Chapitre six

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Parigi, Francia.

Parigi, Francia

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🌑

Entrare nella villa dai soffitti alti di Seo Changbin e partecipare ad una festa in onore del padre di quest'ultimo era una delle ultime cose che Jisung voleva fare nella sua vita, ma era costretto, era per il piano.

Quando scese dalla macchina con sè si portò appresso anche le chiavi di essa, era stato questo l'accordo stipulato all'ultimo tra i due supercattivi. Jisung sarebbe stato attaccato come una cozza a Changbin per tutta la durata della missione così che Minho avrebbe avuto tutto il tempo per salire al piano superiore e riprendersi la sua amata collana e, in caso di pericolo, il felino sarebbe saltato fuori dalla finestra della stanza mentre Jisung avrebbe cercato una scusa per allontanarsi e sgattaiolare fuori dalla festa per tornare in macchina.

Jisung entrò senza alcun problema nella casa di Seo e, messo piede in salotto, si ritrovò davanti tanta, troppa, gente vestita dallo stesso colore. Il cantante smise di respirare ma cercò di fare finta di niente anche se era difficile non riuscire al non guardarsi intorno senza aria nei polmoni. Poi la voce di Minho sembrò risvegliarlo.

Mr. Stranger sto per entrare in casa. Hai già trovato Seo Changbin?

Jisung rilasciò l'aria che aveva bloccato fin a quel momento e, Tranquillo... È tutto okay... Va tutto bene, cercò con lo sguardo il proprietario della villa finché non lo trovò a parlare con molto probabilmente un suo famigliare mentre bevevano qualche alcolico.

"Sì, l'ho trovato. Ci penso io a lui."

Jisung avanzò verso la figura di Changbin poco più bassa di lui -- e ce ne voleva per essere più bassi del cantante ch'era solo un metro e nemmeno settanta -- munito del suo sorriso falso ma che cercava di far spacciare per vero. Venne notato subito da Changbin il quale, dopo aver fatto un gesto col capo riferito alla donna con cui stava parlando, s'avvicinò alla figura snella del cantante con un lieve incurvamento delle labbra sul suo viso.

"Eccoti Jisung. Posso chiamarti Jisung e darti del tu, vero?"

"Ma certo, fai pure. Ed io posso chiamarti Changbin?"

Il miliardario offrì un bicchiere di vino al cantante il quale decise di accettare promettendosi di non berne neanche un goccio di quella roba. Non aveva domistichezza con i vini, ma era sicuro che quello fosse semplice vino rosso. Beh, lo si vedeva perfettamente.

Jisung prese il calice offerto da Changbin e lo portò in alto, gesto che copiò anche il miliardario. "Alla salute." Dissero le labbra del cantante le quali poi si poggiarono sul bordo del bicchiere e si inumidirono di vino, senza però portarsene neanche un sorso giù nella gola.

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