Chapitre dix

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Milano, Italia.

Milano, Italia

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🌑

Ed il giorno della sfilata era arrivato.

Jisung era vestito di tutto punto, gli abiti eleganti che indossava mettevano a risalto la sua stretta vita -- il suo punto di forza -- ed i capelli erano stati buttati all'indietro in un modo maniacalmente ordinato. Era già alla sfilata, seduto al suo posto in attesa che questa iniziasse per presentare i capi primavera-estate. Intanto nell'orecchio aveva la micro auricolare spia collegata a quella che indossava Lee Know.

Tra cinque minuti entrerò. Seo è già arrivato?

Stranger accavallò una gamba sull'altra e mise dritta la schiena osservando precisamente il punto in cui sedeva Seo Changbin e, per sua fortuna, lo vide già lì che aspettava come tutti di vedere quei abiti.

"Sì." Disse con tono basso, nonostante ci fosse molto chiasso non voleva farsi sentire dalle persone accanto a lui.

Jisung continuò a guardarsi intorno impaziente dell'inizio di quella sfilata. Certi capi li aveva già visti e Hyunjin, che quella sera si trovava lì, gli aveva detto che non ci sarebbe stato neanche un vestito che non gli sarebbe piaciuto quella sera.

Nel frattempo Lee Know, in veste da gatto rosso, entrò di soppiato nel bagno pubblico tramite la finestra ch'era stata aperta da Stranger per facilitargli il lavoro e, ritrasformatosi da umano sfoggiando il suo splendido costume da supercattivo, la richiuse prima di nascondersi in uno dei bagni in attesa dell'entrata di Seo.

Stranger e Lee Know s'erano accordati di obbligare il miliardario ad andare nel bagno tramite il potere che possedeva il primo; il mimetismo. Stranger si sarebbe mimetizzato e, facendo finta di puntare una pistola sulla schiena di Changbin, lo avrebbe costretto ad andare nelle toilette dove lo avrebbe accolto a braccia aperte il felino.

Semplice, semplice... No? Ebbene, alla fine fu ancora più semplice, ma andiamo con ordine.

Certe luci si offuscarono ed altre invece vennero puntate sul palcoscenico su cui avrebbero camminato decine e decine di modelle. E, dopo la mini presentazione fatta da Donatella stessa, i fotografi presero le proprie macchine fotografiche e con i flash accesi iniziarono a scattare foto alle prime ragazze che diedero il via alla sfilata.

Quelle erano modelle professioniste, sul loro volto regnava serietà e le loro camminate erano da far invidia a chiunque.

Il nero, il viola ed il fucsia erano presenti nella collezione e questo Jisung era venuto a saperlo appena mise piede lì dentro, quando venì investito dal saluto dello stilista Hwang Hyunjin, e si ricorda ancora delle parole che fuoriuscirono dalle labbra di Donatella Versace. Lei aveva sempre amato la donna ribelle, ovvero una donna sicura di sé, intelligente e un po' diva che indossava pelle, borchie e denim sfragiato e che possedeva una spiccata personalità da potersi permettere di abbinarli allo chiffon, al jersey e persino ad una tiara. La donna ribelle era forte e indipendente, bellissima e consapevole di esserlo. Era una Dea della Libertà.

I minuti passavano e le modelle cambiavano, così come gli abiti uno più spettacolare dell'altro. Hyunjin aveva proprio ragione, non c'era nemmeno un solo abito che non avesse attirato l'attenzione di Jisung. Come al solito Versace aveva fatto un ottimo lavoro.

Nonostante stesse guardando la sfilata in corso non si dimenticò del piano, difatti di tanto in tanto teneva d'occhio anche Seo il quale sapeva che lui fosse lì visto che si erano salutati poco prima, all'entrata. Notò che pure il miliardario fosse concentrato ad esaminare i vari abiti ma una cosa, un gesto, confuse il cantante.

Jisung riuscì a vedere Changbin afferrare il proprio telefono dalla tasca dei pantaloni di pelle e rifiutare una chiamata che gli avevano appena fatto. Ma la cosa che non comprese fu la motivazione per cui subito dopo s'era destato dalla sedia e diretto verso i bagni.

Lo fece sapere immediatamente a Lee Know che, quando sentì la voce robotica del suo collega, si mise in posizione pronto più che mai ad attaccare Seo Changbin; tuttavia decise di non cantare presto vittoria, l'ultima volta non era andata molto bene.

Il -- momentaneamente -- biondino restò in silenzio per ascoltare ciò che lo circondasse e quando un rumore di passi giunse alle sue orecchie, sorrise.

È arrivata l'ora.

La porta del bagno degli uomini s'aprì e Lee Know capì immediatamente che quello fosse la sua vittima, lo capì dagli sbuffi e dai sospiri che lamentava.

Il felino decise che fosse arrivato il momento di riprendersi ciò che era suo.

Oggi combatterò fino all'ultimo.

Lee Know aprì di scatto la porta e afferrò con prepotenza la giacca di Seo e lo trascinò dentro la cabina insieme a lui. Fece aderire la schiena del miliardario contro il muro e, con l'altra mano, chiuse a chiave.

Il felino regalò un sorriso a dir poco inquietante e che mostrava tutti i denti, s'avvicinò anche al viso sconcertato e confuso di Seo decidendo di sussurargli queste esatte parole:

"Buonasera Seo, da quanto tempo."

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