♠️Occhiali veloci♠️

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Diana
Il mattino dopo mi sveglio prestissimo, forse per l'eccitazione che non mi permette di dormire. Sono curiosa ed entusiasta a livelli estremi, voglio sapere in cosa consisterà l'addestramento.

Mi dirigo allo specchio del bagno per prepararmi.

Mi fisso: il mio viso ha finalmente preso un po' di colore, è più in carne, ma le insicurezze che ci sono dipinte sopra non riesco a nasconderle.
Ormai ho diciassette anni, ma continuo a sentirmi una bambina di sette anni impaurita.

Tutto questo presto finirà...

Scaccio quei pensieri e inizio a prepararmi.

Nel gesto meccanico di legarmi i capelli in una coda, i ricordi tornano a galla come reliquie.
Al bordello i clienti mi tiravano sempre i capelli quando erano sciolti, come in un gesto di sottomissione.

La vista si fa offuscata, sento un odore terribilmente familiare.
Una struttura decadente si forma davanti ai miei occhi, rivedo il luogo peggiore in cui io abbia mai messo piede.

Riesco a sentire di nuovo il dolore sulla testa, a vedere le piccole ciocche dei miei capelli castani sparse sul pavimento sporco del bordello, le urla in cui supplicavo il cliente di fermarsi.

È troppo, non riesco più a respirare, mi lego e strattono i capelli, per raccoglierli più in fretta possibile.
Voglio scappare dal mio passato, non voglio più vedere niente, voglio solo essere felice...
Sono al sicuro ora.

Niente cancellerà ciò che mi ha segnato; mi sono rimasti i segni sulla pelle, nella testa, sul cuore.

Cado in ginocchio sul pavimento, mi tengo la testa tra le mani, continuo a sentire le mie urla. Mi logorano, mi distruggono lentamente e dolorosamente.

Continuo a respirare in fretta, ho il respiro e i battiti troppo accellerati.
-"Basta, basta..."- piagnucolo, come una bambina, rivolgendomi ad un interlocutore immaginario.
Sto delirando.

Mi alzo in piedi, mi tiro uno schiaffo sulla guancia, per un attimo tutto rallenta.

Mi guardo nello specchio, mi bagno il viso, stringo il lavandino con le mani, le nocche sbiancano.
Diana sei al sicuro, sei al sicuro, nessuno ti farà del male...
Finalmente tutto rallenta, mi siedo un attimo per riprendere fiato.
Credo di aver avuto un attacco di panico.

Vado a vestirmi, apro la cabina armadio, più precisamente l'anta con su scritto Addestramento e missioni e trovo una serie di tute nere, con delle felpe e giacche dello stesso colore. Scelgo quella che mi sta meglio, poi scendo in sala pasti per fare colazione.

La sala è piena di ospiti del Fabulous Hotel, che si servono dai tavoli stracolmi di cibo. Sembra che non mettono nulla sotto i denti da mesi, invece avranno sicuramente mangiato la sera prima.

Ciò che mi dà fastidio dei ricchi è il loro valore dei soldi: spendono tutto in stupidaggini, anziché donare un po' del loro denaro a chi ne avrebbe davvero bisogno.

Dubito che a Las Vegas non ci sia un hotel che costi meno del Fabulous.

Io ogni caso io devo mangiare parecchio, prendere un po' di peso, a Kyzyl non ho mai mangiato a sufficienza.
Sono ancora uno scheletro.

Nonostante la sala sia piena di gente, riconosco i membri dei Death Flowers. Sono ragazzi e ragazze, tutti dai sedici ai venticinque anni circa e il loro marchio è un tatuaggio sul dorso della mano.

Viene rappresentato un teschio, con sfondo dei crisantemi bianchi; tutti lo portano con orgoglio e fierezza e nonostante sia una cosa che salti all'occhio, gli ospiti sembrano non notare quel marchio.
Probabilmente li avrei riconosciuti anche senza tatuaggio, per il loro portamento fiero e la postura orgogliosa.

Death Flowers - Il mostro di Las VegasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora