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"CI SONO MOMENTI DELLA VITA IN CUI VA TUTTO BENE, NON SPAVENTARTI: NON DURA"
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È quasi passata una settimana e il mio capo continua a martellarmi la testa con la storia di Elisa.

"È così carina! Con quelle tette..."

Dice appoggiato con i gomiti al bancone, dopo che l'ultima cliente della giornata risale ormai a un paio di ore fa.

"Ma di chi parli?"
"Di Elisa!"
"Ma non te la facevi con Rebecca?"

Assume un'espressione contrariata, facendo quella faccia da schiaffi da finto offeso.

"Beh?"
"Beh mi sembrava che la cosa si stesse facendo seria!"
"Le fighe rimangono fighe anche quando hai una relazione stabile, amico"

"Un conto è saperlo, un conto è parlarne come se ti volessi fare pure lei!" alzo un sopracciglio, mi sembra un ragionamento così logico!

Sbuffa e si alza finalmente dalla sedia, lasciando cadere l'argomento e permettendomi di chiudere il negozio.

Non ho più intenzione di parlare di lei, per me è un argomento chiuso ormai.

Stasera ho un appuntamento con una ragazza, qui a Bosco, ma gli sproloqui di Matteo mi hanno fatto fare tardi e non riuscirò a passare per casa a farmi una doccia, né a prendere la macchina.

Dovrò raggiungere il bar a piedi, con i vestiti che ho indossato dopo la pausa pranzo.

Mi do una veloce annusata.
Pensavo peggio.

Mi incammino una volta chiuso a chiave, controllo l'ora e realizzo che sarei dovuto essere lì dieci minuti fa.

Cara sembra carina, non ha i classici tratti della ragazza snob che ultimamente sto riscontrando su Tinder.
È mora, ha gli occhi piccoli e scuri e ama fare sport.

Credo abbia le tette rifatte, ma chi sono io per giudicare? Sono assolutamente pro agli investimenti a lungo termine.

Abbiamo parlato molto in questi ultimi giorni, soprattutto del sesso disinteressato.

Ho capito che mi conviene mettere le cose in chiaro fin da subito, per non rischiare di cadere nella versione evoluta di Elisa.

Le mando un messaggio in cui la avviso che sto arrivando.

Raggiungo il Blue Bar in cinque minuti.
È sera e le luci neon blu dell'ingresso si intravedono già da lontano, dando a Bosco quasi un'atmosfera Natalizia tutto l'anno.

È strano vedere il contrasto dei rami rosso scuro degli Aceri che costeggiano la zona pedonale, illuminati da qualche fioco lampione giallo e dai riflessi delle luci blu.

Stasera il centro di Bosco è piuttosto affollato, per essere un giovedì. È un paesino per lo più di passaggio, quasi nessuna delle persone che incrocio abita qui, probabilmente.

Arrivo al bar ancora con il telefono in mano e riconosco quasi subito Cara, seduta in un divanetto in rattan e intenta a scaldarsi le mani davanti alla stufetta al suo fianco.

Quando mi vede, mi sorride.
"Scusa per il rit..." non riesco a terminare la frase che lei si alza in piedi, sovrastandomi di almeno quindici centimetri.

Faccio un rapido calcolo mentale e mi rendo conto che dev'essere alta quasi un metro e novanta.

Mi schiarisco la gola, leggermente in imbarazzo. Devo alzare lo sguardo per poterla guardare negli occhi.

"Scusa per il ritardo" ripeto ricambiando incerto il suo sorriso "sono stato trattenuto a lavoro".
Lei continua a sorridermi "tranquillo, sono arrivata da poco"

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