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"NON RIMANDARE A DOMANI QUELLO CHE PUÒ ESSERE FATTO DOPODOMANI ALTRETTANTO BENE"

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Vaniglia.

Il suo sapore mi è rimasto impresso sulle labbra, sulle mani, su ogni poro della mia pelle.

Lela, vaniglia, Lela.

Non ho altri pensieri, seduto sullo sgabello dietro al bancone del negozio.

La scritta d'oro "L'Arte a Bosco" sulla vetrata appannata, copre a tratti la figura leggiadra di Matteo che procede a grandi falcate verso l'ingresso.

Guarda a destra e a sinistra, saluta con la mano un passante che dubito conosca davvero, ed entra portando con sé le sue inimitabili fossette.

"Amico, porto buone nuove!"

Andiamo bene.

"Sono tutto orecchie, capo. Hai messo incinta Rebecca?"

"Per l'amor di Dio, Enzo, non dirlo neanche per scherzo!"

"Allora la tua Mercedes posso ereditarla io, finchè un piccolo Teo non mi surclasserà?"

"Bando alle ciance, caro mio! Ho una grande novità!"

"E dilla, prima che mi passi la voglia di diventare zio"

"L'arte a Bosco diventerà anche L'Arte a Tremonti!"

"Tremonti? Quel posto a migliaia di chilometri da qui, su per le montagne, che ricorda tanto Forks?"

"Cos'è Forks?"

"Non hai mai visto Twilight, Teo?"

"Me lo stai chiedendo davvero?"

"Vabbè, comunque ho capito. E quindi?"

"E quindi apriremo una nuova sede, lì!"

Sembra quasi saltellare, quando lo dice, e io non posso fare a meno che assecondarlo con un sorriso.

"Mi spieghi come diavolo hai fatto a convincere il comune di Tremonti ad aprire un negozio di cornici lì?"

"Punto primo, non sarà un semplice negozio di cornici. Ci sarà uno show-room dei quadri dei migliori fornitori che abbiamo qui, più qualcuno di nuovo"

Spero che punteremo su quelli nuovi, onestamente.

"In più, ci sarà anche una piccola area dedicata alla vendita di cornici e qualsivoglia utensile per il disegno e la pittura" mi guarda paralizzando i suoi incisivi brillanti, gli occhi scuri quasi lucidi per l'emozione "ho un contatto, su a Tremonti, che mi ha assicurato che quello è letteralmente il paese dell'arte. La gente stravede per questo tipo di cose, sarà uno spettacolo!"

"Oh, beh, sono contento per te, capo. Quando aprirai?"

"Non lo so ancora, ma gli operai di mio padre si sono già messi a lavoro al locale. Dovrò andare spesso per fare dei colloqui. Magari potresti accomp..."

"Vedremo. Non puoi mica lasciare chiuso qui a Bosco, giusto?"

Ti prego, non farmelo fare.

"Giusto" si rabbuia.

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Questa giornata mi sembra interminabile. Ho finito di lavorare da poco e mi sento in costante agitazione.

Ho un pensiero fisso, che ha i capelli biondi e profuma di caramella.

Fa un freddo cane e sono seduto in macchina, con il riscaldamento acceso a fissare l'insegna spenta del mio luogo di lavoro.

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