli conforto. Inevitabilmente mi tornano i bei ricordi che ho di mia mamma, e vengo assalita da una forte malinconia che però cerco di scacciare. Stasera ci siamo solo io e lui, niente pianti, solo sorrisi.

Dopo pochi minuti entra una cameriera per ritirare le ordinazioni, io ordino un filetto di manzo con contorno di insalata mentre Charles prende un soufflé di salmone e crema di patate.

"Come sta tuo fratello? È pronto ad essere battuto al GP d'Australia?" domanda Charles cambiando argomento

"Sta bene, ma non penso sia consapevole del fatto che l'ultima vittoria sia stato quasi un miracolo, soprattutto dato le ultime gare" rispondo io

"Per l'Australia mi sento pronto, è come se me lo sentissi dentro, so che avrò la possibilità di vincere" dice il monaghesco.

"Con l'ultima gara sei andato molto bene, soprattutto nelle qualifiche" lo incoraggio io

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