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Beomgyu non aveva avuto nemmeno la forza di spiccicare parola, infatti era rimasto con la testa abbandonata contro il freddo vetro del finestrino, lo sguardo perso chissà dove.

Il signor Choi, visibilmente preoccupato, gli aveva dato una leggera pacca sulla spalla per attirare la sua attenzione "non è da te essere muto come un pesce, sono abituato a litigare perché fai sempre troppo chiasso"

"Non sono dell'umore, mi dispiace non essere all'altezza delle tue aspettative"

"A dire il vero non mi aspetto niente da te, è solo che mi fa strano vederti in queste condizioni. Ti va di parlarne con questo vecchio a cui sei solito fare le macumbe?"

Il giovane si era voltato con gli occhi pieni di sorpresa "come fai a saperlo?"

"Ho tirato ad indovinare, canaglia" lo sguardo che gli aveva rivolto era privo della solita ostilità "adesso che mi stai degnando della tua attenzione che ne diresti di dirmi cosa sta succedendo?"

"Ho scoperto di non essere figlio di mio padre e non riesco a capire se dovrei esserne sollevato, dopotutto quello lì è un essere ignobile che non ha fatto altro che maltrattarmi da quando ho memoria"

L'adulto stava ascoltando con attenzione, senza però perdere la concentrazione sulla strada "è giusto che tu ti senta davanti ad un bivio, che sia un mostro oppure no è pur sempre l'unica figura paterna con cui sei cresciuto"

"Cosa dovrei fare adesso? Non voglio più tornare in quella casa"

"Junie mi ha detto che i Kang ti hanno dato l'accesso ad una stanza che non utilizzano, ricordo male?"

"È esatto, però non è confortevole come una vera abitazione e non mi piace andare a suonare il campanello per ogni minima cosa. Mi sento un peso"

Il signor Choi aveva sentito una morsa nel petto mentre stava parcheggiando la sua auto, scendendo velocemente per evitare di farsi sopraffare dalle emozioni.

Non aveva dato alcuna risposta a quel ragazzo smarrito che l'aveva seguito in silenzio fino al suo grande e costoso appartamento, entrando in tutta fretta per raggiungere sua moglie.

Sembrava sul punto di avere una crisi "non so cosa fare"

Sua moglie non aveva battuto ciglio, guardandolo con dispiacere e distacco allo stesso tempo "glielo devi dire, ad entrambi. Se hai avuto il coraggio di farlo con me devi trovarlo anche per loro"

"Mi odieranno proprio come stai facendo tu e, per quanto so di meritarlo, non credo di poterlo gestire nel migliore dei modi"

"Pensi che ti odi per una sciocchezza fatta diciannove anni fa? La nostra relazione non era nemmeno seria e ci siamo sposati poco dopo soltanto perché ero incinta di Jun"

"Mi dispiace per avertelo tenuto nascosto, avrei dovuto fidarmi di te"

"A me fa più male sapere che ti sei impegnato a dare un'impressione sbagliata di te stesso, facendomi credere che tu sia un libertino e che i tuoi viaggi di lavoro fossero atti ai tradimenti" gli aveva preso il viso tra le mani "parla coi ragazzi, ci sono io con te"

Dopo aver ricevuto l'appoggio della sua amata, l'uomo si era diretto in salotto per posizionarsi davanti ai due ragazzi "possiamo parlare? Tutti e tre intendo"

Yeonjun stava tenendo il suo migliore amico tra le braccia "non credo sia un buon momento"

"Invece non ce ne sarà mai uno migliore di questo" aveva aperto un cassetto per prendere alcuni fogli "poco tempo fa ho ricevuto una telefonata anonima in cui mi hanno minacciato di svelare il mio unico segreto"

"Quindi non è vera la storia del tuo collega straniero" il rosso era già sul punto di innervosirsi.

"Ho dovuto pagare una cifra salatissima, ma col senno di poi penso sarebbe stato meglio confessare tutto sin da subito" aveva consegnato i fogli al più giovane dei due "Choi Beomgyu, nato il tredici marzo nell'ospedale più misero del nostro paese e che presenta una piccola voglia vicino all'ombelico" si era sollevato la camicia per mostrare la stessa macchia.

Chasing That FeelingWhere stories live. Discover now