Chapitre treize

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Milano, Italia.

Milano, Italia

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Minho e Jisung avevano deciso di comune accordo di riprendere in mano la missione quando avrebbero rimesso piede nel suolo francese così da vivere in totale tranquillità gli ultimi giorni a Milano e di non rischiare grosso come alla sfilata la quale era diventata l'argomento di cui parlavano quotidianamente tutti, non solo in Italia ma anche all'estero. Erano passati solo due giorni e la notizia si era espansa in gran parte del globo.

Il giorno della sfilata, verso la mezzanotte, Jisung ricevette un messaggio da parte di Hyunjin in cui scriveva di stare bene e di essere anche lui in hotel e gli aveva anche raccontato che erano riusciti a salvare solo i capi che stavano indossando certe modelle.

Adesso Minho stava meglio rispetto a quella sera nonostante provasse ancora un po' di dolore nei punti in cui era stato picchiato ma non era niente di grave, non si era rotto niente per fortuna e meno male perché Changbin ci sapeva proprio fare a botte. In quei due giorni erano rimasti entrambi a riposo, specialmente il ballerino, e passarono in compagnia quel tempo speso maggiormente a dormire. Era per questa motivazione che entrambi avevano deciso di uscire quel giorno, un po' di sole serviva alle loro pelli e muoversi non faceva mai male.

Si trovarono quel pomeriggio per le strade di Milano la quale finalmente venne visitata come si doveva da Minho che al suo fianco aveva una perfetta guida e che ormai si ricordava perfettamente ogni zona di quel posto da non dover usare neanche Google Maps. Naturalmente non andarono a vedere monumenti -- non quel giorno almeno -- decisero di restare in centro tanto per fare una passeggiata.

I capelli di Minho, ora di nuovo rossicci, venivano scompigliati dal venticello che soffiava giocosamente sul suo volto e su quello di Jisung che invece portava come suo solito un berretto e sebbene fosse settembre il caldo lo si sentiva ancora, difatti i raggi solari che li colpivano li riscaldavano a dovere. Entrarono in qualche bar per prendere qualcosa da bere, si fermarono a scattare qualche foto -- specialmente Minho -- al luogo e presero un taxi per andare in uno dei centri commerciali più vicini.

Era passato un quarto d'ora e loro due stavano ancora vagabondando tra i vari negozi del centro commerciale, con un Jisung che guardava curioso i vari abiti e con un Minho che s'interessava maggiormente a cercare un nuovo paio di scarpe da comprarsi.

Quello era il primo giorno tranquillo che passavano assieme, solitamente erano impegnati a creare nuovi piani per la loro missione ed invece ora erano rilassati uno accanto all'altro che si comportavano come due amici di vecchia data.

Jisung entrò nell'ennesimo negozio di vestiti e Minho lo seguì a ruota e lo osservò adocchiare certe felpe che però non osò sfiorare con le dita. Il felino non capiva come mai il cantante guardasse quei abiti come se li volesse ma poi non li provava nemmeno; d'altra parte Jisung stava cercando qualcosa di specifico e che piacesse ai suoi occhi.

Un altro quarto d'ora dopo il brunetto trovò dei dolcevita da colori finalmente carini quindi ne prese alcuni e prima di andarsene nei camerini si voltò indietro per fare cenno a Minho di seguirlo per fargli compagnia e per avere dei consigli al riguardo su ciò che avrebbe provato da lì a poco.

Minho restò fuori dal camerino ad aspettare che Jisung si cambiasse e vestisse e per passare il tempo cazzeggiò sulla home del suo Instagram dove trovò video di gatti e altre informazioni riguardo l'incendio. Era proprio come vi avevo detto io, cari miei cieli, la notizia era volata ovunque e ciò stava a significare quanto interconnessi fossimo tutti quanti.

La voce di Jisung che lo chiamava gli fece spegnere il telefono e portare lo sguardo sulla tenda del camerino che lo nascondeva. "Hai finito?" Gli chiese Minho e lui rispose di sì intanto che spostava la tenda beige per mostrarsi sotto gli occhi del maggiore i quali restarono incantati.

Jisung indossava un dolcevita nero semplice che gli stringeva la vita stretta e metteva a risalto l'intera figura e Minho improvvisamente si dimenticò come si respirasse. Ai suoi occhi Jisung era maestoso ed era fermamente convinto che il minore stesse bene con qualsiasi cosa, ma con quella... Con quella era sovrumano.

Il cantante alzò un sopracciglio ed inclinò la testa di lato, Minho era rimasto imbambolato a guardarlo senza dire nulla. Provò a risvegliarlo chiamandolo e dopo qualche tentativo riuscì nella sua impresa. "Allora? Come sto?"

Minho si leccò le labbra mentre squadrava dalla testa ai piedi l'intero corpo di Jisung. "Sì dai, stai bene." Si limitò di rispondere seppure avesse voluto aggiungere tanto altro. Minho amava flirtare e stuzzicare le persone come faceva giornalmente con Jisung, ma se avesse aperto bocca quella volta forse non sarebbe finita molto bene.

Jisung ritornò nel camerino per cambiarsi e provare gli altri tre dolcevita che voleva indossare tanto per curiosità e Minho restò lì tutte e tre le volte a votare ognuno di essi sull'orlo dell'iperventilazione e come biasimarlo, Jisung aveva un corpo da urlo.

Quando si rivestì degli indumenti con cui era entrato in negozio chiese a Minho quale secondo lui tra quei quattro dolcevita avrebbe dovuto comprare e per il ballerino non servì molto tempo per pensare, infatti rispose subito che quello nero e quello rosso fossero quelli che gli calzavano meglio. Quindi si recarono alla cassa con solo i due dolcevita consigliati da Minho, Jisung li pagò e ringraziarono entrambi prima di uscire fuori uno con una borsa di carta tra le mani e l'altro con il cuore che non smetteva di battere all'impazzata.

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