CAPITOLO 6

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''MAMMA! MAMMA NO! TI PREGO NON MI LASCIARE! MAMMA! MAMMA!''

Mi svegliai di colpo.
Un altro sogno.
Lo stesso sogno.
Lo stesso che mi perseguita da quando ho perso la mia famiglia: mia madre al mercato cittadino che fa la spesa, al contrario di quello che era sembra felice e indossa abiti costosi. Io la vedo e cerco di raggiungerla urlando con felicità, ma la folla della città non mi permette di passare e la perdo di vista.

Poi buio.

Mi risveglio sempre sperando che lei sia accanto a me, ma puntualmente non c'è. E allora penso a qualcun'altro: Arlong, la vera persona che sarebbe dovuta morire.
Ignorando il sogno mi alzo dal letto e osservo l'orologio: 5:30, a quel punto mi lavo ed esco fuori al Baratie, iniziando il mio allenamento mattutino, lo stesso che mi faceva fare Zef e la sua ciurma: corsa di 10 minuti, stretching, e una varietà di calci e pugni diversi contro dei sacchi di sabbia che ho realizzato io stessa, quando all'improvviso sento una voce dietro di me.
''Sono quasi le 6 di mattina e già siamo in vena di combattimenti? Notevole.''
Sanji.
''Mi alleno sempre a quest'orario, dovresti saperlo.'' Dico non girandomi e continuando a prendere a pugni e calci il sacco di sabbia.
''Dato che ieri non sono riuscito a batterti...'' Dice Sanji.
''Come sempre.'' Lo correggo.
''Eh va bene. Dato che ieri non sono riuscito a batterti, come sempre, che ne dici di una rivincita?''
Mi fermo di colpo dal fare quello che stavo facendo, girandomi finalmente verso di lui.
''Rivincita? Va bene, ma sappi che non sarò così leggera come ieri" Dissi.
"Fammi vedere cosa sai fare allora" Sbottò Sanji, questa volta con molta sicurezza.
Iniziammo a combattere, questa volta molto più seriamente di ieri e facendoci davvero quasi male.
"Te l'ho mai detto che le tue abilità di combattimento e difesa non sono niente male?" Confessò il biondino.
"Me lo ripeti quasi ogni giorno." Dissi io, quando mi accorsi subito dopo di essermi distratta mentre intanto Sanji, mi piegò le ginocchia con la gamba e mi ritrovai a terra sotto di lui. Come ieri ma al contrario.

Perché per la prima volta dopo 10 anni Sanji Vinsmoke mi aveva battuto in un combattimento.

"L'avevo detto che prima o poi ti avrei battuto." Disse lui fiero con un ghigno sulla faccia, alzandosi da sopra di me.
"Non sai fare altro che piegarmi le ginocchia con la gamba per atterrarmi, Rocky Balboa?" Dissi io.
"Oh so fare molto altro, ma vedo che mi basta fare questo per batterti."
"Non montarti la testa biondino, ti ricordo che è la tua prima vittoria."
"E questa è la tua prima perdita." Mi stuzzicò facendo uno di quei suoi soliti occhiolini.
Portai gli occhi al cielo, in segno di fastidio.
"Sarà meglio andare, non voglio sentire Zef urlarmi nelle orecchie di prima mattina perché ho fatto tardi." Dissi.
Così ci incamminano verso la cucina.

Le ultime parole famose.

Entro in cucina, dove troviamo già altri cuochi all'opera.
''Forza! Al lavoro sfaticati! Ci sono già dei clienti che aspettano di essere serviti! Cosa avete fatto tutto questo tempo? I fidanzatini innamorati?'' Sento urlare da Zef.
A quel punto ci guardammo io e Sanji con un'espressione di disgusto e ci mettemmo al lavoro.

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