♣️Chrysantemum♣️

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Diana
«Hey ragazzina, stai bene?» una mano calda e grande mi scuote il braccio con una presa energica. Apro gli occhi con molta calma, la testa mi gira, vedo tutto sfocato e la nausea mi attanaglia la gola. Che sensazione disgustosa.

Che è successo? Perché mi sento così pesante e priva di vita?

C'è una luce bianca accecante, un soffitto bianco e poi nella mia visuale appare il viso di un uomo; non riesco a vederlo nitidamente, ma riesco a distinguere un cappello bianco, dei riccioli castani che spuntano dal copricapo, dei baffi ben curati e infine sento un forte odore di tabacco.

Sono disorientata, non capisco dove sono e soprattutto non ho idea di chi sia quell'uomo che ho appena visto; mi muovo e improvvisamente mi rendo conto di essere sdraiata, su qualcosa di morbido e profumato.

Non sono al bordello. I letti di quel posto fatiscente sono duri e vecchi, le stanze sono sempre poco illuminate e sporche.

Tiro un sospiro di sollievo.

Mi tiro su a sedere e mi strofino gli occhi con le mani, ma sobbalzo dal dolore. Che diavolo ho sull'occhio?
Nonostante ciò, dopo riesco a vedere finalmente in modo distinto e mi rendo conto di tutto.

Le cose fatte nei giorni precedenti mi tornano in mente tutte in un colpo, aumentando il mio senso di nausea.

Ricordo che l'ultima cosa che ho fatto è stata andare al bordello per lavorare; quel cliente  è stato violento e mi ha messo le mani addosso...

Sono in ospedale, delle flebo bucano le mie braccia già piene di buchi, l'odore del tabacco si mescola a quello di disinfettante dell'edificio, creando un mix disgustoso. Mi sento uno straccio, usato e strizzato centinaia di volte.

Ma forse è questo che sono: un corpo, usato e sfruttato, poi gettato via, come un rifiuto umano.
Inizio di nuovo a sentire un peso sullo stomaco.

L'uomo misterioso mi fissa con fare interrogativo; è vestito di bianco, con la giacca elegante, i pantaloni con la riga, la camicia e la cintura sono nere. Sembra un mafioso di quelli che si vedono solo nei film degli anni '80.

«Hey, tutto ok?» domanda, mentre prende un bicchiere d'acqua dal mio comodino e me lo porge.

Sembra molto gentile.

Anche se sono diffidente nei confronti degli estranei lo prendo, perché ho troppa sete.
Quante ore sono che non bevo e non mangio nulla?
Vorrei urlargli che non so nemmeno chi sia e che no, non va bene niente, ma non ho le forze.

Non ho forze per fare nulla, mi sembra di aver lavorato ventiquattr'ore di fila.

«Sì» è tutto ciò che esce dalla mia bocca e suona insicuro e stupido.

Non voglio dire nulla sulla mia vita: sono cose troppo personali, di cui mi vergogno tantissimo. So che è sbagliato vergognarsi, che bisogna parlare, tirare fuori il proprio dolore e le proprie preoccupazioni, ma non ci riesco.

Ho come un blocco nel cervello, che non mi permette di esprimere a voce alta le mie emozioni.

«Bene. Comunque mi presento, sono Mark Vignant, ma per te sarò Chrysantemum» dice l'uomo, chiamato Crisantemo.

Ma di che diavolo sta parlando? Chrysantemum? Non mi interessa niente di tutto ciò, voglio sapere cosa vuole da me.

L'acqua mi ha donato un po' di forza, che uso per parlare.

«Scusa, ma chi sei? Cosa vuoi da me?»

Non mi fido.
Lui fa un sorrisetto e risponde senza alzare lo sguardo dalle dita tempestate di anelli.

Death Flowers - Il mostro di Las VegasOù les histoires vivent. Découvrez maintenant