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"E, A PROPOSITO DI TEMPO E DELLA PAURA DEL SUO PASSARE INESORABILE, LA VITA QUOTIDIANA VA SFRUTTATA AL MASSIMO PER STARE BENE E CERCARE DI ESSERE SEMPRE LA MIGLIORE VERSIONE DI SÉ STESSI. LE FRASI IRONICHE SERVONO A SDRAMMATIZZARE QUELLO CHE PIÙ CI SPAVENTA OGNI GIORNO."
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Entro nella Mercedes del mio capo trattenendo il fiato: una vita di stipendi non mi basterebbe per comprare un'auto del genere.

Ammiro l'umiltà di Matteo: non si direbbe che è pieno di soldi.

O almeno, non si direbbe dal suo modo di fare. Per quanto riguarda il resto, invece, è sempre vestito firmato, con le camicie che portano le sue iniziali e non l'ho mai visto con lo stesso paio di scarpe.

Lo invidio, certamente, soprattutto perché mi faccio il culo più io in una settimana che lui nella sua intera vita.

È figlio di genitori ricchi da far schifo, ma perché fargliene una colpa?

Chiunque avrebbe fatto come lui, approfittando del patrimonio di famiglia.

Nonostante questo, è una delle compagnie migliori che si possa trovare a Marina e dintorni e, quando beve, è la persona più simpatica del mondo, dopo di me.

"Allora? Sei pronto?"

Mi parla facendomi l'occhiolino.

"Diciamo di sì"

"Bene! Mi raccomando, cerca di non farti riconoscere come al solito"

"Senti Teo, se mi lasci con attaccata una cozza dai denti gialli puoi star certo che farò riconoscere le mie chiappe quando mi volterò e me ne andrò!"

"Mamma mia, quanto fai il prezioso!"

"So di non essere un Adone, ma vorrei farmi qualche tipa decente per lo meno, se permetti. Ognuno ha le proprie Red Flag, i denti gialli sono una di quelle per me"

"D'accordo, ho capito, solo figlie di dentisti per il signorino qui" mi risponde alzando gli occhi al cielo e devo reprimere la voglia di tirargli un pugno sotto al mento.

Anche perché essendo il doppio di me rischierei di rimetterci la cotica.

Arriviamo davanti a un'enorme villa e parcheggiamo dietro una fila di macchine costose.

Cerco di non immaginare la mia Punto scassata parcheggiata ben nascosta nel garage del mio condominio.

Davanti alla porta vetrata di ingresso, ci aspetta una ragazza che credo sia Rebecca.

È alta, bionda e avvolta in una sciarpa rossa.

Avvicinandomi, mi rendo conto che è molto più bella di quanto mi aspettassi, anche se truccata in modo decisamente eccessivo.

Soffia il fumo della sigaretta che ha tra le dita da un angolo della bocca e poi sorride, mostrando una dentatura perfetta.

Spero che le tue amiche vadano dal tuo stesso dentista!

"Ciao, Teo" dice scoprendo una voce troppo acuta.

Nel giro di pochi secondi la ritrovo attorcigliata al mio capo che, senza pudore, le infila la lingua in bocca e le palpa il culo.

È davvero un bellissimo teatrino e mi dispiace interromperlo, ma mi si stanno congelando le parti basse, quindi mi schiarisco la gola.

Sembra che le loro bocche siano attaccate con la colla, perchè per sottrarsi l'uno dall'altra impiegano ancora qualche secondo, lasciandomi come un allocco ad aspettare.

"Tu devi essere Enzo!" mi dice finalmente porgendomi la mano.

Ringrazio il cielo di non doverle dare i canonici baci sulle guance, in quanto vorrei evitare di ritrovarmi impiastricciato di gloss e saliva del mio capo.

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