Sangue e Sogni

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Titolo –> "Sangue e Sogni", di LitzTheFox

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Titolo –> "Sangue e Sogni", di LitzTheFox

Genere –> fantasy 

Copertina e descrizione

A essere onesto, la copertina non mi ha convinto molto: l'immagine, alla luce degli avvenimenti degli ultimi capitoli, può anche starci, ma le scritte e il modello utilizzati non sono il massimo.

Io suggerirei di mantenere questa foto (perché, effettivamente, potrebbe  rappresentare Sharlisse e Senzanome), ma di utilizzarla come copertina da sola (senza essere rappresentata come in una fotografia); anche il font sia del titolo sia del nome utente andrebbero, a mio avviso, sostituiti con un altro più bello esteticamente e più d'impatto a livello visivo.

Io suggerirei di mantenere questa foto (perché, effettivamente, potrebbe  rappresentare Sharlisse e Senzanome), ma di utilizzarla come copertina da sola (senza essere rappresentata come in una fotografia); anche il font sia del titolo sia del nome...

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La descrizione va bene, però aggiungerei qualche riferimento all'ambito fantasy, dato che, a parte la menzione della Foresta dei Sogni Rubati, non c'è molto altro che mi indichi di che genere sia la storia. 

A livello grammaticale, consiglio solo di rendere "però" (quinta riga) un inciso, cioè di farlo precedere e succedere da una virgola. Eviterei anche la ripetizione della parola "famiglia" nella quarta riga, forse potrebbe essere sostituita da "stirpe". 

Trama 

La trama mi ha particolarmente incuriosito: la protagonista, Sharlisse, ormai anziana, viene intimata da un'ombra di recarsi alla Foresta dei Sogni Rubati per reclamare, in quanto "Figlia del Sangue", il trono delle tenebre per riportare in vita la propria stirpe. 

Successivamente, dopo essere stata ringiovanita, si reca al villaggio per capire dove si trovi la stazione della carrozze dalla quale raggiungere la foresta. Ad accompagnarla vi è un micio (Senzanome), che – in realtà – è un gatto mannaro. 

Presumo, a dire il vero, che anche lei sia una sorta di gatta mannara. Inizialmente, quando avevo letto che si cibava di umani, avevo pensato a Baba Yaga, mai avrei pensato a una stirpe di gatti mannari: credo sia la prima storia che leggo su Wattpad con una protagonista di questo genere.

Durante la lettura dei primi capitoli, ammetto di essermi trovato un po' spaesato, ma,  arrivato al sesto e ultimo capitolo pubblicato, mi è risultato tutto molto più chiaro e, anzi, ti faccio i complimenti per la trama molto originale. 

Stile

Sullo stile non ho molto da dire: le tue descrizioni sono complete e dettagliate, il lessico è adeguato e leggermente ricercato, e i dialoghi sono altrettanto resi bene.

L'unica osservazione che mi sento di fare è che leggendo i primi capitoli ho avuto la sensazione che fossero un po' brevi, non nel senso che fossero troppo veloci, ma che fossero un po' poveri di contenuti (soprattutto i primi tre, in cui succede relativamente poco, a mio avviso, potrebbero essere stati tranquillamente un unico capitolo o un prologo). 

Da un certo punto di vista, il fatto di dire molto poco sull'origine dei personaggi e di mantenere un'atmosfera misteriosa incuriosisce molto un potenziale lettore, ma consiglio di non esagerare, onde evitare che quest'ultimo si ritrovi confuso. 

Grammatica

In generale, la grammatica è curata: ho trovato, tuttavia, alcuni errori di battitura, specialmente nei primi capitoli, e alcuni errori grammaticali che ti elencherò. 

Innanzitutto, la "d eufonica", ossia quella "d" che generalmente si aggiunge alla congiunzione "e" o alla preposizione "a", andrebbe usata solo nel caso di incontro di due vocali uguali, salvo quei casi di espressioni cristallizzate che la richiedono (come " ad esempio" o "fino ad ora" o "dare ad intendere"). Anche nel momento in cui una parola inizi per "vocale + d" andrebbe evitata.

Esempi –> ad andare, ed essere, fino a adesso

Credo siano degli errori di battitura, ma ti segnalo comunque questi due utilizzi erronei dei tempi verbali dal capitolo uno: 

– Ogni volta che lo faceva non era sicura che ne sarebbe stata capace, che il suo corpo cedesse e le comunicasse che no, non si sarebbe mai più alzata da quella poltrona –> qui andrebbe usato il condizionale passato ("che non avrebbe" e "che le comunicasse"), essendo che quei due verbi, se non ho interpretato male la frase, sono retti sempre da "non era sicura che"; inoltre, manca una virgola prima del "no".

– Si incamminò verso casa proprio mentre le prime gocce di pioggia cominciarono a scendere.   –> in questo caso, è necessario un imperfetto ("cominciavano").

Un ultimo appunto prima di passare alla punteggiatura: il "sé" perde l'accento quanto viene scritto assieme a "stesso, stessa, stessi, stesse", quindi l'espressione "se stessa" si scrive così.

La punteggiatura è generalmente corretta, ma, a mio avviso, usata in modo non saggio: tende a venire usata troppo l'ipotassi, ossia molto spesso le frasi sono separate da un punto, invece di essere separate da virgole o congiunzioni. Secondo me, questo può appesantire il testo.

Iniziare una frase col "ma" non è un problema se fatto di rado, ma abusare di questa struttura è generalmente sconsigliato. Rimanendo su questo tema, tendi a usare troppo di questa congiunzione: sarebbe appropriato variare tramite l'utilizzo di sinonimi come "però", "tuttavia", "eppure"  o "bensì", in base alla situazione.

Ti consiglio anche un uso maggiore dei due punti (ti propongo un esempio dal capitolo uno dopo questo paragrafo) e un uso moderato del punto e virgola, che ho visto applicato al posto di una normale virgola quando non necessario: andrebbe usato o per pause lunghe o per elenchi complessi (per semplificare), non nei casi in cui basta una virgola. 

Esempio –>  (...) posò gli occhiali sul libro aperto in grembo e alzò il volto, rivolgendo lo sguardo al panorama fuori dalla finestra. Il cielo si stava rannuvolando. = (...) posò gli occhiali sul libro aperto in grembo e alzò il volto, rivolgendo lo sguardo al panorama fuori dalla finestra: il cielo si stava rannuvolando.

Infine, in una battuta di un dialogo, il punto andrebbe inserito all'interno delle caporali, a meno che la battuta non sia introdotta da un'altra farse. Ti propongo un paio di esempi: 

– Mi disse: «Sei proprio cocciuta».

– «Sei proprio cocciuta.»

Nel caso in cui la frase venga conclusa da un punto esclamativo o interrogativo, mantienili all'interno delle caporali, dato che sostituiscono un eventuale punto esterno:

– Mi urlò: «Vattene!»

– «Vattene!»

– Mi chiese: «Sei sicura?»

– «Sei sicura?»

Non ho trovato errori nei dialoghi riguardanti l'utilizzo del punto esclamativo o il punto di domanda, bensì circa l'uso del punto semplice, ma ho comunque voluto specificare ogni aspetto della regola per evitare di farti confusione. 

Conclusione

La trama è indubbiamente originale e lo stile è curato. Ritengo, tuttavia, che nel futuro sarà necessaria una piccola revisione grammaticale per correggere gli errori che ti ho menzionato. 

Inoltre, credo che una copertina più elaborata attirerebbe più lettori. 

Nel complesso, la storia ha molto potenziale ed è ben scritta, per questo ti assegno un punteggio di 8.5/10.

Personalmente, la storia mi ha incuriosito molto, sia per l'originalità della trama sia per l'alone di mistero che circonda la protagonista e la sua stirpe: per questo proseguirò con la lettura. 

Detto questo non ho altro da aggiungere, a presto! Spero che la recensione ti sia stata utile!

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