055 // "Ciao Pedriboy"

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"Stai zitto" dicemmo contemporaneamente io e Pedri.
Ci guardammo e poi mi avvicinai a Thiago.

"Thi, vieni qui" sentii gridare a papà. Thiago mi guardò.

"Io vado, tu divertiti" mi fece l'occhiolino e io annuii.

"Ciao" dissi e papà mi salutò con un cenno della mano prima di darmi un pollice in su. Mi avvicinai di nuovo a Gavi.

"Come stai?" Gavi mi avvolse un braccio intorno alla vita e mi sussurrò all'orecchio.

"Male, molto male. La Francia mi sta uccidendo" sussurrai e poi guardai Pedri, che ci rivolse uno sguardo confuso.

"Da quando voi due siete così vicini?" Lui mi guardò soprattutto.

"Da quando vi siete lasciati per la seconda volta" esordì Gavi e io gli strofinai lentamente la schiena. Pedri inclinò la testa verso il basso. "Io e lei ci incontravamo ogni volta che era qui. Dormiva spesso a casa mia"

"Ecco perché non potevi uscire quando lei era qui" disse Pedri indicando Gavi. "Sapevo che era sospetto"

"Mi hai beccato, golden boy" disse Gavi ridendo e io guardai Pedri aggrottando le sopracciglia.

"Lo chiami ancora Golden Boy?" Chiesi e Pedri abbassò lo sguardo sul pavimento.

"Sì, perché?" Gavi chiese curioso e io gli misi un braccio sulla spalla.

"Mio padre gli ha dato questo soprannome" sorrisi e poi lasciai la sua spalla.

"Eh" il sorriso di Gavi divenne ancora più grande.

"Ok, devo andare, papà mi aspetta. Ciao" gli diedi un bacio sulla guancia e lui mi lasciò andare.

"Ciao" mi disse Gavi e mentre passavo davanti a Pedri mi avvicinai a lui.

"Vieni in camera mia alle 12. Non dirlo a nessuno. Siamo al piano 17, porta 190" sussurrai, lui annuì e sul suo volto comparve un piccolo sorriso.

"Ciao Pedriboy" gli baciai anche la guancia.

"Ciao" sentii che mi guardava mentre mi allontanavo.
Forse era la scelta sbagliata.

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"Ciao" borbottai aprendo la porta e trovandomi faccia a faccia con Pedri.

"Ehi" dissi e mi guardai intorno prima di entrare nella stanza. Chiusi la porta e la bloccai immediatamente.

"Vuoi uccidermi qui dentro?" Pedri aveva un piccolo sorriso all'angolo delle labbra.

"Sì, certo" sorrisi e mi sedetti sul letto.

"Hai una stanza privata o c'è anche la tua famiglia?" mi chiese, sedendosi sul letto di fronte a me.

"No, hanno un'altra stanza, non sopravviverei mai così a lungo con loro" risi un po'.

"Sai, se Scaloni o Enrique scoprono che sono qui, mi ammazzano" rise anche Pedri e io annuii con la testa.

"Com'è essere brutti?" Lo fissai per circa un minuto.

"Come si fa a essere stupidi?" Lui replicò e il suo piccolo sorriso si spense lentamente.

"Voglio che tu salti dalla finestra" indicai la finestra a pochi passi dal mio letto matrimoniale.

"Voglio che ti ammazzi" borbottò e io alzai le sopracciglia.

"Perché hai vinto i rigori, giusto?" Sorrisi e la sua mascella cadde appena capì.

"Se mi butto dalla finestra da chi correrai ogni volta?" Guardò fuori dalla finestra prima di alzarsi e andarci. Avevamo una vista perfetta sugli alti edifici.

"Ma chi sei? Mi stai dicendo questo?" Alzai le sopracciglia. "Hm?" Ho canticchiato.

"Pedri, il tuo ex ragazzo. Piacere di conoscerti" Mi tese la mano e io la allontanai.

"Salta" mi avvicinai anch'io a lui.

"Ah, dov'è la porta?" Disse e io lo guardai in modo strano. "Per il balcone?"

"Ah sì" mi avvicinai alla porta a vetri e uscii fuori. L'aria era fresca e calda. Era abbastanza calda da non farmi congelare.

"È bellissimo" sussurrò e io lo guardai, lui guardava in lontananza.

"Non sei sopra di me?" Chiesi e guardai in alto, sopra di noi c'erano altri balconi.

"Lo sono, ma in realtà non sono stato in camera mia." Mi guardò e si appoggiò alla ringhiera di metallo girando il busto contro di me.

"Ah" annuii.

"Allora" abbassò lo sguardo. "Vuoi davvero che mi butti?" Mi guardò di nuovo. "Perché lo farò se lo vuoi davvero"

"Pedri" esclamai e guardai le sue labbra.

"Sì?" Chiese mentre mi guardava di nuovo.

"Io" cominciai e lui si alzò di circa un centimetro davanti a me.
"Pedri, voglio che tu mi baci" dissi ancora una volta.

"Lo vuoi adesso?" Si avvicinò a me prima di tirarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Sì" sussurrai, guardando le sue labbra senza sosta prima che mi sollevasse la testa tenendola per il mento.

"Solo perché sei tu il capo" disse e finalmente posò le sue labbra sulle mie. Mise la mano sinistra sulla mia mascella e la destra sulla mia vita, tirandomi più vicino a sé.

Gli avvolsi le braccia intorno al collo. Che diavolo stavo facendo, di nuovo, se posso aggiungere.

Si staccò per una frazione di secondo, prima di attirarmi di nuovo in un bacio. Questa volta più breve, mi guardò di nuovo.

"Solo perché l'hai detto tu" mi sussurrò all'orecchio e io annuii.

"Certo" risi.

"Mhm" canticchiava prima di scendere sul mio collo e succhiarlo, lasciando già dei lividi.

"Non ti ho chiesto di farlo, eppure lo stai facendo" gemetti e lui mi baciò il collo fino alla mascella.

"Hai detto solo baciami, non baciami sulle labbra" sussurrò contro la mia pelle.

"Vero, errore mio" lo tirai più vicino a me e questa volta lo baciai. Poi mi prese contro la ringhiera e spero che non ci sia nessuno fuori che possa sentirci.

"Entriamo" gli dissi e lui annuì. Ci avvicinammo alla porta e lui mi baciò mentre entravamo.

Si sdraiò sul letto e io mi misi sopra di lui.
Dopo essermi seduta sulla sua vita, mi chinai in avanti per baciarlo. Le sue mani si avvicinarono al mio sedere e lo strinsero leggermente.

Dopo qualche tempo mi staccai per prendere un po' d'aria. "Se qualcuno lo saprà, ti manderanno a casa." Mi indicò.

"Allora è un segreto" lo baciai di nuovo. Abbassai lo sguardo sul suo corpo. Lui si tolse la maglietta.

"Questa è solo una notte." Lo indicai. "Niente di più"

"Sí senora" Sorrise mentre toglieva anche la mia maglietta e poi mi sedetti più in basso sulle sue gambe.

Gli abbassai i pantaloncini adidas che indossava e gli sorrisi. "Vuoi che ti succhi il pisello?" Lui
mi ha interrotto.

"Sì."

𝙏𝙍𝘼𝙏𝙊 / 𝙋𝙀𝘿𝙍𝙄 (Italian Translation)Where stories live. Discover now